domenica, 28 Aprile 2024
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Racconti d’inverno, al via al Pasqualino la rassegna Teatro al Museo 2023-2024

Gli appuntamenti, tre giorni al mese, si svolgeranno da ottobre ad aprile 2024. Si parte sabato 14 ottobre con un Pinocchio tutto da (ri)scoprire

Esplorare la fiaba di Pinocchio con un narratore d’eccezione; precipitare dolcemente in un mondo sottosopra per vedere l’effetto che fa; lasciarsi avvolgere dai racconti, canti e suoni dell’inverno o ascoltare la narrazione, tra musica ed illustrazioni, della storia dell’uomo che piantava gli alberi. E ancora, sarà possibile fare una sosta nel teatro popolare siciliano del Settecento, quando le farse e i suoi personaggi stringevano legami veri con il pubblico, per poi seguire affascinati le metamorfosi di Frya, dea della pioggia alle prese con il disastro ambientale, partendo dalla lontana Africa per giungere poi a Parigi; si riapproderà infine in Sicilia, a Torre Faro, stavolta, per farsi travolgere e coinvolgere dai racconti di Colapesce, sulle note di un violoncello. È un piccolo gioiello di voci, suoni e storie, l’edizione 2023-2024 di Teatro al Museo, che partirà il 14 ottobre al Museo delle Marionette e si svolgerà fino al 22 aprile 2024, coinvolgendo scuole, bambini di tutte le età, famiglie.

“Siamo convinti sostenitori della centralità del racconto in tutte le sue forme – commenta il direttore del Museo delle Marionette, Rosario Perricone – in particolare la rappresentazione teatrale si configura come il catalizzatore dell’immaginazione. Un contenitore che offre e coinvolge lo spettatore all’interno di narrazioni che si delineano nelle loro svariate sfaccettature. L’arte del racconto, che oggi ancor più di ieri, si arricchisce di nuovi strumenti complementari alla narrazione, può essere presentata, a buon diritto, come una pratica che favorisce la riflessione sulle diversità che caratterizzano il mondo che ci circonda”.

LA RASSEGNA

OTTOBRE 

Sabato 14 | ore 17, domenica 15 e lunedì 16 | ore 11

Secondo Pinocchio | Burattini, pupazzi e attore

di e con Daria Paoletta e Raffaele Scarimboli

Compagnia Burambò

Pinocchio, un burattino di legno a figura intera, è in scena legato al collo da una catena e ulula al pari di un cane. Alle sue spalle appare il burattinaio che lo libera e gli ricorda che la famigerata scena che lo vede braccato dal contadino è stata tolta dal copione. Dal principio si chiarisce quale sarà la cifra dello spettacolo: la finzione è scenicamente dichiarata. Questa condizione permetterà al protagonista di vivere apertamente una relazione giocosa e spontanea con gli animatori presenti in baracca.

In una specie di gioco senza trucchi né inganni, Pinocchio decide di raccontare alcune parti della sua storia e di rappresentarne altre, avvalendosi come di una controfigura: una marionetta di legno munita di articolazioni snodabili. Quest’ultima affronterà il mare in tempesta per andare incontro al babbo scampando alle fauci del pescecane; sarà il naufrago che approderà sull’isola delle api industriose e anche il doppio di Pinocchio con cui parlerà in segreto come davanti allo specchio. In una delle prime scene compare il falegname Geppetto, alle prese con il martello, nell’atto della creazione del suo straordinario figliuolo.

Al finale è riservata la sorpresa di scoprire come accade che Pinocchio diventa un bambino in carne e ossa.

La Compagnia Burambò nasce a Foggia nel 1996 con Daria Paoletta e Raffaele Scarimboli. Dopo una lunga esperienza di teatro per ragazzi approda a un teatro di figura rivolto non solo ad un pubblico di bambini. Inizia con l’utilizzo di burattini in baracca tradizionale, approfondendo poi sempre più la sua ricerca di materiali e tecniche sperimentali: dall’uso della cartapesta fino alla costruzione di marionette da tavolo e pupazzi in gommapiuma e legno di varie dimensioni, tali da affiancare l’attore sulla scena e con lui interagire.

È riconosciuta a livello nazionale e internazionale e numerosi sono le partecipazioni a festival di grande risonanza e i premi vinti.

NOVEMBRE

Sabato 18 | ore 17, domenica 19 e lunedì 20 | ore 11

Anapoda | Attori e burattini

di e con Federica Aloisio e Sabrina Vicari

ANAPODA – dal greco, “sottosopra” – nasce dall’urgenza di capovolgere ogni logica sfidando la percezione visiva ordinaria e giocando con i propri miti e mostri interiori, per farli incontrare con lo sguardo di chi, osservando a sua volta, capovolgerà ancora la visione seguendo la propria percezione razionale ed emotiva. Un giro di giostra, di occhi, di maschere e identità ispirate all’immaginario della fotografa spagnola Ana Hell.
Due donne dall’aspetto bizzarro vengono catapultate in un mondo sottosopra dove frammenti di vissuto e stereotipi idealizzati dalle svariate personalità si mescolano, trasportate in un’altra dimensione dove tutto scorre al contrario. Un mondo ribaltato nel quale il cielo diviene pavimento in una continua illusoria percezione del corpo.

VICARI/ALOISIO è un progetto con sede a Palermo che nasce dall’incontro tra le danzatrici palermitane Sabrina Vicari e Federica Aloisio, ognuna delle quali presenta background formativi e percorsi artistici differenti nell’ambito della danza contemporanea, del teatro e delle performing art.
EOIKA, il primo spettacolo della compagnia, debutta nel 2017 e riceve vari riconoscimenti nel territorio nazionale: premi, residenze e presenze all’interno di importanti festival. Si delinea sempre di più la direzione della ricerca seguita dalla compagnia: indagare l’universo dell’illusione ottica, la percezione della realtà attraverso il corpo, sperimentando un linguaggio in cui si incontrano e mischiano fra loro danza, arti visive e teatro di figura.

DICEMBRE

Sabato 16 | ore 17, domenica 17 e lunedì 18 | ore 11

Le dodici notti. Racconti, canti e suoni dell’Inverno, del Natale e dell’Epifania

Narrazione

Compagnia Le Strologhe

Si raccontano storie d’inverno che profumano di zenzero e cannella e crepitano come la fiamma nel camino. Sono racconti che parlano del solstizio, del gelo, della neve, del riposo della Terra. Leggende di doni e apparizioni, di vecchie ricurve e nodose e splendide Signore dell’Inverno. Figure misteriose che camminano nei boschi innevati, anziani viandanti, forestieri dai mantelli di neve. Fiabe che narrano di fatti magici che possono accadere soltanto nelle Dodici Notti, notti speciali, in cui il tempo sembra sospeso, che vanno dal Natale all’Epifania.

Un ”teatrino a manovella” evoca le figure emblematiche dei racconti, alla maniera dei cantastorie tradizionali.

Le Strologhe. La compagnia nasce nel 2005 dall’incontro, all’Università di Bologna, tra Carla Taglietti e Valentina Turrini. Da allora le due attrici, oltre a formarsi individualmente e collaborare in altri progetti artistici, hanno mantenuto la ricerca insieme. In questi anni hanno creato e presentato spettacoli in giro per l’Italia e in alcuni festival europei, con l’intento di portare il teatro a bambine, bambini e famiglie. La loro ricerca è orientata verso la narrazione teatrale, lo studio della tradizione orale di fiabe, canti, musiche, detti e di azioni legate alle feste tradizionali. Parallelamente hanno approfondito il teatro di figura conoscendo e sperimentando alcune tecniche, in particolare il linguaggio del teatro d’oggetti e del teatro d’ombre. 

GENNAIO 2024

Sabato 20 | ore 17, domenica 21 e lunedì 22 | ore 11

L’uomo che piantava gli alberi | Tecniche del cinema di animazione in musica e voce

di e con Anton Giulio Pandolfo, Maurizio Curcio e Marianna Giuliana

L’uomo che piantava gli alberi è un delicato e poetico inno alla speranza, alla possibilità di cambiamento di cui ciascun individuo è portatore.
Di fronte agli inarrestabili cambiamenti ed eventi climatici, cui si uniscono le scellerate azioni dell’uomo nel depredare e distruggere le risorse disponibili del pianeta, la storia del pastore Elzéard Bouffier emerge con straordinaria attualità. Un uomo che, perduta la sua personale felicità, ne ricerca una più grande dedicando ogni giorno, per anni, alla scelta accurata delle ghiande da piantare nelle desolate montagne in cui si è ritirato a vivere in solitudine, per evitare l’abbandono dei villaggi della sua vallata. Trascorrono numerosi anni, lentamente, mentre gli uomini corrono al progresso e combattono in guerra, l’operosità di “un vecchio contadino senza cultura”, con la sua azione quotidiana, invisibile e segreta del piantare alberi, ha generato un mutamento straordinario, con la rinascita di vaste aree boschive, permettendo il permanere degli abitanti dei villaggi. Un uomo solo è capace di portare a compimento “un’opera degna di Dio”.

Anton Giulio Pandolfo. Dopo l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Italia Lelio”, frequenta stage e corsi formativi, tra questi l’INDA. Le esperienze e l’articolato repertorio maturato si muovono nell’ambito del teatro contemporaneo, pur mantenendo un’anima di attore di tradizione classica.

Maurizio Curcio. Dopo il diploma in pianoforte al Conservatorio V. Bellini di Palermo, sotto la guida del Maestro Vincenzo Mannino, studia informatica musicale e tecniche di sintesi sonora alla Scuola di Alto Perfezionamento di Saluzzo. Lavora come compositore e sound designer per colonne sonore di film, documentari e spettacoli teatrali.

Marianna Giuliana. Conseguita la laurea in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale, si specializza nella produzione di animazioni digitali. Ha curato diverse mostre artistiche internazionali e attualmente lavora come grafica e videomaker e nell’ideazione e realizzazione di percorsi laboratoriali artistici per bambini, ragazzi ed adulti.

FEBBRAIO

Sabato 17 | ore 17, domenica 18 e lunedì 19 | ore 11

Farse | Opera dei pupi

Compagnia famiglia Mancuso

Nell’opera dei pupi i personaggi della farsa hanno avuto un ruolo tutt’altro che secondario: parlando il dialetto, il rapporto con il pubblico era immediato.
Questa forma di teatro popolare nell’ultimo trentennio del’700 si praticava al Piano della Marina, precisamente nei “casotti di li Vastasi”. Nelle centinaia di farse che si rappresentavano, venivano messe in evidenza con gioco e ironia alcuni problemi sociali: la casa, il lavoro, il malgoverno.
Oggi alcune di antiche forme di teatro, fortunosamente tramandate da padre in figlio per via orale, vengono rappresentate di tanto in tanto in occasioni particolari: nel periodo di carnevale o, nelle rappresentazioni classiche di opra dei pupi, in occasione della morte di un eroe. La presenza del personaggi della farsa serviva a strappare un sorriso al pubblico.

Erede della storica famiglia Mancuso, attiva a partire dagli anni Venti del secolo scorso, Enzo è considerato oggi uno dei più affermati pupari palermitani, capace di rinnovare la tradizione senza stravolgerla, portandola a un altissimo livello di narrazione e recitazione.
Cresciuto dietro le quinte dei teatri, ha esordito in tenera età collaborando attivamente agli spettacoli del padre, che gli ha tramandato la passione e i segreti necessari alla perpetuazione del difficile mestiere di puparo. Da oltre un decennio la Compagnia Carlo Magno ha avviato un metodico lavoro di messa in scena su antichi canovacci di tutti gli episodi della “Storia dei Paladini di Francia“, di Giusto Lo Dico.

MARZO

Sabato 16 | ore 17, domenica 17 e lunedì 18 | ore 11  

La favola di Frya | Teatro d’attore e burattini a guanto e a bastone

Compagnia Lunaria

La favola di Frya, spettacolo di burattini a guanto e a bastone, narra le fantastiche avventure di Frya e delle sue metamorfosi da dea della pioggia a modella di un famoso pittore di Parigi.

Il racconto è un’originale creazione del laboratorio DArt gestito dalla cooperativa Lunaria. Kaù, dio del sole, con un raggiro creerà un disastro ambientale (la desertificazione) che farà fuggire Frya, dea della pioggia, in cerca di una nuova casa dall’Africa, alla foresta di Camaro a Parigi. Attraverso effetti speciali di luci e suoni e formule magiche, Abechechè, dio della luce, cercherà di riportare la sorella Frya a casa.

La storia, ambientata negli anni Trenta del secolo scorso (forse…) accanto ad elementi e personaggi divertenti e fantastici accenna a un personaggio storico, il pittore Balthus.

Il Teatrino di Lunaria è una compagnia teatrale integrata – nel laboratorio DArt operano alcune persone disabili – fondata a Messina nel 2012 da Lunaria cooperativa sociale. Produce e mette in scena storie di sua invenzione e trasforma in azioni teatrali fiabe della tradizione siciliana e mediterranea.
Fanno parte della compagnia Margherita Smedile, Serena Dascola, Alessandra Licata, educatrici, Laboratorio Dart, Pierpaolo Cimino, Piero Botto.

APRILE

Sabato 20 | ore 17, domenica 21 e lunedì 22 | ore 11 

I racconti di Colapesce | Narrazione di e con Nunzia Lo Presti e Laura Benvenga (violoncello)

I racconti di Colapesce sono un’immersione nella celebre leggenda mediterranea del supereroe mezzo uomo e mezzo pesce, che tanti autori hanno riscritto attingendo al proprio personale immaginario. Il famoso mito è qui ambientato a Torre Faro, punta

estrema della costa di Messina che più si avvicina alla Calabria, un balcone che si affaccia su un mondo quasi attaccato, un mondo altro, così vicino da vedersi a occhio nudo, così inafferrabile per quello che significa attraversare quel mare, lanciare i sogni oltre lo Stretto.
Il destino del protagonista forse è scritto al di là di quella striscia di acqua salata o ancora altrove, ma di sicuro non è sulla terraferma. La voce narrante e il violoncello accompagnano lo spettatore alla ricerca della tracce che il mito ha disseminato fino ai giorni nostri e fra parole e suoni, e musiche di repertorio, sondano i desideri più profondi di questo giovane Colapesce contemporaneo e della madre che lo lascia andare a malincuore, figure centrali attorno a cui ruota tutto il racconto. Finché questo nuotatore provetto, con tutto il coraggio che ha in corpo, prende in mano le sue sorti e conduce gli spettatori verso un’avventura imprevedibile. 

Nunzia Lo Presti e Laura Benvenga si incontrano in scena per questo esordio teatrale, mosse dalla voglia di indagare le possibilità che la voce recitata e lo strumento classico presentano nel racconto destinato al pubblico dei più piccoli. Il violoncello suonerà brani del repertorio classico molto conosciuti, in un’ottica divulgativa e di alfabetizzazione musicale dei giovanissimi, e allo stesso tempo esplorerà suoni ed effetti ispirati dalle atmosfere del racconto. Il gioco teatrale è condotto a turno ora dalla parola, ora dalle note, in un dialogo che vuole incuriosire, stimolare, avvicinare alla tradizione, per darle nuovo lustro agli occhi dei ragazzi.

INFO

ABBONAMENTO

7 spettacoli €35

BIGLIETTI

Intero: € 10 | Ridotto (bambini e studenti): € 8

BIGLIETTERIA: da martedì a sabato ore 10 – 18 | domenica e lunedì ore 10-14 e a partire da 1 ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Info e prenotazioni: 091.328060 |

mimap@museomarionettepalermo

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