sabato, 20 Aprile 2024
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Passeggiata lungo il centro storico di Palermo

Ieri, sabato 14 maggio, sono andato ad assistere alla presentazione del III° volume “I giornali di Palermo dell’ottocento” che si è tenuta all’Archivio Storico Comunale in via Maqueda. Ho posteggiato la mia gloriosa seicento – guai a chi me la tocca con tutti i suoi acciacchi e rumori vari, per me è insostituibile -, nei pressi di piazza Marina,.di fronte Palazzo Steri. Quindi, per arrivare in via Maqueda ho percorso un paio di vie del centro storico della nostra Città.

Palazzo Steri

Era parecchio tempo che non andavo in centro. Nel periodo dei miei studi, l’ho girato in lungo ed in largo, infilandomi nei vicoli più nascosti, alla scoperta della città antica.

Città che in quegli anni, in buona parte, si trovava in cattive condizioni e ancora erano presenti le rovine della seconda guerra mondiale. Non è che ora queste rovine sono scomparse, ma almeno tanti palazzi e abitazioni comuni sono stati ristrutturate.

Ho incontrato un “mare” di persone, tutte pervase di un non so cosa, che andavano a passo lento, senza avere premura, mentre io, come mio solito andavo a passo spedito.

Insomma spedito ma non tanto, tenevo la pancia piena, avevo da poco finito di pranzare abbondantemente, insomma mi ero ingozzato e avevo bevicchiato qualche bicchiere di vino, io che sono quasi astemio. E poi, che dire dei miei dolori alla schiena e alle gambe? Ma siccome non volevo arrivare in ritardo cercavo di mantenere un passo svelto, visto che madre natura mi ha donato delle gambe belle lunghe.

All’andata avevo solo notato che c’era molta gente, ma al ritorno mi sono soffermato guardandomi meglio in giro ed ho scattato diverse foto con il cellulare, il fotografo che era in me ogni tanto si risveglia.

Nel mio incedere, la prima cosa che ho notato è che a piazza Vigliena, meglio conosciuta come piazza dei Quattro Canti, proprio al centro c’era una recinzione. Attirato da questa cosa un tantinella strana ho guardato meglio e ho notato che è stato realizzato una specie di basamento in cemento, lì proprio al centro, e quindi: mi sono chiesto “ma cosa stanno facendo in una delle piazze storiche di Palermo? Ma la soprintendenza, sempre attenta a non far alterare mai nulla andò sta’?”

Poi ho notato un manifesto appeso sulla ringhiera in cui era evidenziata la ricorrenza del trentennale della strage di Capaci. Boh!

Tornato a casa, molto incuriosito, ho cercato qualche notizia in merito a questa cosa che non sapevo,.in un primo momento, come definirla. Cercando, cercando ho scoperto che sarà realizzata una istallazione artistica di Arcangelo Sassolino appunto, come recita il manifesto citato prima, per la commemorazione del trentennale della strage di Capaci.

L’opera è stata commissionata dalla Fondazione Falcone, e come ogni opera effimera sarà a tempo. L’unica cosa che spero che il tutto venga ripristinato come prima, ma nutro qualche dubbio.

Cari colleghi architetti della Soprintendenza, sta vota cià facistivu passari, autri voti broccate tutto, della serie ci sono opere a cui non si può dire di no, guarda caso e non aggiungo altro. Una base in cemento dal diametro di undici metri certo non è una bazzecola ed ancora non si sa cosa verrà piazzato sopra.

Piazza Vigliena (lavori in corso)

Proseguendo il percorso verso la mia macchina, imbocco corso Vittorio Emanuele direzione via Roma. La prima cosa che noto e che finalmente hanno finito i lavori di ristrutturazione dell’hotel “B&B Hotels – Hotel Palermo Quattro Canti” e noto inoltre che, proprio di fronte l’Hotel, la salita che porta a piazza Pretoria, dove era possibile vedere il meraviglioso scorcio della Fontana Pretoria con lo sfondo del Palazzo omonimo, sede del Comune di Palermo, la visione è in parte ostruita da dei tavoli a servizio del vicino ristorante. No comment!

Salita Piazza Pretoria

Stupito e amareggiato proseguo nel mio cammino. Menticavo, in tutte le direzioni c’erano una marea di gente che passeggiava, naturalmente tutte oramai senza mascherina, io sono il solo che ancora si ostina a tenerla, ma di li a poco la toglievo pure io, per non sembrare un bacucco. Debbo ammettere che mi sono sentito libero, libero di respirare a pieni polmoni, senza subire l’inquinamento da monossido di azoto dovuto alle macchine, ma ahimè qualche macchina sperduta attraversava gli assi principali, certo i residenti devono pur arrivare a casa.

Libero io e libero pure il mio pancino, infatti anche lui, visto che eravamo in libertà si è sentito in dovere di esprimere la sua contentezza e si è lasciato andare, io tutto imbarazzato mi guardavo a destra e a sinistra per vedere se accanto a me c’erano persone, purtroppo non ho potuto fare a meno di assecondarlo ed imbarazzato ho ceduto, non una ma più volte purtroppo, il pranzo aveva colpito A questo punto mi sono messo a ridere come uno scemo ed il mio pensiero è andato ad una notizia che ho letto in rete riguardante le mucche.

A questo punto cari lettori vi starete chiedendo, ma che c’entrano le mucche? C’entrano, c’entrano le mucche, sono una delle cause dell’inquinamento e del riscaldamento globale, infatti le loro scorregge inquinano tanto, basti pensare che una mucca produce dai 300 ai 500 litri di metano al giorno, equivalente a circa 35 litri per litro di latte. Il 14% del metano presente nell’atmosfera sembra arrivare proprio dalle mucche, poverine. Continuando a ridere, forse le persone che mi incrociavano avranno pensato “chistu è tutto loccu”, ho fatto una riflessione, certamente con tutte queste persone presenti in centro, non sarò solo io a piritiare, scusate il francesismo, anche altri lo faranno, ma quanti saremo? Mi chiedo. Beh, fatto un calcolo veloce, un bel numero visto le tante persone che camminano o sono sedute ai bar, ai ristoranti etc. Mamma mia non è che tutte queste ariette inquinano più delle machine che prima passavano da queste parti?

Purtroppo nel mio incedere ho trovato molto antipatico e pericoloso lo sfrecciare tra i pedoni di alcuni ciclisti e di alcuni conducenti di monopattini, signori vigili andò state?

Arrivato quasi in via Roma ho notato con piacere che l’antica gioielleria Mercurio, dove la mia famiglia si forniva esiste ancora, è questo mi ha fatto molto piacere, ma non c’è più il negozio, di cui non ricordo il nome, tra l’angolo di piazzetta Marchese Arezzo e l’angolo di via Roma, al suo posto c’è un nuovo negozio, di bello c’è che la facciata si ispiri a quella della gioielleria, intervento che condivido.

Antica gioielleria Mercurio

Attraversata via Roma, con presenza di macchine, passo al tratto più basso di corso Vittorio Emanuele quello che porta sino a piazza Marina. Anche qui tante persone che passeggiano e tanti bar, ristoranti trattorie e diavolerie varie magnerecce, traversine comprese, in alcune di loro passarci è un’impresa, ti devi districare radente radente i muri.

Via dei Chiavettieri

In questi ultimi anni c’è stato un proliferare di tutti questi locali e localini, mi sono chiesto, tra qualche anno saranno ancora presenti? Resisteranno nel tempo? E chi lo può dire, certo sono troppi, la concorrenza è spietata e continuare nel tempo queste attività sarà sicuramente molto ma molto difficile, troppi sono i fattori variabili. Speriamo bene per loro, anche perché molti di questi locali sono gestiti da giovani che si sono reinventati in mestieri che non avrebbero sicuramente pensato di fare. Mi auguro di cuore che continuino nella loro attività più a lungo possibile, ma non so.

Continuando la mia camminata, ho scorto la bellissima fontana del Garraffo, ma ohimè era all’asciutto, strano perché li vicino percepivo rumore di acqua, penso che le pompe erano andate in tilt.

Fontana del Garraffo

Arrivato nelle vicinanze della mia macchina noto una ghirlanda commemorativa appoggiata alla cancellata del giardino Garibaldi, in piazza Marina, leggermente secca, con ai suoi piedi due mascherine dismesse ed un cartone variopinto, signori della Rap andò state?

E dire che questa ghirlanda era stata piazzata li in corrispondenza della targa commemorativa del tenente Joe Petrosino assassinato dalla mafia la sera del 12 marzo 1909, proprio in quel punto.

Targa dedicata a Joe Pretrosino

Finalmente, stanco ma non so se definirmi felice, e non aggiungo altro, ognuno di voi, cari lettori, si farà una sua opinione, su quello che ho visto e descritto, riprendo il mio delizioso mezzo ed incedo verso casa. Casa dolce casa.

Le immagini contenute nel presente articolo, compresa la foto di copertina, sono di Pippo Carollo

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