venerdì, 4 Ottobre 2024
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“Palermo in un Romanzo” presentato a Palermo. Intervista all’autore del libro Emanuele Drago ed al curatore Biagio Balistreri.

Palermo – A pochi mesi dalla sua uscita nelle librerie, è stato presentato per la seconda volta il libro di Emanuele Drago Palermo in un Romanzo – Spazio Cultura Edizioni.

Il luogo prescelto dall’autore e dal curatore del libro il poeta Biagio Balistreri è stato presso l’Associazione Flavio Beninati di palermo, voluta e condotta da Carla Garofalo in memoria del figlio Flavio, scomparso prematuramente dieci anni fa.

I presenti all’incontro dell’autore, oltre a potere toccare con mano la nuova creatura dello storico Emanuele Drago che sta avendo un ottimo riscontro di pubblico e di critica, hanno potuto assistere ad un dotto dibattito, introdotto da Carla Garofalo e poi portato avanti dall’autore e dal poeta romano, ma che risiede a Palermo, Biagio Balistreri.WP_20160105_18_54_09_Pro

L’occasione era ghiotta per porre alcune domande all’autore, le cui risposte possono dare un senso ad un opera molto bella, che permette ai palermitani di conoscere meglio le proprie origini e la propria identità.

Palermo è una città multiculturali che affonda le sue radici su tradizioni storiche antiche e di diversa estrazione. Il suo libro come può servire a rafforzare il senso di identità di una cittadinanza variegata come quella palermitana?

<<Il punto di partenza deve essere sempre il desiderio di conoscere quelle che sono le proprie radici. Chi nega le proprie radici è un uomo incompleto, perché nega quella che è la propria dimensione esistenziale. Non a caso, quando ci vengono richieste le nostre generalità, dopo il nome e cognome ci viene anche richiesto il luogo di nascita. Esso, nel bene e nel male ci condiziona, ed è per questo che bisogna fare di tutto per migliorarlo, cercando, per quanto è possibile, di stabilire un equilibrio armonioso tra individualità e luogo. Ora, di fronte al disfattismo o al facile ottimismo, aspetti entrambi per certi versi riconducibili all’assenza di volontarismo, il mio libro intende svolgere un’opera pedagogica di conoscenza: ovvero, non si può amare o odiare Palermo se prima non la si conosce veramente.>>

Nel suo intervento Biagio Balistreri ha citato il noto sociologo Francesco Alberoni riguardo l’innamoramento progressivo. Quale legame c’é tra il protagonista del suo romanzo che vuol conoscere le proprie origini e l’innamoramento dello stesso, verso luoghi e persone che sta ritrovando nel suo percorso romanzato e didattico?

<<Il senso del libro è anche questo. Man mano che approfondivo le mie ricerche ed elaboravo il testo, mi rendevo conto che l’accresciuta conoscenza di Palermo si riverberava positivamente sul mio senso d’appartenenza alla città. E’ un po’ quello che in fondo accade nella storia ad Andrea, il quale inizia a percepire il luogo di nascita del padre come un’entità che gli è stata data in dono e che ha il dovere di scoprire; perché il rapporto che ciascuno di noi ha con la propria città è un po’ assimilabile al rapporto genitori figli: ogni pargolo appena nato è inizialmente quasi estraneo ai propri genitori. Diventa realmente loro quando iniziano a conoscerlo, a comprenderlo, a capirne potenzialità, a intuirne segreti, pregi e difetti.>>WP_20160105_18_54_00_Pro

Quale personaggio storico ha assunto un ruolo preponderante nella sua formazione personale? Ovvero a quale personaggio storico si è legato particolarmente in questo suo percorso di storico, scrittore e di “facilitatore della conoscenza delle proprie origini”?

<<Tanti sono stati i personaggi, ma ancor maggiormente gli autori; in primis, due filosofi che sulla storia hanno espresso punti di vista antitetici, penso ad esempio a Nietzische e Gadamer. Ma altri autori di cui ho subito il fascino sono stati Vico e Braudel. Una delle prospettive più illuminanti è stata indubbiamente quella di analizzare i fenomeni storici partendo dal particolare, dal qui e ora; e quindi dalla nostra Palermo. Noi studiamo a scuola la storia globale. Ma comprendere oggi la Wolrd History è illusorio e fallace, perché il tutto non può essere compreso se non grazie alla parte.>>

Perché consigliare la lettura del suo libro ai palermitani e perché un non palermitano dovrebbe leggerlo?

<<Perché oltre a far scoprire al lettore, quasi con occhi nuovi la propria città, rivela anche tante storie, alcune assolutamente inedite, tanti luoghi, tante stratificazioni. Un altro punto di forza è costituito dalla presenza in esso di spassosi aneddoti e strane leggenda; per non parlare dei numerosi personaggi che hanno scandito la storia della nostra città: da Pietro Fullone a Giuseppe Schiera; da Sofonisba D’Anguissola a Eleonora Ragusa; da Effy Manuel a Geltrude e Romualdo, tanto per citarne solo alcuni.>>

Chiediamo a Biagio Balistreri, che ci ha annunciato in anteprima la prossima uscita di un suo romanzo dopo le tante fatiche poetiche, il suo punto di vista riguardo il legame tra innamoramento e conoscenza delle proprie origini da lui stesso citato, ricordando il sociologo e scrittore Francesco Alberoni.WP_20160105_18_37_37_Pro

<<Io credo che sia possibile amare un luogo anche conoscendolo poco, se questo luogo dona immediatamente la sensazione della bellezza. Ma perché questo amore sia radicato, profondo, inestinguibile, è necessario conoscere il senso, la storia di ogni angolo, di ogni pietra, di ogni monumento, di ogni quadro, di ogni giardino, di ogni vicolo o scalino. Conoscere il senso significa conoscerne la storia, le ragioni della loro esistenza in quel luogo, in quella forma, in quel contesto, decifrando le stratificazioni, le modificazioni succedutesi nei secoli. Ho citato Alberoni perché è l’autore che, più di altri, ha saputo porre in evidenza la differenza fra innamoramento e amore, attribuendo all’innamoramento quel carico sconvolgente di emozioni di fronte alla scoperta, che è proprio il sentimento che più si riscontra nel libro di Emanuele Drago, e che ne fa, come ho affermato nel mio intervento, non solo un romanzo, ma un romanzo d’amore.>>

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