domenica, 19 Maggio 2024
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Palermo Classica Winter: Julien Libeer in Piano Recital il 4 febbraio a Palazzo Steri

Per Palermo Classica Winter l’artista internazionale Julien Libeer si esibisce in Piano Recital domenica 4 febbraio alle ore 19.15 presso la Sala delle verifiche di Palazzo Steri, in piazza Marina 61, a Palermo

Nuovo appuntamento per Palermo Classica Winter che mette in scena un’esibizione di un grande artista internazionale. Appuntamento il 4 febbraio alle ore 19.15 con Piano Recital del pianista Julien Libeer presso la Sala delle Verifiche a Palazzo Steri, in piazza Marina 61 a Palermo.

PROGRAMMA

M. Ravel
Pavane pour une infante défunte
Jeux d’eau
Miroirs, pour piano
Sonatina per pianoforte
Valses nobles et sentimentales

W.A. Mozart
Sonata KV 288

Julien Libeer, Piano

Bio Julien Libeer

Nato nel 1987 vicino a Bruxelles, in Belgio, il primo ricordo musicale di Julien Libeer è il famoso documentario sulla registrazione di West Side Story di Leonard Bernstein. Il pianoforte, che ha iniziato a studiare all’età di sei anni, è diventato rapidamente il fedele compagno con cui esprimere un amore per la musica che vive tanto nell’opera, nell’orchestra e nella musica da camera quanto nel repertorio pianistico.

Per cinque anni decisivi, il pedagogo franco-polacco Jean Fassina è stato l’insegnante paziente, esigente e saggio che ogni aspirante musicista dovrebbe avere la possibilità di incontrare. A questa esperienza è seguita l’altrettanto intensa collaborazione con Maria João Pires presso la Cappella Musicale Regina Elisabetta, i cui consigli e il cui sostegno hanno fortemente influenzato le opinioni di Julien negli ultimi anni.

Julien si è esibito alla Barbican Hall (Londra), all’Auditorio Nacional (Madrid), al Palau de la Musica (Barcellona), all’Elbphilharmonie (Amburgo), ed è ospite regolare del Palais des Beaux-Arts (Bruxelles) e del Concertgebouw Amsterdam. Inoltre, altre tournée lo hanno portato in Giappone (Tokyo, Sumida Tryphony Hall), Libano (Beirut Chants festival), Turchia (Ankara Music Festival) e negli Stati Uniti (Miami International Piano Festival). È un artista residente a Flagey.

Si è esibito con la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, la Filarmonica di Bruxelles, l’Orchestra Nazionale Belga, l’Orchestra Sinfonica di Anversa, la Sinfonia Varsovia e la New Japan Philharmonic; sotto la direzione di direttori tra cui Trevor Pinnock, Jun Märkl, Michel Tabachnik, Augustin Dumay, Hervé Niquet, Joshua Weilerstein ed Enrique Mazzola. La sua dedizione alle opere di Dinu Lipatti ha portato, tra gli altri, a calde collaborazioni con l’Orchestra della Radio di Bucarest.

Esperto musicista da camera, lavora regolarmente con Augustin Dumay, Camille Thomas, Frank Braley, Maria João Pires e Lorenzo Gatto, con il quale ha eseguito l’integrale delle sonate per violino di Beethoven nel corso di diverse stagioni (in luoghi diversi tra cui Wigmore Hall, Louvre e il Concertgebouw di Amsterdam).

Tra i momenti salienti delle ultime stagioni figurano gli inviti del Concertgebouw (Amsterdam), della Wigmore Hall, di Flagey (Bruxelles) e della Steinway International Concert Series (Cardiff). È stato ospite all’Enescu Festival, al Beirut Chants Festival, al Miami International Piano Festival e ha tenuto concerti di musica da camera al De Doelen (Rotterdam), al Palais des Beaux-Arts (Charleroi) e al Théâtre des Abesses (Parigi).

Altri momenti salienti recenti includono il completamento della registrazione completa delle Sonate per violino di Beethoven di Julien con Lorenzo Gatto (Alpha Classics), che ha vinto il Diapason d’or de l’Année 2016; il suo album di concerti di debutto con il Concertino per pianoforte e orchestra di Lipatti e il Concerto per pianoforte n. 27 di Mozart in si bemolle maggiore, KV 595 (Orchestra Les Métamorphoses e direttore Raphaël Feye, su Evil Penguin Records). Inoltre, ha ricevuto un Echo Klassik Award nel 2017 per il suo album con la violoncellista Camille Thomas. Julien è poi passato a firmare con Harmonia Mundi International, pubblicando un avventuroso Bach –Bartók nel 2020, seguito nel 2022 da A Well-tempered Conversation, una versione concettuale dell’iconica tastiera ben temperata di Bach.

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