venerdì, 11 Ottobre 2024
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Si avvicina il 23 maggio… e Palermo si prepara per la Giornata dell’impegno civile

Nel 30° anniversario delle stragi mafiose, la Fondazione Falcone si dedica al primo museo del presente e della memoria del Paese, progettato negli spazi di Palazzo Jung, e che sarà intitolato al magistrato assassinato a Capaci il 23 maggio del 1992 con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di Polizia Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro

Nel trentesimo anniversario delle stragi mafiose d’Italia la Fondazione Falcone dedica il prossimo 23 maggio a tutte le vittime, in special modo alla piccola Nadia Nencioni, assassinata con l’intera famiglia il 27 maggio del 1993 nella strage dei Georgofili a Firenze. Il titolo del trentunesimo anniversario della strage di Capaci infatti, “Il tramonto si avvicina” è tratto dall’ultima poesia che la bambina scrisse in ospedale, il medesimo componimento che ha ispirato il codice dell’operazione della cattura di Matteo Messina Denaro lo scorso 16 gennaio. Infatti, per volontà della Fondazione Falcone il prossimo 23 maggio si ricorderanno con Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro insieme a Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, anche tutte le altre vittime delle stragi del 1993.

E’ proprio dalla cattura di Matteo Messina Denaro che Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone, avvia la riflessione sul bilancio di questi ultimi trent’anni di impegno: “Abbiamo incontrato migliaia di giovani nelle scuole di tutta Italia in questi anni, ogni giorno penso e sono grata alle insegnanti per il lavoro instancabile di cura nei confronti della memoria dei fatti di allora e della promozione di un nuovo modello di società della giustizia e della fiducia, al contempo sono però consapevole che non basta ancora, non è sufficiente. La cattura del boss Messina Denaro rivela un’ampia porzione della società disposta ad aiutare i mafiosi, al Sud come al Nord, persone e professionisti consapevoli di fare affari con i boss e coi complici, a chiedere loro favori. Oggi più che mai quindi serve agire nella comunità, perché contro la mafia non basta la legalità ma servono anche cultura, passione e impegno, sperimentando nuovi linguaggi e nuove forme di aggregazione civile, unendo le istituzioni e le imprese in questa nuova stagione della consapevolezza. Dobbiamo vincere la mafia, non soltanto contrastarla, restando lontani dal personalismo ed essendo di
esempio, per coraggio e fantasia, restando autonomi”.

Insieme alla Professoressa Falcone ribadisce il Sindaco della Città Metropolitana Roberto Lagalla: “Iniziare le commemorazioni del trentunesimo anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, volendo a Palazzo Jung il ‘Museo del presente e della memoria della lotta alle mafie dedicato a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino e a tutte le vittime di mafia’, è un momento molto importante e significativo per Palermo. Accogliendo l’idea della Professoressa Maria Falcone, il museo diventerà uno dei simboli della nostra città, un luogo che nasce dalla intensa collaborazione tra il Comune, la Fondazione Falcone e la Città Metropolitana di Palermo che ha messo a disposizione questo spazio che si affaccia sul quartiere della Kalsa e che potrà dare un grande impulso proprio alla riqualificazione di quest’area”.

“Non sarà solo un museo della memoria- prosegue Lagalla- ma uno spazio fluido di incontro sul contemporaneo e di riflessione per un nuovo patto generazionale a sostegno della legalità. Nella nostra idea c’è la volontà di fare di questo luogo un osservatorio privilegiato per raccontare le storie e il sacrificio di chi ha combattuto il crimine organizzato e per testimoniare la reazione culturale e l’impegno civile che, sulla scia del coraggioso esempio di quegli eroi, hanno animato una lunga e proficua stagione di resistenza alla mafia da parte della comunità, fino a rendere oggi Palermo un punto di riferimento per la affermazione dell’impegno civile. Gli studenti e i giovani saranno protagonisti attivi di quello che auspichiamo possa divenire un museo interattivo, narrante e diffuso nel territorio nazionale che, oltre a portare la nostra storia in altre città italiane, si proponga come luogo di ospitalità delle culture sociali e del lavoro per la bellezza, di riflessione per i turisti, per il mondo del lavoro, per le imprese e per i cittadini. Il Comune di Palermo e la Città Metropolitana continueranno ad assicurare sostegno e collaborazione alla proposta progettuale della Fondazione Falcone. Quella collaborazione che non mancherà anche nell’iniziativa di salvare l’Albero Falcone, il monumento della memoria vivente in
via Notarbartolo, per il quale ho voluto coinvolgere l’Università degli Studi di Palermo e il
professore di Colture arboree Giuseppe Barbera”.
 

Nel trentesimo anniversario delle stragi mafiose d’Italia che hanno drammaticamente colpito le comunità di Firenze, Milano e Roma e che hanno avuto come bersaglio la grande bellezza del patrimonio culturale della Nazione la Fondazione Falcone è impegnata nella progettazione e nella realizzazione del primo museo del presente e della memoria del Paese, uno spazio nuovo dedicato a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino, a tutte le vittime di mafia.

Il museo è progettato negli spazi storici di Palazzo Jung, adiacente a piazza Magione e vicino all’Orto Botanico, nel cuore della Kalsa e della vecchia Palermo, a pochi metri da dove sono nati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’edifico di proprietà della Città Metropolitana è stato conferito, per i prossimi anni, alla Fondazione intitolata al magistrato assassinato a Capaci il 23 maggio del 1992 con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di Polizia Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Il museo del presente è pensato come luogo di incontro tra i linguaggi del contemporaneo, la cultura del lavoro e del design, la fotografia del Novecento e più recente insieme all’arte contemporanea, nei suoi aspetti più urbani e di ricerca sensibile per la difesa dell’ambiente. Infatti, non è un luogo di reliquie e di celebrazione del passato, bensì un’officina dei linguaggi per interpretare la lotta alle mafie come una delle maggiori espressioni della cultura popolare della democrazia italiana.
La mafia teme la cultura, la bellezza, l’arte quali strumenti sociali di autonomia della comunità e come rivelano le aggressioni esplosive e le stragi di trent’anni fa e i più recenti furti di capolavori.
Così è attraverso la confluenza dei saperi e delle diverse espressioni artistiche che la Fondazione Falcone intende elaborare nuove azioni di promozione della memoria civile, soprattutto verso i giovani e le nuove generazioni.

Il museo aprirà in autunno la sede di Palermo con una speciale mostra temporanea sulla luce che vince l’ombra, dove gli spazi del percorso permanente accoglieranno i visitatori, attraverso una speciale architettura olfattiva, immagini e oggetti storici potenziati nel nuovo contesto di uno speciale teatro museale dialogheranno con le opere del passato, a simboleggiare una continuità inarrestabile di impegno civile, poi seguiranno nel 2024 gli spazi di Roma e Bolzano.
Intanto, grazie alle imprese leader del design e del garden più forti in Italia il 23 maggio,
nell’anniversario della strage di Capaci, aprirà il parco Jung, il giardino delle confluenze, dove si potrà assistere ad una speciale programmazione culturale dedicata ai linguaggi contemporanei e alla musica popolare.

  • L’installazione del giardino delle confluenze, con il progetto “Tutti Uno – Spazi Capaci” è stato possibile grazie al sostegno della Struttura di Missione per la Valorizzazione degli Anniversari Nazionali.
  • Il progetto del Museo del presente dedicato a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino, a tutte le vittime di mafia, è possibile grazie alla Presidenza della Regione Siciliana e alla Città Metropolitana di Palermo.

“Parteciperemo alle iniziative del 23 maggio, perché come fu per la grande manifestazione del 1992 nel giorno del funerale del giudice Falcone, della moglie e degli agenti della scorta quando i lavoratori scesero in piazza per ‘rilanciare la vertenza’ contro l’illegalità la sopraffazione che avevano privato la nostra terra di grandi uomini e donne dello Stato, così ribadiremo che per contrastare la mafia serve un forte e corale No ogni giorno”. Così il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, annuncia la partecipazione del sindacato, come ogni anno con tutte le sue federazioni enti e associazioni, alle iniziative previste per il prossimo 23 maggio a Palermo organizzate dalla Fondazione Falcone, quando ricorreranno i trentuno anni dalla strage di Capaci, in cui persero la vita  il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Il sindacato sarà presente con una pettorina identificativa, che porta due frasi (‘Italia parte civile’ da un lato e ‘Per non Dimenticare, gli uomini passano, le idee restano ..continueranno  a camminare sulle gambe di altri uomini’, dall’altra), al corteo che nel pomeriggio partirà da Porta dei Giganti (via Duca della Verdura) per dirigersi verso l’albero Falcone e assistere al minuto di silenzio alle 17,58. “La società civile, il mondo del lavoro, devono tenere accesa quella fiamma che portò in piazza migliaia di lavoratori nell’anno terribile delle stragi, la coscienza antimafia è fatta di scelte quotidiane che portano a far prevalere il legale sull’illegale, il rispetto sulla sopraffazione, il bene della collettività contro quello dei mafiosi. Le istituzioni devono essere protagoniste di questo percorso – aggiunge La Piana – che è l’unico che possa portare allo sviluppo del nostro territorio, perché liberandoci dell’economia sommersa e illegale, possiamo far rinascere l’economia pulita, buona, quella che porta a creare un futuro per i nostri giovani”. La Piana conclude “I giudici Falcone e Borsellino, tutte le donne e uomini della scorta, come tutte le vittime di mafia, ci hanno lasciato questo grande messaggio: ogni No a tutte le forme di condizionamento è un passo in avanti in questa battaglia che bisogna vincere tutti insieme”. 

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