martedì, 19 Marzo 2024
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Non si sa come e Lucio in streaming su YouTube: il Teatro Biondo omaggia Pino Caruso e Franco Scaldati

Il Teatro Biondo di Palermo rende omaggio – con due preziosi documenti d’archivio che
propone per il ciclo #BiondoStreaming – a Pino Caruso e Franco Scaldati, due artisti
siciliani che hanno segnato in modo diverso la storia e l’identità della nostra cultura teatrale.

Domenica 31 maggio, alle 20.00 sul canale YouTube del Biondo, è in programma Non si sa come di Luigi Pirandello, l’ultimo spettacolo diretto e interpretato da Pino Caruso,
scomparso nel marzo dello scorso anno. Negli ultimi anni di attività Caruso aveva affrontato
Pirandello, interpretando Il berretto a sonagli per la regia di Giuseppe Dipasquale, Il gioco
delle parti diretto da Nando Sessa e, appunto, Non si sa come, che aveva anche adattato e
diretto nell’allestimento prodotto dal Teatro Biondo nel 2015.
In scena, al fianco di Caruso, che interpreta il ruolo di Romeo Daddi, ci sono Giusi Cataldo
(la moglie Bice), Alessio Di Clemente, Emanuela Muni e Roberto Burgio. Le scene sono
di Enzo Venezia, i costumi di Dora Argento.
Al centro della vicenda è Romeo Daddi, personaggio serio e rispettabile, innamorato della
moglie e buon amico di Giorgio Vanzi. Eppure – non si sa come – gli accade di tradire
entrambi con Ginevra, amica di famiglia e moglie di Giorgio. Un gesto istintivo, come
spiegherà lo stesso Romeo, non dettato da alcun sentimento e apparentemente inspiegabile.
Come se non bastasse, durante la sua confessione, l’uomo racconta un altro delitto commesso per “futili motivi” quando era ragazzo.
Pino Caruso ha affrontato in chiave psicoanalitica uno dei testi più drammatici di Pirandello,
immaginando che questi possa essere stato un paziente di Freud, il quale, a sua volta, potrebbe essere un personaggio pirandelliano. «In altre parole – scriveva Caruso nelle note di regia – mentre Pirandello è freudiano, Freud è pirandelliano. Ti rendi conto che alcune sue commedie avrebbe potuto scriverle proprio Freud, come alcuni trattati di psicanalisi avrebbe potuto concepirli Pirandello. Si chiude il cerchio di una scoperta della mente sulla mente, che inventa un modo di leggere l’anima dell’uomo e i percorsi del suo cervello. Come dire che i miracoli li fa la scienza, la quale si fa letteratura, che si fa – in pensieri, parole e opere – teatro».

Lunedì 1 giugno, nel settimo anniversario della morte di Franco Scaldati, alle 20.00 su
YouTube andrà in streaming Lucio, uno dei testi più belli e rappresentativi del repertorio del
drammaturgo palermitano, nella messa in scena diretta da Franco Maresco con la
collaborazione di Umberto Cantone. Prodotto dal Teatro Biondo nel 2014, adattato dallo
stesso Maresco insieme a Claudia Uzzo e interpretato da Mimmo Cuticchio, Melino
Imparato e Gino Carista, lo spettacolo si avvale delle scene e dei costumi di Cesare
Inzerillo e Nicola Sferruzza, delle musiche di Salvatore Bonafede e dei video di Francesco
Guttuso e Giuliano La Franca. A meno di un anno dalla sua scomparsa, il Teatro Biondo rendeva omaggio a Franco Scaldati
affidando uno dei suoi testi più belli ed evocativi al regista Franco Maresco, che aveva diretto
Scaldati nel film Il ritorno di Cagliostro e che l’anno successivo gli avrebbe dedicato il
documentario Gli uomini di questa città io non li conosco.
Lo sguardo estremo e graffiante di Maresco, la sua disincantata ed eccentrica analisi
dell’immaginario palermitano incontrano la poesia visionaria e senza tempo di Scaldati. Il
regista ha lavorato sulla versione del testo che lo stesso Scaldati aveva rivisitato in vista di
questa messa in scena.
I personaggi di Lucio e Illuminata, di Pasquale e Crocifisso, di Ancilà e Ancilù incarnano
l’universo onirico e allo stesso tempo concreto del poeta siciliano. La violenza, il desiderio, la
passione sottesi nel testo, nelle storie sospese tra la vita e la morte, tra il sonno e la veglia, si dispiegano in un campionario di situazioni e apparizioni, cui Maresco dà forma tra teatro e
cinema, con il contributo di uno storico attore scaldatiano, Melino Imparato, di una
“maschera” del teatro palermitano come Gino Carista.
Scritto nel 1977, Lucio può essere considerato il manifesto poetico del teatro di Scaldati, del
quale l’autore scrisse: «Mettiamo che Lucio (gobbo e mutilato) sia l’ultimo uomo, mettiamo
che Lucio abbia del passato un vago ricordo biologico, mettiamoci pure l’innocenza, il gioco,
la luce, il mare, le montagne, gli alberi, il peccato, mettiamo che Lucio senta nella luce l’unica (prima o ultima) possibilità di essere».

Sempre lunedì 1 giugno, alle 16.00 in diretta Facebook, il Teatro Biondo dedicherà il
consueto appuntamento del Foyer in salotto a Franco Scaldati: interverranno Domenica
Perrone, docente di letteratura italiana contemporanea, e Roberto Sottile, docente di
linguistica e dialettologia dell’Università di Palermo, il critico Guido Valdini, l’attore
Melino Imparato.

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