domenica, 28 Aprile 2024
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L’Immacolata di Palermo tra tradizione e sacralità

Alle ore sedici dell’otto dicembre ha inizio la processione palermitana più seguita del periodo d’Avvento, una delle tradizioni maggiormente radicate nella nostra città.

Ogni anno, tanti palermitani e non, accorrono alla piazza San Domenico per assistere a una scena emozionante: l’omaggio floreale alla Vergine, che si trova in alto alla colonna, che i vigili del fuoco porgono, salendo su una scala. Questo momento non è che una sosta del cammino che i portatori del simulacro della Immacolata compiono nella giornata che le viene dedicata. Risale al 1660 la prima processione, ed era il 1718 quando alcuni uomini dell’ordine degli artigiani decisero di portare sulle spalle e coi piedi nudi la pesante statua d’argento che era stata realizzata nel 1647.

Dopo il terremoto del 1726 la devozione alla Vergine divenne tale da rendere ufficiale l’impegno di questi uomini. Nasce così la “Congregazione delli schiavi dell’Immacolata Maria del Porto e Riporto della bara”, poi nota semplicemente come Confraternita del Porto e Riporto, così detta per l’impegno preso di accompagnare la vara e riportarla alla sua sede. Così, ancora oggi, si assiste a questa processione sentita da tanti palermitani, con i confrati dall’abitino celeste bordato di bianco, che parte dalla chiesa di San Francesco d’Assisi, sosta davanti San Domenico per l’omaggio floreale, e arriva fino alla Cattedrale. Dopo che confrati e autorità hanno firmato il verbale dell’avvenuta processione, il corteo fa il percorso inverso, tornando alla chiesa di S. Francesco.

L’immagine rappresentata con l’argento si rifà alla visione  contenuta nel libro dell’Apocalisse di una donna sotto i cui piedi era la luna e con la testa coronata da dodici stelle. Nel Settecento vengono aggiunti gli angeli alla base e nell’Ottocento il globo fasciato dai dodici segni zodiacali che si trova sotto i piedi. Piccolo particolare, su un lembo tra i decori del manto, compare una stella cometa, che allude alla nascita di Gesù. Degna di nota è la corona, realizzata nel Settecento: oro, argento e gemme sono per la maggior parte ex-voto offerti dai nobili, cui si aggiungono altre gemme alla base che risalgono al secolo scorso.

L'uscita del simulacro in una foto storica
L’uscita del simulacro in una foto storica

La devozione alla Vergine, che oggi sembra quasi scomparsa in favore di santa Rosalia, era invece molto sentita dai cittadini di Palermo, divenendo, di fatto, la prima Santa patrona della città. Questo sentimento si rafforzò nel periodo di pestilenza del 1624, e a questo antico legame si collega il “voto sanguinario” che il sindaco fa la sera della vigilia, giuramento con il quale egli affida la città all’Immacolata e si impegna a difendere l’Immacolato Concepimento anche a costo di spargimento di sangue, donando anche degli scudi d’argento in memoria di un’antica donazione fatta per le celebrazioni.

Le celebrazioni terminano domenica 17 dicembre con la donazione della cera da parte delle confraternite e la consacrazione delle famiglie e dei neonati all’Immacolata e infine con la chiusura del simulacro nella cappella. In questo stesso giorno la comunità domenicana partecipa alla messa solenne nella chiesa francescana. Va precisato, infatti, che il percorso della processione e la sua sosta presso San Domenico rinnovano la fratellanza tra Domenicani e Francescani dopo un lungo periodo di divisioni, a evidenza della cui conclusione fu posta la statua dell’Immacolata sulla colonna davanti la sede domenicana.

Fonte della foto storica: G. Pitrè, La famiglia, la casa la vita del popolo siciliano.

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