sabato, 27 Luglio 2024
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E adesso che faccio visto che sono finalmente in pensione?

Bella domanda, io me la canto e io me la suono, vediamo di rispondere a questo quesito.

Ieri un mio collega che da qualche anno è in pensione, mandandomi, come ogni giorno i saluti del buongiorno su Messenger, mi ha scritto: “oggi è San Paganino”. Io gli ho risposto che oramai non è più San Paganino neanche per me, visto che da quasi un mesetto sono uno dei “fortunati” che fa parte della schiera dei retribuiti da parte dell’Inps.

E già, dopo 36 anni, 5 mesi e 25 giorni, anch’io sono finalmente un uomo libero, ho finito di scontare la mia pena. Scherzo naturalmente, o no?

Un altro collega mi aveva detto: “saranno brutti i primi giorni, perché il distacco sarà pesante poi, col tempo, ti abituerai e allora il distacco ti sembrerà meno gravoso”, io gli risposi serafico: “non credo sai. Personalmente non vedevo l’ora di lasciare l’azienda che ho onorato durante il mio servizio, anche in considerazione di come mi hanno trattato negli ultimi anni, ma comunque lasciamo stare, meglio pensare alle cose belle, e alle tante cose che ho sempre rimandato e che adesso potrò fare”. Prontamente lui mi rispose: “e già tu hai molti interessi, molti hobbies, la pittura, la scrittura e il giornalismo”. Con il cenno della testa ho annuito ed ho aggiunto: “esatto, e poi adesso ho un impegno in più, annacarimi me nipute (ovvero per i non siculi: godermi mio nipote)”.

A questo punto è necessaria una riflessione, ovvero è giusto che per andare in pensione, questo è il mio caso e quello di tanti altri lavoratori nelle mie stesse condizioni, un povero lavoratore debba attendere il raggiungimento dei 67 anni di età? Cara la mia professoressa Fornero e con lei tutto il governo di allora, non le sembra di avere esagerato nel fare approvare codesta legge? Per me è una vessazione, basta immaginare, come ad esempio nel settore dove ho prestato la mia attività lavorativa, vedere operare i collegi ultra sessantenni nel compiere lavori manuali, dove ci vuole un certo impegno fisico, non è esaltante.

Ritengo che neanche i lavori “intellettuali”, come nel mio caso, siano meno gravosi di quelli manuali, senza andare lontano prendo ad esempio il lavoro che svolgevo, lavoro impegnativo, dove una qualche lieve disattenzione, poteva indurre a fare errori rilevanti. Purtroppo ad una certa età non c’è più l’elasticità mentale o la forza fisica di quando si è giovani e a compiere qualche disattenzione non ci vuole molto.

Dovevo concentrarmi il doppio rispetto a prima, una pratica la vedevo e rivedevo più volte e qualche volta mi confrontavo con un collega o con la collega di stanza per cercare di non fare errori quindi, devo ammettere che perdevo il doppio del tempo rispetto a prima, e quando le pratiche dovevano essere sbrigate velocemente, qualche dubbio se avevo fatto bene rimaneva provocandomi molto stress.

Cara proff Fornero la sua legge è sbagliata, andava bene andare in pensione dopo i sessant’anni, magari con qualche penalizzazione, deve essere il lavoratore a scegliere quando ritirarsi dal mondo lavorativo e, il massimo non deve superare i sessantacinque anni, adesso si parla addirittura di elevare il limite di età a settant’anni, ma siamo pazzi?

Ed elemento non da poco: quando libereremo i posti di lavoro per i giovani che essendo più “freschi” anche mentalmente, sicuramente producono molto di più?

Comunque ritornando al fatto che adesso sono in pensione, sono felicissimo, le ho tentate tutte per andarci prima, ma purtroppo non ci sono riuscito, ho dovuto pazientare, ma alla fine c’è l’ho fatta, gli agognati sessantasette anni sono finalmente arrivati.

Adesso mi si spalanca il mondo intero, potrò dedicarmi di più alla famiglia soprattutto al mio meraviglioso nipotino, a cui mio figlio e mia nuora, facendomi un meraviglioso regalo, hanno messo il mio nome. Non ci tenevo, ma questa loro scelta mi ha fatto davvero molto, ma molto felice, un altro Giuseppuzzo Carollo scorrazzerà nel mondo.

Altre cose mi sono prefissato di fare, come ad esempio un viaggio con la mia dolce metà che ho sempre ritardato per mancanza di tempo ma soprattutto per mancanza di munita (sempre per i non siculi: moneta), la mia idea e quella di rinverdire un ricordo, una specie di viaggio di nozze 2.0 come si direbbe oggi, ma in maniera diversa. Vivere un’avventura con lo zaino in spalla e con tanta voglia di esplorare e vedere posti nuovi, soprattutto di immergersi nella natura, nei paesaggi e nella storia.

Vorrei riprende anche, la mia passione sopita di tornare a suonare la batteria, comprando in primis i pezzi e i marchingegni tecnologici occorrenti per coronare al meglio questa passione che da troppo tempo ho messo da parte.

La pittura, la scrittura, la recitazione che ne facciamo? Anche se mia moglie sarà contrariata, riprenderò a dipingere e me ne frego se non ho più spazio dove appendere i quadri in casa, le pareti della mia casa oramai sono sature dei miei quadri, prima o poi troverò una anima buona che me li farà vendere, fino ad adesso non ci sono riuscito. Per quanto riguarda la scrittura ho già pronto da tempo altre due pubblicazioni, devo solo fare la correzione finale e poi devo trovare un editore, ma questo non sarà difficile.

Il giornalismo: adesso mi potrò dedicare anima e corpo a esercitare il mestiere del giornalista quasi a tempo pieno, ho in mente di fare un blog, anche se questo è molto impegnativo, dove potrò scrivere sui fatti del giorno, fatti di politica da quella cittadina a quella internazionale e tanto altro.

Tornerò a passeggiare per cercare soprattutto di smaltire i chili di troppo che ho messo in questi ultimi anni per la troppa inattività e, visto che adesso ho più tempo, riesumerò la mia vecchia bici per farmi delle belle passeggiate in libertà.

In ultimo, anche se non è la meno importante, tra poco tornerò ad esibirmi in teatro con la mia compagnia “Gli annacquati”, la pandemia ci aveva fermati, ma adesso riprenderemo più convinti di prima.

Insomma, il chiffari (da fare) non mi mancherà, almeno le buone intenzioni ci sono e spero di coltivarle al meglio. In ultimo voglio fare un invito a tutti coloro che sono in pensione, non abbattetevi, non poltrite, debbo ammettere che anch’io sono stato tentato di sprofondare nel mio solito divano e vedere i miei programmi preferiti specie i film, ma questo va fatto con moderazione, se no rischiamo di mettere su peso, visto che saremo tentati di sgranocchiare tutto il giorno, e poi sicuramente ci annoieremo a morte, più non si fa nulla e più viene di non fare nulla. Pantofolai assolutamente no!

Visto che ora finalmente il covid ci sta lasciando più liberi – con moderazione però le precauzioni non vanno abbandonate e dobbiamo stare sempre all’erta, mai abbassare la guardia sarebbe un errore – usciamo, passeggiamo, dedichiamoci ai nostri hobby, se non li abbiamo creiamoceli, non è difficile. Insomma non lasciamoci andare altrimenti sarebbe la fine, sveglia! Ci vuole poco per essere attivi.

Infine, non mi resta che augurare ai giovani, di potere vivere una vita lavorativa piena ma con la giusta retribuzione e soprattutto con la certezza che ad un certo punto della loro vita potranno andare in pensione e vivere economicamente dignitosamente.

Alla prossima cari lettori e mi raccomando diamoci da fare, siamo reattivi.

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