sabato, 27 Luglio 2024
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Contessa Entellina: il Parco di Segesta, la Normale di Pisa e la ripresa degli scavi a Entella

A CATANIA PALAZZO INGRASSIA SI PREPARA A UNA CAMPAGNA DI SCAVI. AL PARCO LILIBEO GLI SCAVI PORTANO IN LUCE UN INCROCIO SULLA PLATEIA E UN EDIFICIO SACRO. LA TESTA DI DAMA FLAVIA FINALMENTE ESPOSTA AL MUSEO DI PALAZZO TRIGONA

La Scuola Normale di Pisa torna a scavare insieme al Parco Archeologico di Segesta, nel sito di Entella, Contessa Entellina (PA). La nuova missione, nell’ambito della convenzione sottoscritta tra la direttrice del Parco di Segesta, Rossella Giglio e il direttore della Normale, Luigi Ambrosio, impegnerà archeologi, studiosi e ricercatori nell’area archeologica che si trova a 545 metri sul livello del mare, oggetto di indagini già da oltre 30 anni.

Sul pianoro sommitale della Rocca in cui si trova la zona di scavo sono stati messi in luce edifici monumentali di età classica, ellenistica e medievale all’interno di imponenti fortificazioni di epoca classica e medievale. Nell’area è stata anche individuata ed esplorata una necropoli con differenti fasi cronologiche di epoca ellenistica, romana e medievale oltre a impianti artigianali di età arcaica.

Questa nuova missione archeologica della Scuola Normale Superiore di Pisa – coordinata da Anna Magnetto, responsabile scientifico del Laboratorio di Storia Epigrafia Archeologia e Tradizione dell’Antico della Normale e dall’archeologa Rossella Giglio, direttrice del Parco – è diretta sul campo da Maria Cecilia Parra, Alessandro Corretti e Chiara Michelini.
Le ricerche e lo studio su Entella dal 2018 rientrano anche nel “Progetto Elymos”, voluto dalla Direttrice del Parco, Rossella Giglio.

Le aree dove si concentrano gli scavi di questa ultima missione saranno il complesso monumentale del Vallone est e il Palazzo fortificato medievale. Nel vallone orientale sono state riprese indagini mirate alla conoscenza del grande complesso pubblico che, tra il VI e il III secolo a.C., si articolò su quattro terrazze digradanti, costituendo il fulcro della città antica. In quest’area vi era probabilmente anche l’agorà, la piazza pubblica che era sede delle attività istituzionali.

Nell’area del palazzo fortificato medievale, infine, sono stati già portati alla luce i percorsi di accesso all’imponente complesso normanno-svevo, indagando zone che rivelavano anche strutture preesistenti di epoca ellenistica e romana.

CATANIA, PALAZZO INGRASSIA SI PREPARA A UNA CAMPAGNA DI SCAVI

Avviate a Catania le attività preliminari di pulizia straordinaria e di bonifica dell’area su cui, a partire dal prossimo mese di ottobre, prenderà avvio il “progetto Archeologico Montevergini” con indagini nell’area dei Giardini di Palazzo Ingrassia.

La campagna di ricerca sarà realizzata nell’ambito della convenzione stipulata tra l’Università di Catania, la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Catania e il Parco archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, con il supporto del Comune di Catania e del Comitato popolare Antico Corso.

Il progetto ha come obiettivo quello di indagare una parte della collina di Montevergine non interessata dalle imponenti campagne di scavo che, dagli anni ’80 in poi, hanno restituito importantissimi dati sulle fasi più antiche della storia della città.

L’ottocentesco Palazzo Ingrassia, così denominato perché intitolato al famoso medico siciliano Gian Filippo Ingrassia (1510-1580) e già sede dell’Ateneo Catanese, fu costruito sui resti di un Ninfeo Romano. L’imponente struttura, parte del Monastero dei Benedettini e oggi importante sede di riferimento del polo umanistico, è condivisa per una parte con il Dipartimento di Archeologia e con l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (IBAM) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Le attività sono coordinate da Simona Todaro docente dell’Università di Catania, da Gioconda Lamagna, direttrice del Parco archeologico e da Michela Ursino per la Soprintendenza dei beni culturali diretta da Donatella Aprile, ed effettuate con la partecipazione degli studenti dei corsi di laurea in Beni culturali e Archeologia, prevedono anche momenti di divulgazione con specifiche azioni di archeologia partecipata rivolte agli abitanti del quartiere e a quanti interessati.

PARCO LILIBEO: GLI SCAVI PORTANO IN LUCE UN INCROCIO SULLA PLATEIA E UN EDIFICIO SACRO

La nuova campagna di scavi condotta dall’Università di Ginevra, in corso al parco archeologico di Lilibeo-Marsala procede con importanti rinvenimenti relativi alla topografia e all’urbanistica della città punico-ellenistica e romana.

Le indagini, condotte dall’archeologa Alessia Mistretta, hanno fatto emergere uno stenopo, ovvero un incrocio con la Plateia orientata in senso Est/Ovest che era stata portata in luce nel corso degli scavi del 2017 condotti dalla stessa archeologa insieme a Lorenz Baumer; un ritrovamento che aggiunge nuovi e interessanti elementi di conoscenza all’impianto dell’antica struttura urbana.

Nell’ampliamento dello scavo è stata rinvenuta, inoltre, parte di una poderosa struttura in blocchi isodomi (ovvero di uguale altezza e dimensioni) relativa a un’area di culto che, secondo l’ipotesi della stessa professoressa Mistretta che sta conducendo le indagini, doveva rappresentare il primo sacello punico della città cartaginese.

La missione, fruibile a cantiere aperto, è stata avviata a inizio settembre con l’obiettivo di completare e mettere in luce il modulo planimetrico di uno degli isolati della colonia punico-ellenistica dell’antica città. E domenica 26 settembre, nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, si è svolta una visita guidata al cantiere di scavo.

Le campagne di scavi, condotte nel 2017 da Lorenz Baumer e Alessia Mistretta, avevano portato in luce uno degli assi viari di età tardo-imperiale, una nuova Plateia orientata in senso Est/Ovest, realizzata con basole regolari e perfettamente conservate oltre a un monumentale complesso edilizio, ad essa prospiciente, articolato su due livelli e composto da almeno 6 ambienti serviti da un sistema di canalizzazione che sembra essere in uso almeno a partire dal periodo tardo-repubblicano (40-20 a.C.).

La missione portata avanti dall’Unità di Archeologia Classica dell’Università di Ginevra è solo una delle due campagne di indagini in corso in questi giorni a Marsala; l’altra è condotta dalle Università di Amburgo e di Palermo e mira alla realizzazione della ‘Carta archeologica di Lilibeo’, finalizzata alla ricostruzione dettagliata dell’abitato e delle vaste necropoli della città antica: uno strumento di indagine importante non solo per gli archeologi, ma anche per le istituzioni e i professionisti che devono effettuare interventi di manutenzione e progettazione all’interno del centro storico.

La missione, coordinata da Martina Seifert dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Amburgo, Antonella Mandruzzato del Dipartimento Culture e Società e Mauro Lo Brutto del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, è stata impegnata in queste settimane nel rilievo della necropoli monumentale di Via del Fante e dei resti della Domus di Via delle Ninfe. Per la realizzazione dell’impresa si stanno utilizzando tecniche di rilievo topografico integrate con rilievi aerofotogrammetrici eseguiti con l’uso di un ‘drone’ (Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto) e di laser scanner che consentono la ricostruzione tridimensionale di alcuni contesti monumentali.

La nuova campagna di indagine, programmata per la prossima primavera, continuerà nelle attività di rilievo dei monumenti presenti nei siti archeologici urbani al fine del loro inserimento nella pianta a scala dettagliata e della loro valorizzazione.

LA TESTA DI DAMA FLAVIA FINALMENTE ESPOSTA AL MUSEO DI PALAZZO TRIGONA

La “Dama Flavia” dalla scorsa settimana si trova all’interno del museo di Piazza Armerina dove è esposta all’interno del Museo della città e del territorio di Palazzo Trigona.

Con la consegna della Testa da parte dei Carabinieri al direttore del Parco Archeologico di Morgantina e della Villa del Casale, Liborio Calascibetta, si pone, così, fine a una lunga vicenda che da anni condiziona la storia di questa scultura, rimasta a lungo sotto sequestro a seguito del ritrovamento dopo il furto scoperto nel 2006.

La restituzione della testa romana, ritrovata nel 2007 e affidata dai magistrati alla Soprintendenza di Enna in custodia giudiziaria, è stata fortemente voluta dall’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, che ha sollecitato gli uffici ad accelerare le operazioni successive al dissequestro e restituire il prezioso bene al territorio perché possa apprezzarlo all’interno del Museo Trigona.

OK DELLA V COMMISSIONE ARS AL FONDO DI SOLIDARIETA’ PER I PARCHI ARCHEOLOGICI

Il fondo di solidarietà per i parchi archeologici regionali, istituito con la legge di stabilità regionale 2021 su proposta dell’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, nei giorni scorsi, ha avuto parere favorevole dalla V Commissione – Cultura, Formazione e Lavoro dell’Assemblea Regionale Siciliana. Il fondo, in particolare,prevede che il dieci per cento delle risorse derivanti dallo sbigliettamento dei Parchi archeologici, per il triennio 2021/2023, vengano destinati a finanziare le spese di funzionamento, fruizione e valorizzazione dei Parchi con insufficiente dotazione economica.

Lo ha reso noto l’assessore Alberto Samonà che era ascoltato in audizione dalla Commissione presieduta dall’on. Luca Sammartino in merito al Fondo che andrà a sostenere quei Parchi archeologici regionali le cui entrate fino ad oggi non consentivano di effettuare una compiuta programmazione delle attività.

PONTE PER LA CULTURA: SICILIA-CALABRIA: L’INCONTRO A TAORMINA

Il ponte culturale tra Sicilia e Calabria si arricchisce di un nuovo incontro che si è svolto ieri, domenica 26 settembre, a Taormina, nella sede di Palazzo Ciampoli. L’incontro fa seguito al precedente di qualche giorno fa, organizzato a Taurianova (Reggio Calabria).

Ospite d’eccezione, Padre Alessio Mandanikiotis, asceta ed eremita, testimone di un’antica tradizione spirituale, che di recente è stato insignito del Sacro Angelico abito monastico: un riconoscimento religioso del quale non si aveva memoria in Occidente negli ultimi cinque secoli.

Il progetto, ideato e voluto dall’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà e dal Presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, parte da una comune visione, a partire dalla cultura greca e da una progettualità culturale che vede Calabria e Sicilia insieme per uno sviluppo possibile proprio a partire dai temi della cultura e dalla valorizzazione dell’identità.

“Un ponte per la Cultura”, coordinato per la Calabria dall’archeologa Mariangela Preta, e per la Sicilia dalla professoressa Fulvia Toscano, vede alcune tematiche comuni affrontate da esperti del settore: in particolar modo si mirerà a divulgare e valorizzare la storia e la cultura intese come pluralità, ovvero somma delle storie e delle culture locali, con l’obiettivo di tutelare e trasmettere il valore che hanno per la comunità, sottolineandone, in particolare, la dimensione di bene comune e il potenziale che può generare per lo sviluppo dei territori.

Un appuntamento a più voci, un ponte, dunque, fra due regioni sorelle, che vedrà la presenza a Taormina di diversi studiosi e operatori culturali che declineranno alcuni importanti aspetti dalla comune facies greco-bizantina, e non solo. L’evento, introdotto da Gabriella Tigano, direttrice del Parco archeologico di Naxos-Taormina, che promuove l’evento insieme all’Assessorato Beni Culturali, e dal professor Mario Bolognari, sindaco di Taormina, ha visto la partecipazione dell’Assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà e del presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, c’è stato inoltre un intervento in collegamento della sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni.

Al dibattito hanno anche preso parte Daniele Macris, presidente della “Comunità ellenica dello Stretto”, il Sindaco di Piana degli Albanesi, Rosario Petta e la studiosa calabrese Serena Notaro, intervenuti sulle peculiarità della cultura arberesh. Approfonditi inoltre i saperi delle donne con un focus sulla tradizione del filato e della tessitura a cura della professoressa Mariada Pansera, e uno sulla Calabria delle donne affidato a Mariangela Preta, direttrice del Polo museale di Soriano Calabro. Trattato anche il tema dei sapori, con particolare riferimento alla dieta mediterranea, con il prezioso contributo del professore Giacomo Dugo per toccare, quindi, il fondamentale aspetto della rinascita dei borghi e delle piccole patrie, grazie alla testimonianza del coordinatore dell’Associazione dei Borghi più belli d’Italia – sezione per la Sicilia, Salvatore Bartolotta.

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