venerdì, 19 Aprile 2024
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Concorsi per direttore generale, per Ferrandelli “scelta assai irrituale”

Oggi Fabrizio Ferrandelli, candidato a Sindaco di Palermo, interviene sui concorsi per direttore generale banditi dalle aziende partecipate del Comune: Gesap, Amap, Sispi e Amat.

“Guarda caso – dichiara Fabrizio Ferrandelli, candidato a sindaco di Palermo – dopo circa due anni di vacatio della funzione di direttore generale, il Consiglio di amministrazione di GESAP avverte solo adesso l’esigenza di ricoprire quella funzione. Anche l’AMAP si sveglia solo adesso, nonostante la nomina dell’attuale direttore generale facente funzione sia scaduta ad  agosto dell’anno scorso. E che dire della SISPI, dove il direttore generale non c’è dal 2008, dopo l’uscita di FINSIEL? Mentre il Consiglio di amministrazione di AMAT, nonostante abbia nominato l’attuale direttore generale a marzo scorso (2016), dopo che il posto era rimasto vacante da ottobre 2014, sente l’impellente esigenza di mandarlo a casa per nominarne un altro”.

“Una tempistica quella scelta dalle quattro società partecipate dal Comune, assai irrituale – prosegue il leader del movimento dei Coraggiosi – visto che si stanno muovendo tutte insieme, dopo anni di inerzia, proprio in piena campagna elettorale. Un vero e proprio colpo di coda, quando invece dovrebbero limitarsi a garantire la piena efficienza dei servizi locali e la gestione amministrativa ordinaria, visto che tra proco potrebbero essere mandati a casa, dai palermitani, insieme al sindaco uscente: e invece, cosa fanno? Pretendono di scegliere loro, adesso, il direttore generale, piuttosto che aspettare rispettosamente le decisioni dei palermitani”.

“Una manovra inopportuna non solo nei tempi, ma anche nelle modalità: nonostante i bandi prevedano la nomina di una commissione, a questa è stato affidato solo il compito di selezionare i candidati ‘idonei’ da sottoporre poi al Consiglio di amministrazione, nominato direttamente dal sindaco uscente, che a loro volta sceglierà il direttore generale.

Si tratterà quindi di nomine “fiduciarie” da parte di soggetti di fiducia del sindaco, e non di vincitori di un vero concorso pubblico” aggiunge poi Ferrandelli.

Ed in tal senso, la procedura scelta non sembrerebbe neppure pienamente rispettosa delle direttive date alle partecipate dal Consiglio Comunale con la delibera n.1 del 1° gennaio 2016, laddove è previsto il rispetto dell’art.18 del DL 112/2008 e del comma 3 dell’articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001 D.Lgs.165/2001. “La procedura scelta, infatti – rilancia ancora il candidato a sindaco di Palermo – sembrerebbe aggirare il vincolo previsto per le commissioni, dove non devono sedere componenti dell’organo di direzione politica dell’amministrazione, a difesa del buon andamento e l’imparzialità della procedura concorsuale, facendo in modo che non si verifichino ingerenze degli organi politici, conoscenze personali e pericoli di contiguità. Ma a che serve, in questo caso, una commissione indipendente se questa può solo selezionare gli idonei,mentre la nomina vera e propria è riservata proprio al Consiglio di amministrazione, ovvero a coloro che per legge non possono far parte della commissione di valutazione?”.

Ferrandelli poi conclude: “Quindi, a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato amministrativo, il sindaco uscente irrompe in piena campagna elettorale con l’annuncio dell’avvio delle procedure di selezione dei direttori generali per le quattro partecipate del Comune di Palermo, ai quali andrà riconosciuto uno stipendio tra 130 e 190 mila euro l’anno, anche con l’evidente obiettivo di occuparne la gestione, per i prossimi anni, con dirigenti di propria fiducia. Obbligando quindi di fatto il nuovo sindaco che verrà scelto a breve dai palermitani, ad affidare le proprie strategie sui servizi locali a uomini di fiducia della precedente amministrazione.

Un’ipoteca sul futuro di Palermo che se da un lato rappresenta un grave segnale di debolezza, dall’altro lato inserisce un elemento gravemente distorsivo in piena campagna elettorale, che gioca solo a favore del sindaco uscente perché avviene proprio nel momento in cui ha formalizzato la propria ricandidatura.

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