mercoledì, 1 Maggio 2024
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Un pomeriggio di scambi e confronto: UILDM Palermo incontra i ragazzi del Centro Filippone

L’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare – Sezione di Palermo, che si occupa di organizzare varie attività rivolte ai propri assistiti diversabili, nell’intento di realizzare nuove esperienze di integrazione e socializzazione anche verso altre realtà, è stata protagonista ieri con gli ospiti del Centro Filippone di Palermo, sede dell’associazione Madre Serafina Farolfi, di un pomeriggio speciale.

Un’iniziativa che è stata resa possibile anche grazie alla disponibilità e al buon cuore dei neo volontari del servizio civile.
“Un tempo eravamo alla ricerca di chi poteva offrire ai nostri ragazzi momenti di allegria e di sano divertimento – afferma Giuseppina Corso, Vice presidente UILDM Palermo -. Ora, siamo noi che, impegnati nel campo artistico e musicale, offriamo ad altri giovani svantaggiati, per situazioni familiari difficili, momenti di gioia e di divertimento”.

Nella giornata di ieri, infatti alcuni componenti della UILDM palermitana, si sono recati in visita al Centro Filippone, interagendo con un gruppo di bambini e ragazzini assistiti da un’altra associazione di volontariato, e realtà sociale cittadina, che è quella di “Madre Serafina Farolfi” con sede in via Filippone, e diretta da Aurora Mangano.

“Un incontro specialissimo con bambini e adolescenti che ci aspettavano sorridenti, e forse anche un pò curiosi – racconta la Vice presidente Corso -. L’ambiente è stato reso molto accogliente con addobbi floreali sulle pareti, realizzati con tanta fantasia dai bambini. Inconsapevolmente per molti di loro abbiamo interrotto il doposcuola, che è stato poi generosamente offerto dai volontari”.

Non sono mancati momenti di festa e canti, accompagnati dalla chitarra della volontaria UILDM, Virginia Manco. Inoltre, sono stati distribuiti ad ogni bambino e bambina dei piccoli pacchetti con snack vari.

“Questi bambini – conclude Pina Corso – grazie all’Associazione che li assiste, possono così studiare serenamente e fare sport nel cortiletto attiguo, superando così le varie difficoltà familiari in cui, purtroppo, sono costretti a vivere. E dove, a ciò si aggiunge un contesto cittadino, tra i più svantaggiati, che spesso porta i giovani ad abbandonare lo studio, con prospettive di vita poco rassicuranti. Dopo questa bella esperienza, ci siamo proposti di tornare ancora qui”.

 

 

 

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