lunedì, 29 Aprile 2024
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L’estate di Cinzia Nazzareno: la scrittura come catarsi

Riceviamo e pubblichiamo

«‘Cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua’. Sono una donna vintage, con musiche rigorosamente anni ‘70 e adoro scrivere in campagna: tutti i suoi non- suoni mi ispirano continuamente». Non esita a raccontare la sua estate Cinzia Nazzareno, affermata scrittrice siciliana alle prese con la gestazione del suo nuovo romanzo. Da una parte il foglio e la penna, per appuntare e spuntare visi e volti che via via emergono dal suo immaginario, dall’altra il pc, immancabile e necessario strumento per stendere e ordinare il lavoro letterario. E chissà quanti lettori hanno fantasticato su quale fosse il mood ideale che favorisca la nascita dei capolavori della letteratura, chissà quanti curiosi di scoprire a quali tipi di pratiche sono soliti rifarsi gli scrittori nel massimo momento di creazione…

Ebbene, la Nazzareno, docente di Niscemi, paese nel nisseno, ha trovato la sua condizione ideale in un ambiente bucolico proprio nel cuore della Sicilia – quella che in questo periodo offre al turista che la attraversa di fretta, orientato per altre località più dolci, vaste distese di grano appena mietuto, covoni e terreno impigrito e ingiallito, che si prepara all’autunno. Da qui, partendo dal basso e con molta umiltà, la scrittrice si è ritagliata un’ampia fetta di pubblico di lettori affezionati, dopo aver pubblicato con Bonfirraro editore “Il sole in fondo al cuore”, un romanzo intimistico che getta luce su uno dei più complessi e tormentati rapporti umani: il vincolo d’amore tra un padre lontano e una figlia distante, uno scritto che «ha sorpreso tutti, me in primis», come spesso ama ripetere lei stessa.

«Il sole in fondo al cuore è un piccolo miracolo– racconta – l’ho amato perché ha saputo emozionarmi: piangevo quando lo scrivevo perché stavo attraversando un periodo non proprio facile né tanto meno felice della mia esistenza. Rappresenta una sorta di ricompensa, un momento di catarsi. Oltre ad essere una confessione personale, è quasi un’autobiografia sociale, un racconto già conosciuto perché condiviso dal pubblico che ne ha decretato subito il successo e che ancora continua a riscuotere».

Un successo travolgente, insomma, che la Nazzareno spera di poter replicare con la prossima opera, in cui sta già traslando la sua anima più profonda: «man mano che creo i miei personaggi, provo a mettermi nei loro panni, non sempre facili da indossare e vivo i loro drammi come fossero miei».

Ma del suo nuovo lavoro rivela poche cose, si dice molto gelosa, come fosse un figlio che vede la luce: « spero però di consegnarlo presto all’editore e al pubblico, dai quali mi aspetto un giudizio autentico e sincero – confessa – ricerco sempre il forte impatto emotivo e questa volta ho posto l’accento su un dramma personale che diventa universale: è la tragica storia di un giovinetto, tanto dolce e gentile, che cerca disperatamente di vivere la sua transessualità in modo naturale ma che … e per adesso lasciamo un po’ di suspense».

Femminista convinta – una caratteristica che emerge già da Il sole in fondo al cuore, dove sono continui i richiami agli anni ’70 che fecero crollare le solide fondamenta delle istituzioni patriarcali – Cinzia si divide tra il lavoro, la famiglia e la vocazione letteraria. «Mi organizzo con estrema difficoltà, è inutile negarlo, ma ho imparato ad essere una discreta equilibrista. Cerco di dare il giusto spazio ad ogni cosa. A ciascuno il suo….appunto! La famiglia e il lavoro hanno la priorità, ma il momento più bello della mia vita è quello di creare storie, inventate o rubate alla deperibilità dei ricordi o, a volte, della cronaca e ricamare con parole e pathos un intreccio che possa intrigare, interessare, mettere quiete al mare in tempesta che spesso è la mia mente». Una ri- creazione di storie che avviene, appunto, in questo periodo dell’anno, ritenuto magico e fondamentale, ricco di suggestioni letterarie che lei assorbe come una spugna…«Si parlava della mia estate, dunque… Bene, Ho preso in prestito la battuta da una nota canzone, ma penso davvero che sia la mia definizione ideale. Credo che questa stagione sia in realtà uno stato d’animo, il momento migliore per ritrovar se stessi, per interrogarsi, per produrre. È il periodo più prolifico dell’anno da un punto di vista creativo, in tutti i campi».

Sì, perché oltre alla scrittura, la Nazzareno nutre diverse frementi passioni, come la lettura, che la accompagna per mano nel corso dell’anno e tantissimi piccoli amori che proprio in estate fanno capolino dai lunghi mesi grigi. «Si tratta di passioncelle che vanno dalla cucina, alla preparazione “inebriante” di rosolio alle erbe, fino al ricamo. Il ricamo appunto… credo faccia parte del mio universo letterario. Oltre ad essere pratica antica e tradizionale nella mia terra, che si tramanda attraverso le generazioni, penso abbia a che fare anche con la “letteratitudine”, in fondo cosa si fa per tutta la vita se non ricucire, rammendare.. e la scrittura cos’è se non l’ago delle nostre esistenze, che cerca di creare ponti tra le pezze umane?»

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