venerdì, 26 Aprile 2024
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Galleria Artetika mostra Alex Caminiti: “Ho partorito mio figlio ma non il suo cuore”

L’architetto e creativo Tiziano Di Cara presenta la mostra personale di Alex Caminiti dal titolo ‘HO PARTORITO MIO FIGLIO MA NON IL SUO CUORE’, ideata da Gigliola Beniamino Magistrelli, organizzata ed allestita dalla Galleria Artetika, in collaborazione con IL CIGNO Edizioni Roma.

La personale di Caminiti che si inaugura alla Galleria Artetika, 5 vetrine sull’arte, giovedì 23 marzo 2017, alle h.18,30, racconta l’indagine estetica di un artista siciliano di fama internazionale, il percorso di uno spirito poliedrico, artisticamente ribelle e provocatore, difficilmente incasellabile in uno stile preciso, in una forma precostituita, di un cuore composto da tanti pezzi. L’artista servendosi di colori forti e netti, di tratti precisi e ben definiti che non sono forme ma ‘non forme’ piuttosto, definisce il supporto quasi a trasporre il suo stesso vigore, gli stessi segni che solcano il suo petto. ( R. Rizzo)
IN ESPOSIZIONE più di 30 OPERE fra TELE e MAXI TELE (1,60 X 1,40 mt.) – SCULTURE e LAMIERE OPERATE E SMALTATE. Un artista molto particolare Caminiti, giovane ma con le idee molto chiare e con forte determinazione, tanto che la sua arte è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.
L’arte di CAMINITI mostra, giocando con oggetti, frasi, materiali, lettere e metafore, è un grido di protesta ed anche di sfida, sulla base del suo personale modo artistico, verso un mondo dove un certo perbenismo, che racchiude in sé sfumature dittatoriali, si unisce ad un narcisismo smodato e dilagante, dove l’uomo deve avere tutto sotto il suo controllo.Come dice lo stesso Caminiti, la sua arte: “Non esiste per ‘seguire uno stile’ o per ‘interpretare una tecnica’. E’ un’arte per le persone, per chi vuole conoscerla e possederla. In generale “Arte” è l’espressione di tante cose, tante quanti sono gli occhi di chi la osserva. Il mondo stesso è fatto di tanti elementi, ma così come per l’Artista non esistono dei veri e propri punti di rottura, non esistono in effetti dei veri e propri punti di contatto”.

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