giovedì, 2 Maggio 2024
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Commemorazioni. Palermo omaggia il poeta greco Nikifòros Vrettàkos

Il sindaco Leoluca Orlando, ieri in Largo Esedra, ha partecipato alla scopertura di una lapide commemorativa dedicata al poeta greco Nikifòros Vrettàkos scomparso nel 1991 e che soggiorno a Palermo dal 1970 al 1974. Erano presenti, tra gli altri,  il figlio del poeta, Kostas Vrettakos, regista cinematografico e il console di Grecia a Palermo, Renata Lavagnini.

 

Vrettàkos,  come altri  suoi connazionali, intellettuali e non, aveva dovuto lasciare il suo paese durante l’opprimente dittatura dei colonnelli (1967-1974). Dopo un breve periodo trascorso in Svizzera si trasferì a Palermo, dove  collaborò alla redazione del Dizionario greco-moderno italiano,  presso l’Istituto Siciliano di studi bizantini e neoellenici, edito nel 1992.

“Siamo qui – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – per rendere omaggio ad un grande poeta che ha amato Palermo e che ha trovato nella nostra città un luogo sicuro, lontano dal regime dei colonnelli che aveva massacrato la democrazia in Grecia. L’omaggio a Nikifòros Vrettàkos è anche un omaggio alla poesia e all’arte, spesso strumenti di contrapposizione alla violenza e all’oscurantismo dei fascismi e dei totalitarismi. Con questa targa rendiamo omaggio al singolo ma anche ai tanti che non hanno mai smesso di mantenere alta la bandiera della libertà e della cultura. Un caloroso ringraziamento va alla Console di Grecia, la professoressa Renata Lavagnini e l’Istituto siciliano studi bizantini e neoellenici e ai tanti appassionati e studiosi della cultura greco-bizantina che animano la nostra comunità”.

Note:

 

Dal settembre del 1970 al luglio 1974 Vrettàkos divise la sua quotidianità tra l’appartamento di piazza Edison 2 (con vista su Largo Esedra e via Libertà), dove abitava, e l’Istituto di via Noto 34, dove ogni pomeriggio partecipava alle riunioni del comitato di redazione del lessico. Il suo soggiorno a Palermo ebbe luogo in un periodo in cui era forte la partecipazione cittadina alle vicende politiche della Grecia, che la presenza nella nostra Università di molti studenti greci contribuiva a far sentire più vicine.  Il soggiorno palermitano, vissuto con lo stile riservato e appartato che gli era congeniale – ma bisogna ricordare la bella intervista rilasciata a Giuliana Saladino e pubblicata sul giornale L’Ora nel luglio 1974, con il titolo: “Un grande greco esule a Palermo” –  ha lasciato importanti tracce nella sua poesia, come mostra il volume di Poesie siciliane apparso nel 1990 e tradotto in italiano da V.Rotolo; tra queste “Viaggio in Sicilia”, “Via Libertà”, “Piazza Edison 2”, (v. allegati) e una “Ballata dell’ospedale Cervello”  (dove il poeta dovette essere  curato nella primavera del 1974).

Rientrato in patria dopo la fine del regime (24 luglio 1974), al poeta, già affermato come una delle maggiori voci del ‘900 greco, sono stati attribuiti riconoscimenti e onori, fra questi la nomina a socio della Accademia di Atene.

Della affissione della lapide, deliberata dal Comune di Palermo,  si è fatto promotore l’Istituto Siciliano di studi bizantini e neoellenici “Bruno Lavagnini”, presso cui l’illustre poeta prestò la propria opera per la redazione del Dizionario Greco moderno-Italiano.

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