martedì, 30 Aprile 2024
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La Befana vien di notte…ma da dove?

…con le sue scarpe rotte tutte le feste si porta via, lasciando dolci e carbone. E come ogni tradizione, in giro per l’Italia, di storie e leggende ne ha tante…

Il 6 gennaio si celebra l’Epifania del Signore o Adorazione dei Magi. Da una leggenda si racconta che i re Magi, cercando il bambin Gesù, avessero chiesto aiuto ad una vecchia. Lei rifiutò di aiutarli ma, pentita, si mise sulle loro tracce portando con sé un cesto di dolci. Andando nelle case a chiedere se fossero stati visti, la donna ne lasciava qualcuno ai bambini che incontrava, per farsi perdonare del torto che aveva fatto.

Come praticamente ogni festa religiosa ha un’origine pagana: infatti, la dodicesima notte dopo il solstizio d’inverno si celebrava la morte e la rinascita della natura. I romani credevano che delle donne volassero sui campi per propiziare i raccolti, mentre secondo altri culti le donne erano la personificazione dell’inverno.

Nel corso del Medioevo ogni rito considerato troppo pagano veniva proibito, così queste celebrazioni legate alla natura e anche al Cristianesimo furono modificate, e la figura di questa donna cambiò fino ad assumere quella di una buona vecchia che porta i doni ai bambini. La vecchiaia rappresenta l’anno finito, e portando doni e andando via propizia l’anno nuovo. Viene così accettata nella religione cattolica e il suo nome, Befana, non è che una alterazione del termine Epifania avutasi nel tempo.

Ancora oggi esiste, in alcune parti d’Italia, l’usanza di bruciare un fantoccio o una vecchia fatta di legno e stracci vecchi al fine di cacciare via l’anno vecchio e bene augurare quello nuovo, tanto è vero che carbone o cenere lasciati dalla Befana derivano proprio dai falò propiziatori.

L’immagine della Befana tradizionale è stata un po’ alterata da quella della strega di Halloween per l’unica analogia di essere legate alla notte e di volare; in realtà la Befana rappresenta una vecchia infreddolita e acciaccata come un anno che è finito e ha già dato i suoi frutti; ha calze pesanti, gonna lunga e rattoppata per proteggersi dal freddo, scarpe e non stivali, fazzoletto in testa e scialle o sciarpa di lana. Usa la scopa per volare: il volo rimanda alla credenza romana delle donne volanti sui campi, mentre la scopa rappresenta un antichissimo simbolo di purificazione, ossia il concetto di spazzare via il male dalle case.

E la calza? Anche se sempre si più si vedono immagini di Befane con un sacco simile a quello di Babbo Natale, essendo una vecchietta anche il suo bagaglio non è che un vecchio sacco di juta che, deformato e riempito di doni, tende a somigliare a una calza. E per la felicità dei bambini arrivano gli ultimi doni del Natale, lasciando le calze appese da qualche parte, che misteriosamente troveranno riempite.

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