mercoledì, 30 Aprile 2025
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Willy e il ponte arcobaleno

Willy è il mio barboncino di 14 anni, sabato scorso ci stava facendo lo scherzo, l’ennesimo direi, sembrava che avesse deciso che era arrivata la sua ora.

Già, l’ennesimo nella sua breve e/o lunga vita, a secondo il punto di vista. Ha sprecato già ben 7 vite, “come i gatti”, gli dico io, aggiungendo “Willy guarda che dopo il sette non ci stanno più vite quindi riguardati se non vuoi defungere”.

Ma prima di constatare se ciò fosse vero, io e mia moglie abbiamo deciso di farlo visitare per l’ennesima volta, oramai non conto più quante volte c’è stato, compresi i vari ricoveri nella sua clinica preferita, già perché come cliniche ne ha girato parecchie, ho capito che qua c’è la dottoressa che gli piace, chiamalo scemo. Veramente, come sempre, avrebbe preferito scappare, ma questa volta non era in condizioni di poterlo fare.

Caricato in macchina, all’uopo abbiamo acquistato una specie di contenitore atto a non far sporcare i sedili, lui tutto avvolto in una copertina leggera per io non sporcarmi e per poterlo trasportare meglio. Lui tutto mogio, mogio si è lasciato agghindare, questa volta non aveva la forza di reagire.

Ma cosa aveva di così grave? È presto detto. Aveva un aspetto non molto rassicurante, non scendo nei particolari volutamente, il perché lo si può capire benissimo, e quindi assodato che era troppo allaccaruto, come si dice a Bolzano, decidiamo di chiamare la clinica e di portarglielo in pronto soccorso. Perché in pronto soccorso? Perché il sabato e la domenica la clinica è chiusa alle visite effettuano, appunto, solo le emergenze. E la nostra era più che una emergenza.

Arrivati nella clinica veterinaria, che per più volte hanno salvato sia Willy che Kratos (il nostro trovatello meticcio simil pastore tedesco), ci dicono che dobbiamo aspettare e con pazienza attendiamo il nostro turno.

Mi siedo e mi metto sulle gambe il cucciolotto (mi piace ancora chiamarlo così), a faccia in aria, e comincio a coccolarlo. Prima accarezzarlo sulla testolina, lui certe volte gradisce altre volte no, diciamo che è tanticchia serbaggio (un pochino selvaggio, traduzione per gli abitanti di Bolzano. Perché solamente per quelli di Bolzano? Mi è venuto di scrivere così. C’è cuosa?) ed ha il vizio di mordere. A tal proposito una volta, per soccorrerlo, visto che era caduto e si era fatto male alla zampetta, ci sono andato a finire io al pronto soccorso per i morsi che mi ha dato alle mani perché non voleva essere preso.

In quella occasione fu operato all’anca e gli fu messa una protesi. Protesi che con il passare del tempo si è disintegrata creandogli seri problemi di deambulazione.

Mi sono dilungato molto, riavvolgiamo il nastro, ed allora stavo dicendo che lo stavo accarezzando, subito dopo ho cominciato a cantargli la ninna nanna che cantavo ai miei figli da piccoli: “dormi piccino, dormi carino, che il tuo papà è qui con te. Dormi sereno, dormi tranquillo, che io sono e qui accanto a te. Dormi piccino etc, etc

Dopo la canzoncina visto che lui era bello sereno e tranquillo, manco accennava a muoversi, ho cominciato, sempre accarezzandolo, a parlargli sottovoce e gli ho detto: “Willy, ti ricordi quando eri piccolino che dormivi sulla mia panza spaparanzati sulla poltrona in salotto e tutti e due ci facevamo delle dormite stupende. Ti ricordi pure delle tue monellerie?

Adesso lo vedi l’arcobaleno? Guarda quanti colori belli che ha: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola, guarda quanto sono belli”.

Il perché gli parlavo dell’arcobaleno è presto detto, sul Ponte arcobaleno per i cani e per i gatti, esiste una leggenda, vediamo cosa dice questa leggenda:

«Il Ponte dell’Arcobaleno si trova all’entrata del Paradiso ed è il posto in cui vanno gli animali dopo il loro percorso sulla terra. Secondo le antiche leggende sui cani e gatti il Ponte Arcobaleno è un luogo meraviglioso ricco di verdi piante, fiori profumati, alberi colorati, lievi colline e ruscelli rigogliosi. Infatti, il nome “Ponte Arcobaleno” deriva proprio dai meravigliosi colori che lo caratterizzano: è proprio in questo luogo fiabesco che i nostri cari amici pelosi si ritrovano e continuano a giocare assieme sotto il sole splendente. In questo luogo possono mangiare a non finire il loro cibo preferito, hanno tantissime palline con cui giocare, forti alberi da graffiare e tane in cui riposarsi. Qua ritrovano nuovamente salute e gioventù e per questo motivo riescono a godersi ancora di più le meraviglie che offre loro questo posto magnifico.

Sul Ponte dell’Arcobaleno gatti, cani e altri animali sono davvero felici e spensierati. Capita però che a volte alcuni di loro si fermino per un momento a guardare oltre la linea dell’orizzonte, pensando ai loro amici umani e a tutti i bei ricordi passati con loro durante l’esperienza sulla terra.

Poi, un giorno, proprio guardando l’orizzonte, qualcuno di loro potrebbe scorgere un caro amico in arrivo per loro: il suo cuoricino impazzirà dalla gioia, le zampette non riusciranno a star ferme e inizierà a correre velocissimo verso di te. Avrai la possibilità di stringerlo forte a te e in quel momento entrambi sarete consapevoli che nulla potrà mai più dividervi. Sarà proprio allora che, finalmente ricongiunti, attraverserete il Ponte dell’Arcobaleno assieme per non lasciarvi mai più».

“Li vedi questi colori piccino mio?” Gli ripetei. Lui bello rilassato aveva chiuso gli occhietti e si era assopito.

Fu a questo punto che il dottore che lo doveva visitare ci chiamò per effettuare la visita.

Ebbene ancora una volta, non era arrivato il suo momento, le parole del dottore che lo ha visitato: “lo si può curare a casa, pulendolo spesso e medicandogli le ferite. Certo se dovesse peggiorare allora riportatelo e…”

Detto fatto, tutti a casa e l’ora della pappa, non se l’è fatto ripetere due volte e ha divorato tutto il contenuto della scodella.

Meno male, non so come avrei reagito, già una volta ho vissuto questo trauma quando se né andata la mia barboncina Milly.

Come si dice: Tutto è bene quel che finisce bene.

Ma non è così, siamo consapevoli che la cosa è solo rimandata perché poverino è ridotto veramente male. In questi casi non bisogna essere egoisti, se vediamo che lui soffre troppo va presa quella decisione che più volte si è rimandata. L’accanimento non va perpetrato. Questo ci fa riflettere che anche l’uomo ha questo diritto inalienabile. La chiesa se ne faccia una ragione.

Alla prossima cari lettori, spero di non avervi annoiato raccontandovi i fatticelli miei.

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