sabato, 4 Maggio 2024
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Robot ‘amici dell’uomo’, il 2016 l’anno della svolta

Buddy, Pepper, Sota: ecco i nomi dei prossimi amici dell’uomo, non sono esseri viventi, ma robot. Nel 2016 è in arrivo un esercito di macchine intelligenti pronto ad entrare nelle case per affiancarci e aiutarci in ogni aspetto della quotidianità, dalle pulizie alla cucina, fino all’aiutare i figli nei compiti o semplicemente per la compagnia.

Secondo le stime presentate dall’azienda Tractica e il sito Robohub, che riuniscono i maggiori esperti del settore, il 2016 sarà l’anno della svolta, con un mercato in rapidissima crescita. Secondo le previsioni le vendite dei robot per la casa sono destinate ad aumentare dai 6,6 milioni di unità del 2015 a 31,2 milioni entro il 2020.

Intelligenza artificiale sempre più ‘intelligente’, capacità di interagire con l’uomo, abilità di muoversi in ambienti domestici e connessioni internet praticamente ovunque: “gli ingredienti per una vera diffusione dei robot ‘di compagnia’ ci sono praticamente tutti. Ora vedremo se ci sarà davvero un boom del mercato”, ha commentato Filippo Cavallo, ricercatore dell’istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

A esserne certi sono gli analisti di Tractica, secondo i quali dal prossimo anno case, ospedali, musei e negozi, ospiteranno un numero sempre crescente di robot ‘da compagnia’, capaci di dialogare e di aiutare l’uomo in moltissime situazioni quotidiane.

A guidare questo esercito ci sono alcune ‘star’ come Pepper, il robot ‘sentimentale’ che vende già più di 1.000 unità al mese. Jibo è un mini assistente medico capace di eseguire analisi ai pazienti, mentre Buddy è stato progettato per giocare e aiutare i bambini nello studio.

Secondo le previsioni, l’arrivo sul mercato americano e europeo di decine di modelli di robot, ideati per ogni esigenza e dal costo che parte da poche centinaia di euro, trasformerà radicalmente le nostre case e la nostra quotidianità. Robot di questo tipo sono però ancora bollati da molti come costosi ‘giocattoli’, status symbol che potrebbero, sì, avere una grande diffusione, ma essere ancora lontani dal trasformare davvero le nostre vite.

“Bisogna riconoscere che, nonostante si tratti di dispositivi senz’altro molto interessanti, sono ancora troppo limitati per essere davvero utili”, ha osservato Cavallo. “La grande sfida ancora da vincere – ha proseguito – è riuscire a costruire robot capaci di trasportare gli oggetti e aiutarci nei lavori quotidiani. Ad esempio portare la spesa dall’auto fino a casa, oppure aiutare un anziano ad entrare ed uscire dalla vasca da bagno”.

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