giovedì, 18 Aprile 2024
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Raccolta firme di Amnesty International a favore dell’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh

Sabato 29 marzo a Villa Costanza a Palermo, si potrà sostenere l'avvocata iraniana

Il 29 marzo 2019 si svolgerà una serata al ristorante Villa Costanza di Palermo, organizzata per la raccolta firme a favore dell’avvocata e attivista iraniana militante per i diritti umani Nasrin Sotoudeh, adottata da Amnesty International come prigioniera di coscienza, condannata in totale a 38 anni di carcere ed a 148 frustate.

La sentenza inflitta all’attivista da un tribunale di Teheran a 33 anni di carcere, si aggiunge alla condanna a 5 anni emessa nel settembre 2016 al termine di un altro processo irregolare.

“Ringraziamo i gestori ed il personale di Villa Costanza – si legge nella nota di Amnesty International Sezione Italiana Gruppo Italia 243 – di per aver scelto l’impegno diretto in difesa dei Diritti Umani e per aver deciso di reagire all’indignazione per quanto successo a Nasrin, testimoniandole solidarietà attraverso un gesto simbolico ma significativo”.

“Infatti – continua la nota – il personale, venerdì sera, presterà la propria opera verso gli avventori con il simbolo #148 contrassegnato sul viso per solidarietà a Nasrin, e per solidarietà alle troppe persone che in ogni parte del mondo diventano vittime a causa del loro impegno quotidiano in difesa dei diritti di ogni persona”.

Nasrin Sotoudeh aveva preso posizione contro l’applicazione di una nota aggiuntiva all’articolo 48 del codice penale, in base alla quale si nega il diritto di nominare un avvocato di fiducia alle persone imputate di determinati reati, tra i quali quelli contro la sicurezza nazionale, che possono scegliere unicamente in una lista di avvocati approvata dal Capo del potere giudiziario. Per la provincia di Teheran, ad esempio, gli avvocati approvati sono solo 20.

Si è trattato della più dura condanna inflitta negli ultimi anni contro i difensori dei diritti umani in Iran, a riprova che le autorità, incoraggiate dalla completa impunità di cui godono i responsabili delle violazioni dei diritti umani, stanno inasprendo la repressione.

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