venerdì, 2 Maggio 2025
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Palermo oggi ricorda La Torre e Di Salvo

“Partecipare all’Istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III, nel giorno del quarantatreesimo anniversario dell’uccisione dell’onorevole Pio La Torre e di Rosario Di Salvo, alla giornata conclusiva del “Progetto educativo Antimafia”, promosso dal Centro studi Pio La Torre, e che ogni anno coinvolge sempre più scuole italiane, è stato per me un onore e un momento emozionante. È stata l’occasione per ricordare e ribadire l’impegno e il sacrificio per la legalità di Pio La Torre perché la sua lungimiranza, il suo intuito e la conoscenza del fenomeno mafioso si sono tradotti in leggi che ancora oggi rappresentano capisaldi della lotta alla criminalità organizzata, come il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni i boss. Da parte dell’amministrazione comunale rivolgo il mio apprezzamento e il supporto ai familiari di Pio La Torre, al presidente del Centro studi Emilio Miceli e al presidente emerito Vito Lo Monaco per il percorso portato avanti nelle scuole da 18 anni. Un percorso oggi più che mai importante in questo momento difficile e spesso di disagio per i giovani perché la scuola è la vera frontiera dove riusciamo a parlare a loro e dove dobbiamo essere, soprattutto, in grado di ascoltarli”.

Lo ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla che stamani è intervenuto all’Istituto Vittorio Emanuele III in occasione dell’anniversario dell’uccisione di La Torre e Di Salvo e per la conclusione del progetto nelle scuole del Centro Studi la Torre.

«Oggi, a quarantatré anni dall’uccisione di Pio La Torre, ricordiamo con profonda commozione un uomo che ha pagato con la vita il coraggio delle sue idee e il rigore del suo impegno civile contro la mafia. La sua intuizione, insieme a quella del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ha trovato piena espressione nella legge Rognoni-La Torre, che introdusse per la prima volta il reato di associazione mafiosa e, soprattutto, la possibilità di colpire i patrimoni illeciti accumulati dalle organizzazioni criminali».

Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

«È una norma – prosegue – che ancora oggi rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, perché mira al cuore del potere mafioso: la ricchezza. Confiscarne i beni significa restituire risorse alla collettività e sottrarre linfa a un sistema di potere che si fonda sull’intimidazione e sulla corruzione. La memoria di Pio La Torre  – conclude – non è solo un dovere, ma una responsabilità verso le nuove generazioni, affinché sappiano che il cambiamento è possibile grazie al coraggio, alla coerenza e alla forza delle istituzioni democratiche. Il suo esempio continua a ispirarci nel nostro impegno quotidiano per una Sicilia libera dalla mafia».

“Pio La Torre non fu solo un martire della mafia, ma un visionario che seppe colpire al cuore il potere economico delle cosche. Grazie a lui, oggi abbiamo strumenti fondamentali per liberare la nostra economia dal giogo mafioso”. Lo dice Piero Giglione, segretario della Cna Sicilia, che stamani ha partecipato alla commemorazione dell’anniversario della morte di Pio La Torre, sindacalista e dirigente del Partito Comunista Italiano, e del suo amico e autista Rosario Di Salvo, uccisi dalla mafia il 30 aprile del 1982.
“La confisca dei beni e il reato di associazione mafiosa – aggiunge – sono pilastri della legalità, ma la sfida continua: dobbiamo vigilare affinché questi strumenti vengano applicati con sempre maggiore efficacia, restituendo alla collettività i frutti illeciti accumulati dalla criminalità e promuovendo un’economia trasparente e inclusiva”.
La CNA Sicilia ribadisce il proprio impegno nel sostenere le imprese che operano nel solco della legalità e nel contrasto a ogni forma di infiltrazione mafiosa.
“Ricordare Pio La Torre e Rosario Di Salvo non è solo un dovere morale, ma un monito a non abbassare la guardia”, ha aggiunto Giglione. “La loro eredità vive nelle nostre battaglie quotidiane per un’economia siciliana sana, capace di creare lavoro e sviluppo senza compromessi con l’illegalità”.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione di una corona di fiori nel luogo dell’agguato, in via Li Muli a Palermo, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni antimafia e della società civile.

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