giovedì, 2 Maggio 2024
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Giovanna Pia Ferrara, le sue lezioni a Brancaccio per chi non può permettersi il Conservatorio

Una tesi di laurea sulla musica bizantina, per rievocare un tempo perduto e, soprattutto, lo stile e la tradizione dell’epoca. A elaborarla e a discuterla, durante il giorno della sua proclamazione al conservatorio di Musica Vincenzo Bellini di Palermo, è stata Giovanna Pia Ferrara, una donna che ha saputo coniugare la sua passione per la musica con un’intensa attività sociale. Perché anche la musica anzi, soprattutto la musica, può essere uno strumento per l’integrazione, per migliorare angoli della città spesso dimenticati.
Lo sa bene Giovanna, già laureata all’università di Palermo in Discipline della Musica, in violino e con una specializzazione in direzione di coro per le musiche territoriali, da sabato, conseguita al Bellini della sua città.
Il titolo della sua tesi è “Papàs Sotir Ferrata e il canto arbereshe di Piana degli albanesi”. Ed è proprio del coro che Giovanna ha saputo fare della musica il suo impegno sociale.
Nominata direttore del Coro della chiesa San Gaetano di Brancaccio nel 2012 (la stessa chiesa che fu di Beato Padre Pino Puglisi), si è dedicata all’attività di volontariato proprio in quel quartiere, con l’obiettivo di insegnare canto a chi non ha possibilità di frequentare il conservatorio.
Alla sua attività sociale affianca l’impegno nella vicepresidenza dell’associazione Brancaccio e Musica e porta avanti studi e ricerche sulla musica bizantina, sulla tradizione arbereshe e sui repertori multietnici presenti su tutto il territorio siciliano.
L’8 marzo del 2016 è stata premiata dal Comune di Palermo per il suo impegno sociale nella fondazione del Coro Polifonico Theotokos, che ha l’obiettivo di donare, attraverso il canto e la musica, la gioia e la speranza a tante donne e uomini di Brancaccio. Ma anche la cultura e questa forma di arte.Tra tutte le donne premiate dal Comune per il loro impegno sociale, lei è la più giovane.
“Ed è importante che queste attività sociali e di volontariato siano conosciute da tutta la città – dice Giusi Scafidi, presidente della Quarta Commissione consiliare politiche sociali e che non fa mancare i suoi auguri alla neo dottoressa che da anni porta avanti attività in quel quartiere tante volte attenzionato dalle sue attività in consiglio comunale e in commissione – Dirigere un coro, portare avanti in un quartiere difficile delle attività culturali vuol dire animare e rendere migliore la qualità della vita in quelle zone in cui le istituzioni, purtroppo, non riescono ad offrire molto. Ma con queste attività di volontariato bambini, giovani e adulti possono trovare uno spazio in cui distrarsi, crescere, imparare, socializzare, conoscere nuove realtà e fare nuove esperienze. Esperienze che, altrimenti, non sarebbero possibili e sarebbero accessibili solo a chi ha avuto la fortuna di nascere in altri contesti”.
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