mercoledì, 1 Maggio 2024
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Beni Culturali, le novità in Sicilia e la mostra di Bill Viola al palazzo dei Normanni

“L’acqua parla senza sosta, ma non si ripete mai”. Nelle parole del poeta e saggista messicano Octavio Paz trovo la chiave per entrare nel mondo di “Purification [From Bill Viola to the Palatine Chapel]”, la mostra di Bill Viola, la cui videoarte ci invita a un cammino interiore in cui ogni spettatore assurge al ruolo di protagonista, in una dimensione che si snoda, come un ponte, tra spirito e materia, fra la dimensione umana e l’Assoluto”.


Lo ha detto l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, intervenendo a Palazzo Reale, a Palermo, insieme al Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e alla Direttrice della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, alla conferenza stampa di presentazione della mostra “Purification [From Bill Viola to the Palatine Chapel]” promossa dalla Fondazione Federico II, in raccordo con l’Assemblea Regionale Siciliana e con l’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.


“L’acqua –
sottolinea l’assessore Samonà – è l’elemento principale di questa mostra. Un elemento primigenio, che accomuna tutte le fedi, protagonista assoluta della vita materiale e spirituale dei popoli: la sua liquidità le permette di assumere qualsiasi forma, rendendo pieno il vuoto; la lucentezza la rende specchio; il suo scorrere e fluire, nell’infrangersi delle onde, nel ticchettio della pioggia o nel gorgoglio di un ruscello, la fa divenire musica. L’acqua è però, soprattutto espressione dell’incedere del tempo e della creazione infinita, immutata nel suo continuo mutare”.


Purification – conclude l’assessore dei Beni Culturali – non è solo una mostra, ma uno straordinario viaggio nell’anima che l’artista ci invita a compiere attraverso opere che diventano, momenti centrali di un percorso espositivo nel quale dialogano con vasche battesimali, paliotti ricamati, acquasantiere, in un passato che si fa unità con il presente, testimonianza, anche attraverso la ricchezza artistica, del patrimonio culturale siciliano”.

IL CONTRATTO CIS ENTRA NEL VIVO: 11 MILIONI PER I MUSEI REGIONALI

Il Ministero della Cultura, con il Sottosegretario Lucia Borgonzoni, ha reso noto che entra nel vivo il Contratto Cis, il Contratto Istituzionale di Sviluppo per il centro storico di Palermo. Un passaggio fondamentale, grazie al quale la Regione Siciliana, mediante l’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, ha avuto approvati cinque interventi per un ammontare di 11 milioni di euro, tra cui il più significativo riguarda interventi sul Museo regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Riso a Palermo.

“Ringrazio il sottosegretario Lucia Borgonzoni che sta dando un forte impulso alla definizione del Contratto Cis sul centro storico di Palermo – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà (Lega) – grazie al quale saranno realizzati importantissimi progetti per il capoluogo siciliano. Il Sottosegretario Borgonzoni conferma ancora una volta la sua attenzione verso i beni culturali siciliani, già mostrata recentemente, contribuendo in modo determinante all’inserimento del progetto di riqualificazione del Castello della Colombaia di Trapani nel Piano del Recovery”.

Tra i cinque progetti, il più importante è quello relativo all’ampliamento e alla riqualificazione del Museo Riso, per un ammontare di circa 6,5 milioni di euro. Un intervento che è innanzitutto un grande progetto di rigenerazione urbana, poiché realizza un raccordo permanente fra gli spazi museali e il centro storico cittadino, l’antico Cassaro che si apre su piazza Bologni, i cortili interni di Palazzo Belmonte Riso e la piazza Gran Cancelliere che si trova alle spalle del museo. L’arte contemporanea e la città dialogheranno mediante l’integrazione tra gli spazi aperti del Museo Riso e quelli del tessuto storico urbano, riottenendo una relazione visuale e fisica fra i luoghi.

Gli altri interventi proposti dalla Regione sono il “Sostegno alle imprese di servizi culturali e all’industria creativa”, con particolare riguardo all’imprenditoria giovanile (2,5 milioni di euro), “Museo City” sistema museale integrato del centro storico di Palermo a partire dal Centro regionale per il Catalogo, dal Museo archeologico regionale Salinas e dalla Galleria di Palazzo Abatellis (522 mila euro), “Gioca Museo” percorsi didattici realizzati per il potenziamento dell’offerta dedicata ai ragazzi attraverso animazioni da realtà aumentata (quasi 500 mila euro) e il progetto “Sicilia/Grecia/Magna Grecia” che prevede una grande mostra itinerante curata dal Museo Salinas (quasi un milione di euro).

A SANTO STEFANO DI CAMASTRA (ME) IN MOSTRA L’ARCHEOLOGIA DEI NEBRODI

Oltre 550 reperti archeologici recuperati nel corso delle campagne di scavo che si sono svolte nei Nebrodi, saranno oggetto di un’interessante mostra inaugurata il 9 luglio a S. Stefano di Camastra, all’interno del prestigioso complesso architettonico di Palazzo Trabia, già sede del Museo Civico della Ceramica.
La mostra, nata dalla collaborazione tra la Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, il Parco dei Nebrodi e il Comune di Santo Stefano di Camastra, offre una ricca documentazione di cultura materiale dalla preistoria all’età medievale.

La Sala 1 ospita i materiali provenienti da S. Stefano di Camastra. I reperti selezionati, in parte donazioni di privati, offrono evidenza di scoperte avvenute sia in area urbana che nel territorio, testimoniando una frequentazione già a partire dall’età arcaica.

La Sala 2, movimentata al centro da una grande vetrina a isola accoglie, in un percorso che si snoda lungo le pareti dell’ambiente, i reperti più significativi provenienti da San Marco D’Alunzio (antica Alontion/Haluntium), Caronia (antica Kalè Aktè), San Fratello (antica Apollonia), Mistretta, Militello Rosmarino (Monte Scurzi), Sant’Agata di Militello e Alcara Li Fusi.

Fino al 31 dicembre 2021, da martedì a domenica, dalle ore 10-13 e dalle 16-20.

Monolite di Giacomo Rizzo e biscotti artistici solidali per un itinerario subacqueo per non vedenti

La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana si fa promotrice di un evento a scopo benefico grazie al quale, nel ricordo di Sebastiano Tusa, verrà realizzato l’intervento di valorizzazione di un itinerario sommerso nell’arcipelago delle Egadi, dotandolo delle didascalie in braille per non vedenti.

Il progetto verrà presentato il 28 luglio alle 18.00 a Palermo, nella sede della Soprintendenza del Mare, dove lo scultore Giacomo Rizzo, alla presenza dell’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, completerà la realizzazione del monolite “Egadi” in ricordo di Tusa. Saranno presenti la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni, Tiziana Serretta e Nadia Speciale.

Il Monolite, realizzato dall’artista Giacomo Rizzo – lo stesso cui è stato commissionato dal Presidente della Regione il Cuore di marmo dedicato a Sebastiano Tusa, collocato nei fondali di Ustica – sarà accompagnato da una “limited edition” di biscotti vegani, vere e proprie opere d’arte con i più importanti e storici simboli della Sicilia e del Mediteraneo che saranno, messi in vendita per sostenere un’iniziativa che porta la firma dell’artista Tiziana Serretta, in collaborazione con Nadia Speciale/Barbera & Partners.

Il ricavato della vendita dei biscotti artigianali – che sono creati rigorosamente a mano da Paolo Forti con la rappresentazione di simboli storici raffiguranti elementi caratterizzanti della storiografia quali l’elmo romano, la fenice dalla doppia testa di uccello e l’antico simbolo della trinacria – sarà devoluto proprio per rendere leggibile anche ai non vedenti uno degli itinerari subacquei che si trovano nelle acque antistanti le Egadi.

Sarà possibile ammirare il monolite e degustare i biscotti a Palermo il 29 e 30 luglio dalle 9 alle 13 nella sede della Soprintendenza del Mare in via Lungarini 9.

Area archeologica Halaesa Arconidea (Tusa)

Incontro con archeologi e studenti delle università di Amiens, Messina e Palermo

Sopralluogo a Tusa (Me) dell’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, che si è recato nel sito archeologico di Halaesa Arconidea per incontrare i docenti e gli studenti delle Università di Amiens, Messina e Palermo, impegnati negli scavi in diversi settori dell’area archeologica.

L’Università di Amiens, sotto la guida della professoressa Michela Costanzi, lavora da tempo su tre settori del sito di Halaesa: l’acropoli meridionale, la zona a sud dell’Agorà e la zona sotto il muro a contrafforti.

Quest’anno i lavori si concentrano in quest’ultima zona dove, nel 2018, seguendo un protocollo rigoroso di indagini geofisiche e LiDAR e di saggi mirati, la Missione ha scoperto il teatro antico della città che, stando alle fonti, aveva un ruolo urbanistico importante perché costituiva un trait d’union molto scenografico tra le due colline che compongono il sito, sulle cui sommità si trovavano gli edifici pubblici.

In base ai primi risultati, questo teatro, ancora oggi quasi interamente sepolto sotto uno spessore di terra compreso tra i 2 e i 6 metri, aveva un diametro di circa 77 m ed un dislivello di 38 metri.

Gli scavi fanno seguito alla sottoscrizione, a fine maggio, del protocollo d’intesa tra il Direttore del Parco archeologico di Tindari Mimmo Targia e la professoressa Michela Costanzi dell’Università di Amiens, alla presenza dell’Assessore Samonà.

Sempre ad Halaesa sono in corso gli scavi condotti dall’Università di Messina, in collaborazione con l’Università di Oxford.

Gli scavi della Missione, coordinata dal professore Lorenzo Campagna, si svolgono nell’area del Santuario principale della Città che si trova situato sulla collina più settentrionale, prospiciente il mare. Gli scavi continueranno a riportare in luce la grande piattaforma – alta circa 4 metri – che sorge sulla sommità della collina, alla quale si accedeva tramite una rampa direttamente collegata alla via sacra che risaliva dal centro della città. Saranno oggetto delle indagini anche i tre edifici di culto che si innalzavano sulla piattaforma, il più grande dei quali era dedicato al culto di Apollo. L’obiettivo delle ricerche è quello di completare, nel prossimo futuro, l’esplorazione della collina e di inserire il Santuario nei percorsi di visita.

Il progetto dell’Università di Palermo, coordinato dal professore Aurelio Burgio, del Dipartimento Culture e Società, riguarda, infine, lo scavo di un settore delle fortificazioni orientali, strettamente legato alla viabilità di accesso alla città e all’impianto urbano che si trova nell’area delle torri B e C, identificate negli anni ’50 del secolo scorso. Qui si trovano, infatti, una postierla e poco più a ovest una porta, in diretta relazione con la plateia centrale.

La nuova campagna di scavi, preceduta da una breve indagine preliminare effetuata nel 2020, mira ad individuare le relazioni tra le due diverse linee di mura che si raccordano alla Torre C, datarne la costruzione ed eventuali successivi restauri. L’esplorazione di questo settore delle fortificazioni permetterà, inoltre, di integrare quest’area con quella del Teatro, nella prospettiva di un percorso comune di visita della città antica.


RIAPRE LA GROTTA DEI CORDARI

NEAPOLIS DI SIRACUSA

Riaprirà lunedì 12 luglio all’interno della Neapolis di Siracusa, dopo quasi quarant’anni dalla chiusura, la Grotta dei Cordari che per tre secoli, e fino al 1983, ha rappresentato il luogo dove i siracusani hanno prodotto le corde con il sistema tradizionale della ruota a mano, favoriti in questo dalla naturale umidità e dall’ampiezza del luogo che permetteva loro di stendere le fibre vegetali e trasformarle in fili.

La grotta, poco distante dall’Orecchio di Dionisio, si trova all’interno della “Latomia del Paradiso”, nell’area monumentale della Neapolis di Siracusa nota sin dall’età greca come cava di pietra e prigione e, secondo quanto tramandato dagli storici, trasformata successivamente in giardino, un “paradiso” di alberi di limoni e aranci tipici del paesaggio siciliano.

La Grotta dei Cordari, con i suoi straordinari effetti scenografici e la successione di ampie “stanze” dalle tinte policrome arricchita dalla vegetazione di muschi e capelvenere che crea singolari giochi di luce, scandita da pilastri e falsi pilastri amplificati dalla presenza di acqua, di carattere meteorologico o proveniente da alcune falde e tratteggiata dai segni lasciati nel tempo dalla punta dei picconi che in antico estraevano la pietra, è ancora oggi uno tra i più suggestivi ambienti naturali della Sicilia.

Insieme alla Grotta dei Cordari torna ad essere visitabile anche l’adiacente Grotta del Salnitro così chiamata perché, come narra D. V. Denon, vi veniva lavorato il salnitro, un deposito costituito da sali minerali che si trova sulle pareti umide della grotta; la monumentale imboccatura è coperta da un gigantesco masso della volta crollato sul quale sono visibili, in forma quasi di gradinata, i piani di stacco dei blocchi calcarei, segno tangibile dell’estrazione della pietra da questa cava.

L’area monumentale della Neapolis è aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 8.30 alle 19.45 con chiusura della biglietteria alle 18.30. Le prenotazioni vanno effettuate sul sito aditusculture.com
Da 12 luglio, si applicano le nuove tariffe d’ingresso che includono tutto il parco, inclusa la Grotta dei Cordari e la Tomba di Archimede: biglietto intero € 13,00 – ridotto € 6,50 – intero cumulativo comprensivo del museo Paolo Orsi € 18,00 – ridotto cumulativo con museo Paolo Orsi € 9,00.

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