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Prima giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo

Palermo, 07.02.2017 – Si è celebrata in tutta Italia la prima giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, promossa dal Ministero dell’Istruzione nell’ambito del Safer Internet Day 2017, la giornata mondiale per la sicurezza in rete istituita e promossa dalla Commissione Europea. Giunta alla sua XIV edizione, quest’anno si celebra contemporaneamente in oltre 100 paesi per fare riflettere i giovani non solo sull’uso consapevole delle rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di internet come luogo positivo e sicuro.

Palermo ha fatto la sua parte coinvolgendo, tra le altre iniziative, i ragazzi delle scuole e le istituzioni locali all’interno di una giornata di dibattiti e video presso la sala convegni dell’Hotel La Torre a Palermo. L’iniziativa è stata possibile grazie al lavoro svolto all’interno della VII circoscrizione di Palermo, nelle persone del suo presidente Pietro Gottuso e del consigliere Antonio Giambona, firmatario della delibera condivisa da tutto il consiglio di circoscrizione, che hanno dato il via all’azione di sensibilizzazione svolta nelle scuole e conclusasi con il convegno odierno.

Carmela Re

Prezioso è stato il contributo di Cetty Mannino, della quale segnaliamo l’interessante sito sul Cyberbullismo – intreccio.eu , che ha coinvolto il Comune di Palermo intervenuto con l’assessore all’innovazione con delega alle comunicazioni Gianfranco Rizzo e con il garante per i diritti per l’infanzia e l’adolescenza Pasquale D’Andrea; l’avvocato Carmela Re; il preside dell’istituto comprensivo Leonardo Sciascia, Giuseppe Granozzi, che capitanava un folto gruppo di insegnanti e di alunni.

Abbiamo chiesto a Cetty Mannino un breve riepilogo della giornata, con particolare attenzione agli avvertimenti che possiamo fare nostri e divulgare ai ragazzi che vivono l’evoluzione del vecchio fenomeno del bullismo al nuovo del cyberbullismo:

Pasquale D’Andrea

“I ragazzi non avvertono gli stessi cambiamenti che avvertiamo gli adulti. Per loro il passaggio dal bullismo al cyberbullismo quasi non esiste e in molti casi l’uno è conseguenza dell’altro fenomeno. I giovani, inoltre, non si pongono il problema di un utilizzo critico dei new media, così come la generazione precedente faceva con l’uso della televisione. Sicuramente la giornata nazionale sul bullismo e cyberbullismo, di oggi, deve essere un inizio e non un momento di passerelle istituzionali. Il fenomeno è sociale e va sempre attenzionato”. 

Interessante l’intervento dell’avvocato Carmela Re che ha focalizzato l’attenzione sul ruolo dei genitori e sulle loro responsabilità, in conseguenza di eventuali comportamenti poco consoni al vivere civile dei propri figli: “Le condotte poste in essere da un cyberbullo possono integrare fattispecie di reato nonché violazioni di norme di carattere civilistico, che legittimano la vittima a richiedere un risarcimento dei danni al responsabile della condotta o, questo è un aspetto sottovalutato, a chi per lui. Più precisamente, nel caso in cui l’autore della condotta di reato sia un minore, infraquattordicenne, ergo non imputabile, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 2046 e 2048 cc, la relativa responsabilità sarà ascrivibile ai genitori, per culpa in educando essenzialmente, agli insegnanti ed alla organizzazione scolastica, rispettivamente per culpa in vigilando ed in organizzando, che saranno anche tenuti a risarcire le vittime, quantomeno i genitori e l’organizzazione scolastica, non gli insegnanti. È evidente – prosegue l’avvocato Carmela Re – che questa regola non possa essere applicata sic et simpliciter, tuttavia la normativa esistente dovrebbe fungere da stimolo per genitori, insegnanti e sistema scolastico a porre in essere ogni attività preventiva che possa arginare al massimo le ‘esuberanze’ dei minori sotto la loro responsabilità”.

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