giovedì, 25 Aprile 2024
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Uniti dalla scelta di non dimenticare, legati dalla forza della speranza: a Palermo la storia di Marcello Volpe e la Giornata Mondiale dei bambini scomparsi

Marcellovolpe
Marcello Volpe

Palermo – Questo non è semplicemente un fatto di cronaca nera. È l’inizio di una storia non conclusa, sospesa tra il passato e il presente che reclama verità e giustizia: è la storia di Marcello Volpe, una persona scomparsa.
Senza preavviso, come un fulmine al cielo sereno, arriva per caso a stravolgere la quotidianità di parenti e amici, una giornata come tante, “una giornata maledetta”. E così, martedì 12 luglio del 2011, il giovane palermitano allora ventenne, Marcello Volpe, si dissolve nel nulla. Angoscia, sofferenza, pensieri e ipotesi da quel momento hanno preso il sopravvento e affliggono i familiari. L’unico segnale la domenica successiva dopo la scomparsa: il cellulare sotto controllo e fin ad allora irraggiungibile, per un attimo, si accende nella zona del Porticciolo dell’Arenella. Da allora il vuoto. Le dichiarazioni dei familiari e alcuni messaggi, nei quali il ragazzo racconta i progetti futuri e manifesta il suo impegno a scuola, escludono qualsiasi tipo di allontanamento volontario.
Questo è il fatto.
Ma quando accadono queste tragedie, all’infuori di qualche caso dall’esito felice o dal triste finale che “mette il cuore in pace”, le procedure sono sempre le stesse: intervento delle forze dell’ordine, avvio dell’indagine da parte di magistrati e istituzioni, ricerche, domande ad amici e conoscenti. Brutti pensieri offuscano le menti “qualcuno può averlo rapito o trascinato in una situazione pericolosa? Cosa può essere successo?”. Non mancano gli avvistamenti e le frequenti segnalazioni. E poi? Il “Poi” è ciò che tormenta famiglie e amici.
Ecco che si presentano due alterative: arrendersi in preda alla sofferenza e al dolore, accettando, tra l’incertezza e la solitudine, una scomparsa come una fine, oppure lottare per capire, cercare e credere nel ritrovamento, tra la condivisione e l’aiuto di persone colpite dalla stessa esperienza. “Scomparire non significa morire”. Per questo abbiamo deciso di parlare di Marcello, una vita sospesa che non si è spenta, che si muove tra i ricordi del passato e le tracce del presente. Ci racconta di lui la sua mamma, la signora Laura Zarcone, che ha deciso di battersi per la verità sul figlio. La incontriamo in un bar, in un posto qualunque. Nel parlarci non si scompone, non vacilla. È salda come la certezza che il figlio sia vivo. Ascoltarla ci trasmette sicurezza. Sembra che Marcello si sia legato ancora di più a lei, saldamente si è avvinghiato alla sua mente e al suo cuore. Non si allontana dai suoi pensieri.
“Marcello non aveva tante amicizie, frequentava l’istituto d’arte ed era appassionato di disegno. Gli piacevano molto i manga giapponesi. – ci racconta – È sempre stato un tipo ordinato e meticoloso. Anzi, a tal proposito, ricordo una cosa: un mese prima della sua scomparsa, era partito con la scuola, in viaggio d’istruzione e – sorride leggermente mamma Laura – già una settimana prima aveva tutto pronto e la valigia preparata. Non fumava, non beveva, non aveva tatuaggi e piercing.”
Tanti ricordi riaffiorano nella sua mente. Non ascoltiamo altro del passato, se non qualche accenno a episodi felici e quotidiani come tanti. Ma scorgiamo occhi lucidi e lacrime: “il mio dramma è non sapere. Non ho idea di cosa sia successo. Ho avuto il sostegno di tanti, di persone e mamme che come me sanno cosa significa, perché guardare dall’esterno è una cosa, ma viverla è indescrivibile. A volte mi prende lo scoraggiamento, ma io spero con tutte le mie forze nel ritorno di mio figlio. È come se ora tutto si fosse cristallizzato”.
Dopo quel giorno, improvviso e maledetto per la famiglia Volpe, la sua mamma ha deciso di lottare e di esternare questa sua speranza: “in questi casi fare gruppo aiuta tantissimo. Su questo tema c’è un volontariato incredibile, ma è necessario sensibilizzare maggiormente e far conoscere questa realtà. Sono necessari interventi legislativi e aiuti concreti. – mette in luce adesso con determinazione ed energia Laura– Non è possibile che tutto, come per esempio volantini e manifesti, vengano fatti a spese delle famiglie. Non è possibile che non vengano addestrati in Sicilia dei cani molecolari e che non venga istituito un nucleo investigativo speciale per la ricerca di persone scomparse con professionisti che possano essere a sostegno delle forze dell’ordine”.
La Signora Zarcone ci racconta della complicità e del legame che anima tutte le famiglie colpite da questi drammi, dei contatti presi con altre mamme, delle tante e diverse storie apprese. Non ha dubbi: “non bisogna dimenticare”. A tal proposito, il prossimo 25 Maggio anche Palermo non dimentica e scende in piazza per ricordare i tanti bambini scomparsi. Il corteo “per risvegliare le coscienze”, organizzato dall’Associazione Penelope Sicilia Onlus (Associazione Nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse), su iniziativa della Signora Laura Zarcone, prenderà avvio alle ore 16.00 da Piazza Castelnuovo, sotto il palchetto della musica. Proseguirà per via Ruggero Settimo, fino alla Prefettura.
Vi invitiamo a partecipare all’iniziativa per conoscere e far conoscere questa realtà, con l’idea che non si ricorda solo ciò che si è perso, ma anche ciò che la speranza non può dissolvere.

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