sabato, 20 Aprile 2024
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HomesocialeUber, l’app che sostituisce il taxista

Uber, l’app che sostituisce il taxista

Ormai tutto si è velocizzato e cambia freneticamente: siamo nell’era dello smartphone e del tablet. Destinato sempre a perfezionarsi, il dispositivo mobile offre la soluzione a tutti i nostri dubbi e problemi. Se c’è qualcosa da fare, basta installare un’app, la cosiddetta applicazione. In pratica, attraverso questa, il nostro mobile “si applica” per noi. Tante app, quante servono: giochi, studio, acquisti, automazione industriale, programmazione, GPS e tanto altro. Ma spesso l’innovazione, che migliora la quotidianità di tanti, può rendere a molti la vita difficile. È il caso di Uber: app che, in questi ultimi tempi, ha suscitato in Italia e in diverse città europee, le polemiche e le proteste (a Parigi particolarmente violente) di numerosi taxisti.

Uber, attraverso l’utilizzo di un software mobile, fornendo un servizio di trasporto automobilistico privato, mette in contatto diretto utenti e conducenti. Analizziamo, nello specifico, le due parti: il passeggero, con un semplice messaggio di testo e sfruttando la geolocalizzazione del suo smartphone, può prenotare ed individuare la propria auto NCC (Noleggio con conducente). Il pagamento avviene esclusivamente online: il prezzo della corsa viene calcolato direttamente dal sistema Uber, niente contanti e mance. Per il viaggiatore tutto è a portata di mano e sotto controllo: l’app si rivela conveniente. Tra le recensioni degli utenti, infatti, si legge: “Installata per necessità e prova… mi ha lasciato senza parole: è immediata ed economica”.  “Ottima app: comoda ed efficace. Si può fare un preventivo per sapere prima il costo della corsa. Si può anche dividere la spesa fra amici”. E dall’altra parte? Chi è l’autista? Non è certamente il tradizionale conducente delle auto bianche. Uber, infatti, può rilasciare a persone comuni, che presentano richiesta, la sua certificazione di conducente. Il cittadino, in pratica, può diventare un autista a tutti gli effetti e, dunque, di fatto, è in grado di avere i suoi clienti. Per circolare, inoltre, gli autisti uber, non necessitano della regolamentazione e delle stesse licenze richieste ai taxi. Aspetto, questo ultimo, che, valutato dai conducenti di auto bianche come chiara espressione di concorrenza sleale, suscita forti e aspre critiche, destinate a non spegnersi facilmente.

E in Sicilia? I taxisti siciliani guardano con sospetto a questa applicazione, ma qui questo problema sembra essere lontano. Contattando alcune cooperative del settore, come Radio taxi Trinacria o Auto Radio Taxi, la situazione sembra alquanto regolare, non ci sono né allarmismi né preoccupazioni. L’app non è, dunque, una minaccia incombente. Alla parola Uber, poi, recandoci nei pressi della Stazione Centrale di Palermo, sono pochi i conducenti di auto bianche che arricciano il naso, facendo riferimenti alle proteste di questi ultimi giorni. I più, invece, sorridendo esclamano “qui non c’è”. Per il palermitano Andrea Quartararo, che da più di vent’anni svolge la professione di taxista, l’applicazione Uber rappresenta una realtà distante e, qualora dovesse trovare un utilizzo, ci dice che non mancherebbe una sua manifestazione di protesta: “piuttosto noi qui a Palermo abbiamo altri tipi di problemi. Quindici anni addietro, quando c’era un’opera al Teatro Massimo, noi taxisti facevamo cinquanta, sessanta corse. Adesso, invece, basta andare lì, davanti al teatro per vedere macchine private e la cosa, certamente, crea a noi delle difficoltà. Anche nella zona del porto, quando arrivano le navi da crociera o all’aeroporto ci sono spesso alcuni casi di abusivismo. Comunque sia noi ci rimbocchiamo le maniche: ad esempio voglio, a tal riguardo precisare che il nuovo servizio, il taxi collettivo, sta andando benissimo e ci stiamo riprendendo”.

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