venerdì, 29 Marzo 2024
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Sicilian Puppets Series: in scena le compagnie di Alcamo, Palermo e Sortino

E per la Giornata mondiale della marionetta, una chicca dagli archivi del Museo Pasqualino: il mini ciclo “Storia di Erminio della stella d'oro”

Nuovo appuntamento con Sicilian Puppets Series, la rassegna annuale ideata dal Museo delle Marionette che vede coinvolte le 10 compagnie di Opera dei pupi della “Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi”. Protagoniste del settimo weekend saranno tre compagnie di Opera dei Pupi provenienti da Alcamo (TP), Palermo e Sortino (SR).

Oltre che con la rassegna Sicilian Puppets Series, da domenica 21 marzo a venerdì 26 marzo alle 21 è previsto un altro imperdibile appuntamento. Per celebrare la Giornata Mondiale della Marionetta e in omaggio al centenario dei fratelli Napoli e alla figura di Nino Amico, il Museo Pasqualino condividerà – in diretta streaming sulla sua pagina Facebook – i sei spettacoli del mini ciclo della Storia di Erminio della Stella d’Oro. Le opere, le cui registrazioni sono parte del prezioso archivio multimediale del Museo Pasqualino, furono allestite dalla Marionettistica nel 1997-1998 su copioni scritti da Nino Amico, nell’ambito di una serie di iniziative correlate alla mostra “I miti Figurati”, ideata da Maria Carcasio, allora direttrice della Sezione per i beni etno-antropologici della Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Palermo, suggestioni derivate dai problemi dell’età dell’imperialismo e del colonialismo II ciclo. Nei riassunti degli spettacoli (detti “ricordini” nella tradizione catanese e affissi tradizionalmente sui cartelli), scritti da Alessandro Napoli, si ripercorrono le principali vicende delle serate di questo lungo ciclo che fu tanto amato dai catanesi da essere secondo solo alla “Storia dei paladini di Francia” e che affronta tematiche ancora oggi attuali legate all’età dell’imperialismo e del colonialismo.

Sicilian Puppets Series – Il programma di questo weekend

Venerdì 19 marzo | ore 18

Ruggero di Risa | Compagnia Opera dei pupi siciliani Gaspare Canino

Preso prigioniero dall’imperatore di Biserta Agolante, il paladino Milone d’Anglante viene liberato provocando l’ira del sovrano.Almonte, figlio di Agolante, giura allora vendetta e mette sotto assedio la città di Risa, accompagnato dalla sorella Galiacella. Piantate tende e padiglioni, Almonte sfida Ruggero ma per tre volte il pagano viene battuto. Interviene allora Galiacella che, in onore del fratello, affronta il paladino. Nel corso del duello, però, i due giovani si innamorano e Ruggero conduce Galiacella dentro le mura di Risa. La donzella entra nelle grazie di Rampaldo e dei figli, Milonetto e Beltrame, fratelli di Ruggero. Beltrame s’innamora di Galiacella ma, rifiutato dalla fanciulla, nottetempo si reca da Almonte e trama contro la sua famiglia. Uccise le guardie, apre le porte della città al nemico e durante la battaglia uccide a tradimento il padre e i fratelli.

Compagnia Opera dei pupi siciliani Gaspare Canino

La compagnia nasce nel 1997, fondata da Salvatore Oliveri, nipote di parte di madre di Gaspare Canino, ultimo puparo e oprante attivo ad Alcamo e in tutta la provincia di Trapani. Capostipite della famiglia fu Liberto Canino, considerato tra gli iniziatori dell’Opera dei pupi a Palermo. Intorno al 1830 Liberto Canino aprì il suo primo teatro in via dei Formai, nell’antico quartiere dell’Albergheria a Palermo. Uno dei suoi figli, Luigi, appresa l’arte del padre alla fine dell’Ottocento, si trasferì ad Alcamo, dove portava in scena dalle vicende dei Paladini di Francia al Guido Santo, dalla Storia di Trabazio imperatore di Costantinopoli ai Beati Paoli. Dei cinque figli di Luigi soltanto due faranno i pupari: Guglielmo, che si trasferisce a Sciacca, e Gaspare, il quale resta ad Alcamo e aiuta il vecchio padre. Dopo la scomparsa di Gaspare, nel 1977, l’Opera dei pupi non viene più rappresentata ad Alcamo e in tutta la provincia di Trapani, finché nel 1990 il nipote Salvatore Oliveri torna a dedicarsi a quest’arte, aprendo un teatro.

Sabato 20 marzo | ore 21

Storia di Rosario Livatino. Un giudice perbene | Compagnia Marionettistica Popolare Siciliana

Alle 20.30 introdurranno lo spettacolo dei pupi antimafia Angelo Sicilia, direttore della Marionettistica Popolare Siciliana; Rosario Perricone, direttore del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino; Salvatore Inguì, referente di Libera Trapani e direttore dell’Unità Servizi Sociali per Minori del Centro di Giustizia Minorile di Palermo.

Lo spettacolo narra la storia del giudice Rosario Livatino ucciso dalla “stidda” agrigentina nel 1990, a soli 38 anni. Giovanissimo magistrato, fu sostituto procuratore ad Agrigento in un periodo buio e difficile della storia siciliana, portando alla luce le trame ed il malaffare di una provincia con due mafie: Cosa nostra e la Stidda. Il percorso di fede e giustizia ha accompagnato Livatino fino alla morte. Lo spettacolo affronta i vari aspetti della difficile vita professionale del giudice, la sua profonda fede e la sua incorruttibilità.

Compagnia Marionettistica popolare siciliana

La compagnia è stata fondata a Palermo nel 2001 da Angelo Sicilia, regista e studioso della storia del teatro dei pupi di scuola palermitana. Con le radici nell’Opera dei pupi tradizionale, Sicilia ha avviato un percorso di rinnovamento nell’ambito del repertorio del teatro delle marionette siciliane e affianca alle storie del repertorio cavalleresco le vicende di cronaca recente, intendendo così riattualizzare questa forma di teatro popolare, da sempre capace di intercettare le istanze della società contemporanea. La compagnia propone un’Opera dei pupi “antimafia”, i cui protagonisti sono, oltre a Giuseppe Di Matteo, anche Peppino Impastato, don Pino Puglisi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: è così che la forza espressiva e comunicativa dei pupi tradizionali viene suggestivamente messa al servizio di spettacoli di impegno civile. Numerosi i premi ricevuti per l’innovativo ciclo antimafia e per l’impegno sociale e civile.

Domenica 21 marzo | ore 18

La morte di Almonte

Antica compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi | Sortino (SR)

Carlo Magno e i suoi paladini si trovano in Aspromonte per contrastare l’esercito di Almonte D’Asia. Si susseguono aspre battaglie in campo aperto e Don Chiaro riesce a mettere in fuga Almonte, dopo aver visto morire Milone D’Anglante, padre di Orlando. Alla notizia della morte del cognato, Carlo Magno decide di recuperare il corpo di Milone e vendicarne la morte.

Orlando è però lontano dal campo. Ritiratosi a studiare in un seminario e ignaro della triste sorte del padre, decide di raggiungerlo e si mette in viaggio alla volta di Aspromonte, accompagnato dall’amico Astolfo. Giunto al campo, Orlando avverte disagio alla sua presenza e molti paladini sembrano sfuggenti. Solo Gano gli si avvicina riferendogli che se vuole trovare suo padre e Carlo Magno deve recarsi nel bosco.

È infatti lì che l’imperatore ha scovato Almonte. Deciso a vendicare la morte di Milone, Carlo duella ferocemente contro il nemico ma questi ha le armi incantate, per cui non riesce a batterlo. Al suo arrivo, Orlando si accorge delle difficoltà dello zio. Rimane deluso ma non esita a intervenire per soccorrerlo. Approfittando di un attimo di esitazione di Almonte – a cui avevano presagito la morte per causa di un fanciullo – Orlando lo uccide con la sua lancia e si impossessa del cavallo, delle armi e della magica spada Durlindana.

Antica compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi

L’Antica Compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi stabilisce il suo legame profondo con l’Opera dei pupi grazie a don Ignazio Puglisi (1904), che impara l’arte dal padre Giovanni, a sua volta allievo del nonno Ignazio. Don Ignazio aiuta il padre fin dai quattordici anni e alla sua morte, all’età di sedici anni, si mette in proprio facendo spettacoli in diversi paesi della provincia di Siracusa. Don Ignazio presta la sua voce a tutti i personaggi, maschili e femminili. Dopo qualche anno dalla morte, il nipote Ignazio Manlio, stimolato da alcuni vecchi aiutanti del nonno, riprende le redini del patrimonio a lui tramandato. Ancora attiva all’interno del teatro comunale dell’Opera dei pupi, la compagnia ripropone un repertorio che include spettacoli tradizionali tratti da antichi manoscritti di famiglia, nuove creazioni liberamente ispirate ai poemi epici e alle storie religiose e infine nuove drammaturgie.

Link diretta streaming: mwww.facebook.com/museoantonio.pasqualino/

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