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Sicilia Queer FilmFest, ai Cantieri Culturali della Zisa la II parte dell’undicesima edizione

Carte postale à Serge Daney / Omaggio a Marie-Claude Treilhou il 23 e 24 ottobre

Presentato il secondo tempo dell’undicesima edizione del Sicilia Queer filmfest, in programma a Palermo dall’8 al 12 settembre presso i Cantieri Culturali alla Zisa, Festival che nel corso degli anni è diventato sempre più un luogo cruciale per comprendere le tendenze del cinema queer contemporaneo.

Il Sicilia Queer apre l’8 settembre 2021 con due nomi di punta del cinema queer d’oltralpe, i due enfant terribles Yann Gonzalez e Bertrand Mandico, entrambi reduci dal Festival di Locarno, di cui si proiettano in anteprima nazionale rispettivamente Fou de Bassan After Blue. E chiude il 12 settembre 2021 con un programma che sfida le forme del cinema canonico e commerciale – oltre alle convenzioni delle chiusure dei festival – dove il cortometraggio è ancora considerato un genere minore, dedicandogli una serata importante durante la quale si presentano tre opere di autrici innovative: Marie Losier, che con il suo Taxidermisez-moi impiega il suo abituale tocco magico per ridare vita agli animali del Musée de la chasse et de la nature di Parigi mettendo in discussione le frontiere tra l’animale e l’umano; Pauline Curnier Jardin, con Qu’un sang impur, rivisitazione e omaggio a un grande classico della storia del cinema come Un chant d’amour di Jean Genet, declinata questa volta in chiave femminile; e Cindy Coutant, che con il suo Nina et les robots si muove a cavallo tra l’installazione, la videoarte e la sperimentazione applicata ai corpi e al desiderio), a cui si aggiunge l’irresistibile Les démons de Dorothy di Alexis Langlois, che sarà a Palermo.

Fulcro del Festival, come di consueto, saranno le due sezioni competitive, che presentano 8 lungometraggi nelle Nuove Visioni e 13 cortometraggi nel Queer Short, e che saranno valutate da una giuria internazionale composta da Manuel Asín (critico spagnolo e direttore artistico del festival Punto de vista di Pamplona), Frank Beauvais (regista francese, vincitore del concorso di lungometraggi del Sicilia Queer 2020), Elisa Cuter (scrittrice e critica cinematografica italiana), Beatrice Gibson (artista e filmmaker sperimentale inglese) e Olaf Möller (selezionatore e critico tedesco, collaboratore di festival in tutto il mondo).

Il Concorso Internazionale di lungometraggi dedicato alle Nuove Visioni incarna lo spirito del Sicilia Queer, accostando nomi di autori più riconosciuti, anche se poco noti al grande pubblico, a scoperte più nascoste, in un gioco tra alto e basso, piccolo e grande che corrisponde all’essenza della settima arte. Titoli che rappresentano nuove visioni perché di autori giovani, ai primi lavori, o perché radicalmente diversi rispetto a ciò che si è soliti vedere sul grande schermo, rispetto alle narrazioni tradizionali, ai codici e ai canoni: film che dialogano con il cinema queer dal punto di vista tematico o formale, sempre in modo non didascalico e con uno sguardo ampio che ha il cinema al centro dei nostri interessi.

Nel concorso di lungometraggi si presenterà il film di Gianluca Matarrese, La dernière séance, che sarà introdotto a Palermo dal regista e dallo sceneggiatore palermitano Nico Morabito; direttamente dall’ultimo Festival di Berlino – e passato a Pesaro -, arriva il capolavoro del georgiano Alexandre Koberidze, What do We See When We Look at the Sky; l’anteprima nazionale di Théo et les métamorphosesdi Damien Odoul, che racconta le sperimentazioni libertarie di un ragazzo immerso nella natura selvaggia e che sarà presentato dall’autore; e infine la proiezione del film di un giovanissimo autore statunitense, Angelo Madsen Minax, che nel suo North by Current dà spazio all’analisi delle dinamiche familiari. La ricerca del Sicilia Queer prosegue con altri lavori internazionali che guardano al futuro del cinema, come quella delle registe austriache Lilith Kraxner e Milena Czernovsky che presenteranno in anteprima nazionale il loro Beatrix; sempre in anteprima nazionale è Aloma i Mila, opera anomala e fuori formato della spagnola Tuixén Benet. In anteprima regionale siciliana, invece, Il gioco del destino e della fantasia del giapponese Hamaguchi Ryusuke. E in anteprima mondiale, direttamente dal Brasile, il nuovo film di Gustavo Vinagre e Fábio Leal, Deus tem AIDS, che affronta in modo diretto e coraggioso il tabù ancora esistente nei confronti dell’AIDS e le paure del nostro tempo.

Anche quest’anno la selezione delle opere per il Concorso Internazionale di cortometraggi Queer Short prende forma sotto il segno del desiderio. Il desiderio di corpi, certo, ma anche il desiderio di cambiamento e di nuovi inizi, ancor più forte in quest’epoca instabile e incerta, così come il desiderio di abitare un determinato territorio e di trovare il proprio posto in esso, o anche il desiderio di lasciarsi andare a quel che di magico c’è nel mondo. Tra i film in concorso si segnalano J’ador, diretto da Simone Bozzelli; Luz de Presença di Diogo Costa Amarante, selezionato alla scorsa Berlinale; Voin di Gaëlle Boucand che sarà presentato a Palermo dalla regista; e Red Ants Bite della georgiana Elene Naveriani.

Diversi inoltre gli appuntamenti delle sezioni non competitive che nei quattro giorni di programmazione completeranno l’undicesima edizione del Sicilia Queer filmfest, tra questi: l’omaggio a Luchino Visconti nel cinquantennale dell’uscita di Morte a Venezia, che sarà mostrato in pellicola; la proiezione di The People Under the Stairs di Wes Craven, capolavoro dell’horror contemporaneo per ricordare i vent’anni dell’evento che ha tragicamente segnato l’inizio del nuovo millennio e guardare al crollo delle torri gemelle di New York da una prospettiva anomala, storta, quasi capovolta; e ancora le Letterature Queer, con le presentazioni dei libri di Elisa Cuter (Ripartire dal desiderio), Federica Fabbiani e Chiara Zanini (Architetture del desiderio. Il cinema di Céline Sciamma), Giuseppe Burgio (Fuori Binario. Bisessualità maschile e identità virile) e Abdellah Taïa (La vita lenta), che riceverà il Premio Nino Gennaro 2021 e presenterà il suo romanzo all’interno del festival letterario “Una marina di libri”.

E non è tutto: il gran finale è posposto al 23 e 24 ottobre, con il completamento della sezione Carte postale à Serge Daney che vedrà come protagonista la regista francese Marie-Claude Treilhou. Il trailer di questa edizione è realizzato dal regista portoghese Carlos Conceição, e vede come protagonista l’attore e danzatore André Cabral, e come direttore della fotografia Vasco Viana.

Biglietti disponibili su: vivaticket.com
ingresso singolo 5€; queer card 4€; singolo studenti 3€.

Sempre attento ad esplorare le relazioni tra il mondo del cinema e quello delle arti visive, il Sicilia Queer filmfest omaggia il lavoro del duo Lovett/Codagnone, per la prima volta in Italia e a due anni dalla morte di Alessandro Codagnone, con la mostra Lovett/Codagnone. Dreams Never End. 

Presso il Centro Internazionale di Fotografia di Palermo diretto da Letizia Battaglia saranno esposti lavori storici degli anni ’90 come I Didn’t Do It (1995); le serie fotografiche iconiche del duo: Prada, via della Spiga, Milano (1997), San Lorenzo (1997); performance e installazioni come I Only Want You to Love Me (2004) e una nuova serie di lavori inediti. In occasione della mostra verrà inoltre presentato in anteprima assoluta OPENING, il documentario su Lovett/Codagnone con la regia di Antonio Cavallini.

La mostra, a cura di Antonio Leone e Donato Faruolo, e realizzata dal Sicilia Queer filmfest in collaborazione con ruber.contemporanea e Centro Internazionale di Fotografia, sarà inaugurata venerdì 10 settembre alle ore 18.30 e rimarrà aperta fino all’8 ottobre.

Il duo italo-americano, nato nel 1995, spazia con il proprio lavoro dalla fotografia alla scultura, dal video all’installazione fino alla performance, medium che spesso vede protagonisti Alessandro Codagnone e John Lovett di un ironico gioco delle parti teso a smascherare i rapporti di forza che si definiscono socialmente all’interno delle relazioni interpersonali, Closer (1999), For you (2003). Nel suo insieme la loro arte è un’esplorazione delle relazioni di potere, una riflessione lucida su quei processi di normalizzazione in atto che castrano e soffocano le sub-culture, le pratiche di dissenso, l’affermarsi del soggettivo.

Nella produzione più recente Lovett/Codagnone riflettono sull’identità collettiva e sulle modalità di definizione e affermazione derivante dalle dinamiche di conflitto in relazione ai dispositivi di potere: «Il commercio, come status dominante, dove le libertà autonome sono quasi scomparse, la gentrificazione della città e della nostra sessualità» (Lovett/Codagnone)La serie di immagini realizzate per Drift è composta da fotografie scattate dagli artisti negli ultimi anni, tra gli Stati Uniti d’America e l’Europa. Paesaggi stranianti, surreali, alcuni velati da un’atmosfera dolcemente apocalittica, che sfuggono, combattono o resistono alla gentrificazione, accompagnati da citazioni di brani musicali che ne distorcono o amplificano il massaggio.

La mostra è accompagnata da una serie di contributi pubblicati sul catalogo del Sicilia Queer filmfest che restituiscono i molteplici aspetti del lavoro dei due artisti: Emi Fontana (curatrice e storica gallerista del duo newyorkese); Lia Gangitano (fondatrice e direttrice di Participant Inc. New York); Diego Sileo (curatore del PAC– Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano); Antonio Leone e Donato Faruolo (co-curatori della mostra); Alberto Salvadori (direttore di Ica Milano); Salvatore Davì (co-curatore Drift – Collateral events Manifesta 12 Palermo). E poi gli amici di sempre: gli artisti Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini; Michele Pauli (musicista, ex Casino Royale e co-fondatore di Candidate – musical politico, nato come band nel 2010 a New York dalla collaborazione tra Lovett/Codagnone e lo stesso Pauli); Ilaria Cavallini, Martina Pozzi, l’attrice Sandra Ceccarelli e la performer Julie Tolentino.

Lovett/Codagnone. Dreams Never End
a cura di Antonio Leone e Donato Faruolo
Palermo, Centro Internazionale di Fotografia / 10 settembre – 8 ottobre 2021
Opening 10 settembre ore 18.30
Orari: da martedì alla domenica, ore 9.00 – 18.30; ingresso libero.

Nella stessa sezione si presenta TRANS_FORMA, mostra e installazione firmata da Andrea Dojmi (Centro Internazionale di Fotografia, 10 – 12 settembre; Spazio Franco, 11 settembre).

PROGRAMMA

Giovedì 9 settembre


Il Sicilia Queer filmfest apre la sua seconda giornata presso il Cinema De Seta alle ore 15.30 con la L’Armée du salut (Francia, Marocco 2013) dello scrittore e regista Abdellah Taïa, film dove autobiografia e finzione si sovrappongono, che si nutre delle esperienze dirette del regista, coraggiosamente dichiaratosi gay, cresciuto all’interno della chiusa e oppressiva società marocchina. Al termine della proiezione Taïa, che sarà presente in sala, riceverà il Premio Nino Gennaro.
A partire dalle 18.00 si presenta il primo blocco dei cortometraggi in concorso nella sezione Queer Short partendo con Inevitável di Matheus Farias e Enock Carvalho (Brasile 2020), film ambientato in Brasile dove ogni tre giorni viene uccisa una persona trans, che racconta di Marilene, donna alla ricerca di sua figlia Roberta, transessuale sparita; a cui segue il documentario animato The Institute di Alexander Glandien (Germania, Austria 2020) sulla necessità di procedere di pari passo nella lotta per le battaglie ambientali e sociali; Frozen Out di Hao Zhou (Cina, Stati Uniti 2021) storia di un immigrato alla ricerca di sé stesso tra bianche steppe e foreste ghiacciate, nel tentativo di trovare una racconto prezioso che lo aiuti a sfuggire dalle ansie del migrare e dello sradicamento; Voin di Gaëlle Boucand (Francia, Bulgaria 2020), che sarà presentato dalla regista; l’italiano J’ador di Simone Bozzelli (2020); And Then We Touch di Benjamin Egger (Svizzera 2021), dove lo spettatore diventa parte di una scena intima tra due puppy-players in un salotto; e Los últimos recuerdos de Abril di Nancy Cruz Orozco (Messico 2020).
Alle 20.30 per il Concorso Internazionale di lungometraggi – Nuove Visioni si proietta Il gioco del destino e della fantasia di Ryūsuke Hamaguchi (Giappone 2021), lavoro che porta sullo schermo tre storie che ruotano attorno a tre donne, tre episodi che raccontano di un triangolo amoroso non previsto, di una trappola seduttiva ai danni di un professore universitario e di un incontro fortuito. La frammentarietà enfatizza la complessa architettura narrativa facendo emergere le abitudini e la magia, più o meno rassicurante, del caso, attivato dalla scelta di lasciare le “porte spalancate” alla Fortuna, accettando il rischio di subire uno scacco o di essere invece irradiati dalla luce della grazia. Sempre in concorso per i lungometraggi alle ore 22.30 è la volta di North by Current (Stati Uniti, 2021) in cui il regista Angelo Madsen Minax usa le riprese dei familiari e i ritratti di paesaggi filmati in VHS e in super8 per mettere in atto una riflessione lirica e imprevedibile che affronta i temi della depressione, della violenza domestica, della maternità e della mascolinità transgender per poi trasformarsi in una terapia familiare catartica, un’opportunità per collaborare e creare insieme una versione personale di giustizia in costante evoluzione.

Per la sezione Letterature Queer alle ore 18.00 lo spazio Cre.Zi. Plus, sempre ai Cantieri Culturali alla Zisa, ospita la presentazione di ARCHITETTURE DEL DESIDERIO. IL CINEMA DI CÉLINE SCIAMMA, a cura di Federica Fabbiani e Chiara Zanini (Asterisco, Milano 2021). Le due curatrici saranno in dialogo con il critico cinematografico Fabio Fulfaro. Identità, desiderio, trasformazione. Sono questi gli elementi ricorrenti nella filmografia di Céline Sciamma, regista francese tra le più originali della cinematografia contemporanea. Attraverso la forza dei corpi delle personagg* e nel racconto delle loro storie che questa monografia a più mani costruisce la mappatura dell’universo filmico di Sciamma per restituire la sua poetica di resistenza creativa a precise meccaniche di potere, maschili ed escludenti, che ancora troppo spesso contaminano l’immaginario.

Biglietti: vivaticket.com/it/cerca-biglietti/sicilia%20queer
intero 5 € / ridotto queer card 4 € / studenti 3 €.

Venerdì 10 settembre


Oggi il Sicilia Queer filmfest apre la sua terza giornata presso il Cinema De Seta alle ore 15.30 con la proiezione di Opening di Antonio Cavallini (Italia 1997), documentario sperimentale in b/n girato alla fine degli anni Novanta in 16 mm tra New York e Milano, che racconta il lavoro fotografico di John Lovett e Alessandro Codagnone fatto di tematiche quali l’identità gay, la vita sessuale, la pornografia, il rapporto di coppia e i rapporti familiari. Alla proiezione farà seguito l’incontro con Michele Pauli, Ilaria Cavallini, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, mentre alle ore 18.30 presso il Centro Internazionale di Fotografia diretto da Letizia Battaglia si inaugura Lovett/Codagnone. Dreams Never End, mostra a cura di Antonio Leone e Donato Faruolo, che omaggia il lavoro della coppia di artisti, per la prima volta in Italia e a due anni dalla morte di Alessandro Codagnone: il duo italo-americano, nato nel 1995, spazia dalla fotografia alla scultura, dal video all’installazione fino alla performance, in un ironico gioco delle parti teso a smascherare i rapporti di forza che si definiscono socialmente all’interno delle relazioni interpersonali. Un’analisi delle dinamiche di potere, una riflessione lucida sui processi di normalizzazione in atto che castrano e soffocano le sub-culture, le pratiche di dissenso, l’affermarsi del soggettivo. Dalla critica della normalizzazione della comunità lgbt all’esplorazione dei codici della comunità leather e sadomaso, Lovett/Codagnone concepiscono l’arte come una pratica di libertà e di dissidenza, come resistenza e conflitto.
Tornando alle proiezioni a partire dalle ore 18.00 al Cinema De Seta si presenta Beatrix, lungometraggio in concorso firmato da Milena Czernovsky e Lilith Kraxner (Austria 2021); si prosegue con la seconda parte dei cortometraggi in concorso nella sezione Queer Short di cui si segnalano Red Ants Bite della georgiana Elene Naveriani, che ha per protagonisti due naufraghi nigeriani alle prese con i loro desideri reconditi mentre la città scorre meravigliosa alle loro spalle, senza soluzione di continuità tra giorno e notte, e Luz de Presença di Diogo Costa Amarante, selezionato alla scorsa Berlinale.
Alle ore 22.30 ancora un lungometraggio in concorso, si tratta di Deus tem AIDS di Gustavo Vinagre e Fábio Leal (Brasile 2021) che affronta in modo diretto e coraggioso il tabù ancora esistente nei confronti dell’AIDS e le paure del nostro tempo: a 40 anni dall’inizio dell’epidemia di AIDS, sette artisti e un medico attivista, persone affette da HIV, offrono nuove immagini e prospettive per affrontare la sierofobia in Brasile. L’esplorazione di performance eccentriche rispetto alle presunte norme eterosessuali e alla concezione binaria del genere e delle sessualità si affianca a interviste più canoniche offendo una percezione odierna della sieropositività in cui l’esperienza personale si intreccia con l’indagine sociale.

Sabato 11 settembre

Oggi il Sicilia Queer filmfest apre la sua quarta giornata presso il Cinema De Seta alle ore 15.30 con il lungometraggio in concorso nella sezione Nuove Visioni Aloma I Mila (Spagna 2020), storia di complicità tra due adolescenti che diventa un antidoto contro la solitudine e la fatua stravaganza dell’ambiente circostante: un’opera anomala e fuori formato firmata della spagnola Tuixén Benet.
Sempre per la stessa sezione alle ore 18.30 si presenta Théo et les métamorphoses di Damien Odoul (Francia 2020), che racconta le sperimentazioni libertarie di un ragazzo immerso nella natura selvaggia: un’utopia “naturalista“ che si nutre di allucinazioni, vita e resilienza in cui l’inconscio gioca un ruolo primordiale e che cambia la nostra prospettiva sulla realtà e sul cinema.
Si prosegue alle ore 20.30 con What Do We See When We Look at the Sky?capolavoro del georgiano Alexandre Koberidze che è una favola contemporanea in cui poesia e realismo magico si fondono grazie all’incantesimo del cinema.
Alle ore 24.00 l’appuntamento è con The People Under the Stairs (Stati Uniti 1991) di Wes Craven, un classico dell’horror contemporaneo che viene proiettato per ricordare i vent’anni dell’evento che ha tragicamente segnato l’inizio del nuovo millennio e guardare al crollo delle torri gemelle di New York da una prospettiva anomala, storta, quasi capovolta.
Per la sezione Arti visive dalle ore 16.00 alle ore 22.00 lo Spazio Franco ospita TRANS_FORMA di Andrea Dojmi, installazione in loop che nasce dall’incontro con Azul, Azzurra, Martina, Carla e Laura, creature in trasformazione anche attraverso la trans-narrazione del filmmaker, che registra l’essenza fluida dell’essere nello spazio-tempo di una spiaggia estiva vicino a Roma, realizzata in collaborazione con Studio Rizoma

Mentre alle ore 18.00 per la sezione Letterature Queer alle ore 18.00 lo spazio Cre.Zi. Plus ospita la presentazione di FUORI BINARIO. BISESSUALITÀ MASCHILE E IDENTITÀ VIRILE di Giuseppe Burgio (Mimesis, Milano 2021) L’autore sarà in dialogo con Francesco Paolo Alexandre Madonia. Della bisessualità maschile la ricerca si è occupata pochissimo, specialmente in Italia.Il volume analizza le trasformazioni contemporanee dell’eterosessualità maschile, caratterizzate da una crescente sperimentazione sessuale. Si ricava così un dossier di desideri, pratiche e rappresentazioni che dimostra l’esistenza di un comportamento bisessuale maschile molto più diffuso di quanto finora abbiamo sospettato.

Domenica 12 settembre


Si proclamano questa sera alle ore 20.30 i film vincitori dei concorsi dell’undicesima edizione del Sicilia Queer filmfest. Intanto l’ultima giornata propone ancora diversi appuntamenti tra proiezioni, presentazioni di libri e approfondimenti. Già dalle ore 11.30 presso lo spazio Cre.Zi. Plus si potrà seguire la tavola rotonda LA DISTRIBUZIONE CINEMATOGRAFICA IN ITALIA, per riflettere sulle dinamiche e i cambiamenti legati al modo della distribuzione e della fruizione, a seguito della recente emergenza sanitaria, mentre nel primo pomeriggio (ore 15.30) si omaggia Luchino Visconti nel cinquantennale dell’uscita di Morte a Venezia, che sarà mostrato in pellicola.

Si prosegue alle ore 18.00 con il lungometraggio in concorso per le Nuove Visioni La dernière séance di Gianluca Matarrese, che sarà introdotto dal regista e dallo sceneggiatore palermitano Nico Morabito. Alla stessa ora, ma presso lo spazio Cre.Zi. Plus, si presenta LETTERATURE QUEER RIPARTIRE DAL DESIDERIO di Elisa Cuter (Minimum Fax, Roma 2020). L’autrice sarà in dialogo con la fotografa e attivista Naomi Morello. Partendo da “Non è la Rai”, passando per il #metoo, gli incel e l’educazione sessuale, Elisa Cuter indaga quella che viene percepita come l’attuale «guerra tra i sessi», e arriva a ribaltare alcuni luoghi comuni del femminismo mainstream, chiedendosi se abbia ancora senso rivendicare un’identità storicamente costruita come subalterna.

Alle ore 20.30 è la volta di Les Démons de Dorothy, irresistibile opera di Alexis Langlois che sarà presente in sala; seguono, in anteprima nazionale, i cortometraggi di tre autrici innovative: Marie Losier, che con il suo Taxidermisez-moi impiega il suo abituale tocco magico per ridare vita agli animali del Musée de la chasse et de la nature di Parigi mettendo in discussione le frontiere tra l’animale e l’umano; Pauline Curnier Jardin, con Qu’un sang impur, rivisitazione e omaggio a un grande classico della storia del cinema come Un chant d’amour di Jean Genet, declinata questa volta in chiave femminile; e Cindy Coutant, che con il suo Nina et les robots si muove a cavallo tra l’installazione, la videoarte e la sperimentazione applicata ai corpi e al desiderio.

GRAN FINALE

Sabato 23 e domenica 24 ottobre, a partire dalle 18.30 presso il Cinema De Seta ai Cantieri Culturali alla Zisa, presenta il completamento della sezione Carte postale à Serge Daneyche vedrà come protagonista la regista francese Marie-Claude Treilhou. L’omaggio a Marie-Claude Treilhou, che a Palermo sarà insieme a Gaël Teicher (produttore, editore e distributore) e in dialogo con il regista Laurent Achard, costituisce un’occasione unica per misurarsi con un cinema marginale e fondamentale per il cinema queer contemporaneo, e non solo. L’evento è realizzato in collaborazione con l’Institut français Palermo.

SABATO 23 OTTOBRE 2021
ore 18.30 – DERNIÈRE SÉANCE 
di Laurent Achard / Francia 2011 / 81’ / v.o. sott. it. 
Sylvain, giovane cinefilo e solitario, è il gestore di un piccolo cinema di quartiere sull’orlo della bancarotta. Con grande dedizione si occupa dell’intera organizzazione, in qualità di responsabile della programmazione, proiezionista e cassiere e, in quegli stessi luoghi scalcinati e ombrosi, si è ricavato un seminterrato in cui vivere. Ogni notte, dopo l’ultimo spettacolo, si aggira per le strade della città e commette un omicidio… Dernière séance incorpora gli stilemi del film slasher e tesse un canto d’amore cinefilo che spinge alle estreme conseguenze l’illusione di “abitare” la realtà dei film visti e adorati, tanto da non riuscire più a distinguere tra finzione e realtà, tra cinema e vita reale.
ore 20.30 – SIMONE BARBÈS OU LA VERTU 
di Marie-Claude Treilhou / Francia 1980 / 77’ / v.o. sott. it.
Simone e Martine lavorano come maschere in un cinema porno a Montparnasse. Passano le loro giornate nel limbo della hall, tra qualche chiacchiera e risata, incontrando gli habitué e le persone solo di passaggio per traghettarle in sala, al loro posto. A mezzanotte Simone si mette in marcia nella notte parigina alla volta di un club lesbico… L’opera più conosciuta della regista francese. Un viaggio in tre atti articolato tra interno esterno, buio e luci artificiali, in cui il bizzarro cinema e la città che lo circonda dialogano continuamente e sembrano persino invertirsi. Un sublime ritratto in una notte di tutta la solitudine moderna, derelizione amorosa, insoddisfazione sessuale, fuga al termine della notte alla ricerca di un segno.

DOMENICA 24 OTTOBRE 2021
ore 18.30 – LE JOUR DES ROIS 
di Marie-Claude Treilhou / Francia 1991 / 90’ / v.o sott. it. / anteprima nazionale
Tre anziane sorelle si riuniscono, come ogni domenica. Hanno poco in comune, si potrebbe anche dire che sono spesso ostili tra loro. In questa speciale domenica dell’Epifania – il giorno dei re magi – però l’atmosfera è più elettrica del solito. Oltre al programma canonico che prevede il recarsi al cimitero, pranzare al ristorante cinese e mangiare la tradizionale “galette des rois”, le tre devono andare a vedere lo spettacolo dell’altra sorella. Un’immersione divertente e veritiera nel microcosmo della terza età; irriverente e originale e con un cast d’eccezione che ci riporta lontano, in Oriente, ai capolavori sulla vecchiaia realizzati dal maestro Ozu, riferimento costante di Marie-Claude Treilhou. 
ore 20.30 – UN PETIT CAS DE CONSCIENCE 
di Marie-Claude Treilhou / Francia 2002 / 95’ / v.o. sott. it. / anteprima nazionale 
Un furto anomalo nella casa di campagna di Simone e Hélène, una coppia di donne sulla cinquantina, dà vita a una serie di ipotesi, verifiche, fatti e investigazioni che coinvolgono loro stesse e un gruppo di persone che sta loro intorno. La suspense legata alla risoluzione del caso diventa nello stesso tempo un confronto di ciascuno dei personaggi con la propria visione del mondo, la propria ideologia e la propria morale, in un crescendo in cui verità e giustizia diventano concetti fluidi. Un cast d’eccezione per un piccolo gioiello del cinema francese più nascosto: Ingrid Bourgoin, Dominique Cabrera, Alain Guiraudie, Claire Simon e Marie-Claude Treilhou.

Info
siciliaqueerfilmfest.it / institutfrancais.it/palermo

Biglietti
Intero: 5€ – Ridotto: 3€

***

I vincitori dell’undicesima edizione

La giuria internazionalecomposta da Manuel Asín (critico spagnolo e direttore artistico del festival Punto de vista di Pamplona), Frank Beauvais (regista francese, vincitore del concorso di lungometraggi del Sicilia Queer 2020), Elisa Cuter (scrittrice e critica cinematografica italiana), Beatrice Gibson (artista e filmmaker sperimentale inglese) e Olaf Möller (selezionatore e critico tedesco, collaboratore di festival in tutto il mondo) assegna ilpremio per il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni a ex aequo a Beatrixdi Milena Czernovsky e Lilith Kraxner (Austria 2021) e aAloma i Mila di Tuixén Benet (Spagna 2020). La stessa giuria assegna il premio per il miglior cortometraggio – Queer Short a Playback. Ensayo de una despendida di Agustina Comedi (Argentina 2019).
La giuria del Palermo Pride premia ad ex aequo i cortometraggi Playback. Ensayo de una despendida di Agustina Comedi (Argentina 2019) e Herman@s di Hélène Alix Mourrier (Francia 2021), ed assegna una menzione speciale a And then we touch di Benjamin Egger (Svizzera 2021).
Il pubblico invece premia per i lungometraggi La dernière séance di Gianluca Matarrese (Italia, Francia 2021)e per i cortometraggi DustindiNaïla Guiguet (Francia 2020).

LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA INTERNAZIONALE
Premio miglior lungometraggio – Nuove Visioni
Beatrix di Milena Czernovsky e Lilith Kraxner (Austria 2021)
«Per la sua rappresentazione poetica del quotidiano, come per la sua costruzione ellittica del tempo e dello spazio, la giuria ha deciso di premiare un film che si distingue per il suo approccio giocoso e sottile nella caratterizzazione femminile e il risultato complessivo in quanto opera prima».
Aloma i Miladi Tuixén Benet (Spagna 2020)
«Per la sua abile integrazione della coreografia e della narrazione, il suo approccio creativo e personale all’adattamento, e la sua rappresentazione del territorio».
Premio miglior cortometraggio – Queer Short
Playback. Ensayo de una despendidadi Agustina Comedi (Argentina 2019)
«Per la sua rivisitazione intima e militante della memoria e il suo détournement del concetto di conservazione dei filmati d’archivio».

LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA PALERMO PRIDE
Playback. Ensayo de una despendida di Agustina Comedi (Argentina 2019)
«Perchè racconta di come un gruppo di drag resistenti, in un’Argentina alla fine della dittatura militare e all’alba della crisi mondiale dell’AIDS, costruisca uno spazio safe della comunità per la comunità; uno spazio dove ci si diverte, si condivide, ci si emoziona, si attraversa tutto insieme anche i lutti. Il film racconta quello che era il meglio del nostro movimento in passato e che oggi necessità di essere recuperato: il lavoro per la comunità e la capacità di immaginare e scrivere un finale diverso, in un momento in cui fatalismo, individualismo e normalizzazione sono la risposta più semplice».
Herman@s di Hélène Alix Mourrier (Francia 2021)
«Perché affronta la tematica della spazio pubblico, così il film, raccontandone la trasformazione con il linguaggio proprio degli ultimi anni. Uno spazio della comunità per la comunità, in cui ci si diverte, ma in cui si condivide anche quel senso di isolamento e di solitudine che appartiene al nostro comune sentire, specialmente degli ultimi anni. La lotta di Cuco non è la lotta di un solo corpo, ma è la lotta di un corpo politico che rappresenta in sé la pluralità delle identità e delle espressioni del proprio essere. Cuco, “creatura transgender, terzo sesso, mostro fantasma, senza volto, senza sesso” compare e scompare nella notte, fondendosi con la musica delle discoteche che frequenta, l’unico luogo in cui può davvero esprimere la sua non-identità. L’unico luogo in cui non è illegale. La maschera che Cuco indossa rivendica politicamente la sua anonimità, il suo essere “solo corpo e parole”, il suo “non-essere”, e per questo “essere-tutto”. Si tratta dunque di una rappresentazione di una comunità che oggi si trova a dover affrontare necessità ed istanze che aspirano alla liberazione, nel vero senso intersezionale del termine, di tutti i corpi e di tutte le identità». 
Menzione speciale
And then we touch di Benjamin Egger (Svizzera 2021)
«Per il forte segnale politico che ci consegna. Da una pratica di sesso “kinky” che è spesso soggetta a stereotipi, che genera stigmatizzazione e discriminazione delle persone che le praticano, abbiamo invece molto da imparare. La scena intima di due puppy players in un salotto che si accarezzano, si annusano, si amano indicano a tutt* un modo creativo di non rinunciare a vivere la sessualità in tempo di pandemia con gioia e soprattutto mostrano una forma alternativa di sessualità che può essere vissuta in modo appagante, paritario, senza prevaricazioni, senza possessore e posseduto, che fa riflettere tutt* e può soprattutto essere di insegnamento rispetto a pratiche agite con violenza da maschilità tossiche».

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