giovedì, 28 Marzo 2024
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A Siracusa una mostra araldica. Interventi nella chiesa di S. Maria di Mili a Messina e al Museo A. Uccello di Palazzolo Acreide

Dal 18 febbraio al 21 marzo alla Galleria Bellomo di Siracusa la mostra sugli “Stemmi” della Città

Un’esposizione degli stemmi araldici presenti all’interno della Galleria Bellomo di Siracusa per una nuova narrazione della storia della città di Siracusa. Si intitola “Stemmi” l’esposizione che si inaugurerà il 18 febbraio alle 17.30 alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, diretta da Rita Insolia, con un intervento del curatore Michele Romano dell’Accademia di Belle Arti di Catania.

La mostra, in programma fino al 21 marzo, potrà essere visitata dal martedì (9.00-18.30) alla domenica (9.00-13.00). In esposizione gli stemmi di imperatori, vescovi e marchesi che raccontano la presenza urbana della corona d’Asburgo, Austria e Spagna, attraverso la presenza di vicerè e imperatori che mostrano i segni di un potere simbolico e di un’illuminata committenza territoriale.
Insieme alla monumentalità degli stemmi urbani o già presenti nelle porte della città, si potranno ammirare gli stemmi lapidei gentilizi appartenenti alle famiglie nobili presenti a Siracusa, quali i Montalto, i Landolina, gli Arezzo, i Francica Nava: un alfabeto figurato, insomma, di segni araldici.

L’esposizione è ospitata nello spazio architettonico gotico-catalano della famiglia Bellomo dove, sul portale esterno archiacuto, si trova lo stemma gentilizio sormontato dall’elmo piumato della cavalleria aragonese.

La ricca collezione, in minima parte già esposta nei cortili del Palazzo Bellomo, proviene dai depositi museali dove, oltre a una ricchissima testimonianza di stemmi, si trovano reperti dal valore unico per la comunità: dai frammenti di capitelli lapidei ai dipinti su tavola o tela, dalle ceramiche a lustro alle figure in cartapesta dei presepi tradizionali.

Al via l’intervento di salvaguardia nella Chiesa di S. Maria di Mili a Messina

Prende il via l’intervento di recupero curato dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Messina diretta da Mirella Vinci, per la messa in sicurezza di alcune parti della Chiesa di S. Maria di Mili, per la quale l’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana ha stanziato 19.234,00 di euro per interventi di somma urgenza.

I lavori, consegnati lo scorso venerdì, riguarderanno le strutture murarie, in parte crollate, relative alla parte sommitale di un corpo adiacente alla Chiesa, che è anche di collegamento con il complesso monastico.

“Si tratta di un intervento indifferibile – sottolinea l’assessore regionale dei beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – che mira a salvaguardare questo bene storico culturale di grandissimo pregio. L’intervento, effettuato tempestivamente, mira, infatti, a preservare il prezioso complesso monumentale da temuti, ulteriori, crolli”.

Le opere che saranno effettuate rientrano tra le attività di salvaguardia del patrimonio del Fondo Edifici di Culto e consentiranno di intervenire a tutela di un bene dichiarato di grande interesse storico architettonico sin dal 1919.

La chiesa, con l’annesso ex monastero, sorge sulla riva sinistra del torrente Mili nei pressi dell’abitato di Mili San Pietro, nel comune di Messina. Il complesso, di stile normanno, risale al 1091 ed è una tra le più antiche testimonianze di architettura religiosa normanna della Sicilia. Fu fatto costruire ad opera del Gran Conte Ruggero I di Sicilia che lì fece seppellire il figlio Giordano. L’abbazia è stata vincolata con decreto del 1990 e versa oggi in stato di abbandono e forte degrado.

Partono i lavori di restauro e riqualificazione del Museo Antonino Uccello a Palazzolo Acreide

Partono gli interventi di restauro della Casa Museo Regionale “Antonino Uccello” di Palazzolo Acreide (Sr). I lavori, che riguardano il recupero architettonico dell’edificio storico incluso l’adeguamento dell’impiantistica, consegnati il 10 febbraio, verranno realizzati dall’associazione temporanea di imprese formata dalle ditte Eredi Geraci Salvatore di Mussomeli (CL) e Garibaldi Fragasso di Bari, per un importo di 781.614,02 euro di Fondi comunitari del Patto per la Sicilia.

“Con l’intervento di recupero e riqualificazione del museo “Antonino Uccello” – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – realizziamo un’importante opera di salvaguardia e miglioramento del patrimonio culturale. Nato in un periodo in cui la Sicilia era attraversata da una forte ondata migratoria come museo della conservazione della memoria, il museo Uccello costituisce un punto di riferimento e una testimonianza della storia e della cultura della Sicilia, un presidio prezioso che racconta la storia della nostra Terra”.

Uno dei più importanti musei etnoantropologici della Sicilia, la Casa Museo è stata aperta al pubblico nel 1971 da Antonino Uccello, all’interno di un antico palazzo settecentesco ubicato nel centro storico di Palazzolo Acreide, come museo della civiltà contadina. Nel 1983, dopo la prematura scomparsa del fondatore (1979), il museo è stato acquistato dall’Amministrazione Regionale che ha continuato a curare e valorizzare il ricco patrimonio contenuto attraverso il museo interdisciplinare Galleria Regionale di “Palazzo Bellomo” di Siracusa, sotto cui ricade. Il Palazzo fu costruito fra il 1730 e il 1735 da don Francesco La Ferla.

Responsabile del procedimento è il geom. Febronio Politino, mentre i lavori saranno diretti dall’Arch. Alessandra Ministeri della Soprintendenza dei beni Culturali di Siracusa e dall’Ing. Giovanni Donetti, dell’ufficio Tecnico del Comune di Palazzolo Acreide. I lavori dureranno un anno.

Trapani, al Museo Pepoli la mostra dedicata a Nunzio Nasi

Inaugurata lo scorso 11 febbraio, nei locali del Museo regionale “Agostino Pepoli”, la mostra “Nunzio Nasi. L’uomo, il politico, il collezionista”, che rimarrà aperta al pubblico da sabato 12 febbraio sino al 15 maggio 2022. All’ inaugurazione saranno presenti, fra gli altri, l’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, e il Direttore del Pepoli, Roberto Garufi.

Dedicata all’eclettico uomo di cultura trapanese che elesse ”Scoglio”, il celeberrimo Villino di gusto liberty che fece edificare nell’estremo lembo della sua città come sua dimora, la mostra è realizzata dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con il contributo del Libero Consorzio Comunale di Trapani e la partecipazione dell’Associazione Amici del Museo Pepoli, del Rotary Club Trapani-Erice e della Fidapa BPW, sezione di Trapani.

Il percorso espositivo ricostruisce, attraverso una ricca testimonianza di materiali documentari, fotografici e storici, oltre che di una selezione di preziosi arredi, suppellettili e immagini storiche provenienti dalla sua abitazione, gli ambienti e tappe della vicenda politica e umana di Nunzio Nasi, il politico trapanese vissuto a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento, il suo rapporto con Trapani e il territorio, i suoi interessi culturali.

La travagliata esperienza politica di Nasi, espressione della sinistra liberale e progressista, prende avvio nella Sicilia delle lotte contadine e prosegue per undici legislature alla Camera dei Deputati. Due volte ministro del Regno, al dicastero delle Poste e della Pubblica Istruzione, processato e condannato per peculato dal Senato riunito in Alta Corte di Giustizia, Nasi fu protagonista di una vicenda politico-giudiziaria complessa, densa di ombre e di retroscena, quasi un Affaire Dreyfus in scala ridotta, che ha aleggiato a lungo sull’attività del Parlamento italiano dividendo l’opinione pubblica tra innocentisti e colpevolisti e alimentando in Sicilia animosità e violente contestazioni di ispirazione autonomistica.

Scoperto ad Avola (SR) il relitto di un idrovolante tedesco Dornier-Do24

Il relitto di un idrovolante tedesco “Dornier Do 24” della II Guerra Mondiale è stato rivenuto nei fondali, a poche miglia dalla città di Avola, a una profondità di 122 metri nel corso delle ricerche subacquee effettuate da Fabio Portella del Diving Murro di Siracusa, in collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.

Si tratta di un idrovolante multiruolo a scafo centrale progettato dall’azienda tedesca Dornier Flugzeugwerke, lungo 22 metri e con un’apertura alare di 27, prodotto tra il 1937 e il 1945 in 279 esemplari e utilizzato per pattugliamento marittimo, ricerca e salvataggio.

L’aereo giace su un fondale fangoso in assetto di volo; la carlinga, priva della sezione di coda, si solleva dal fondo per circa 2 metri e sono evidenti i motori Bramo-BMW 323R-2, il cupolino, la mitragliatrice dell’alloggio di prua, la strumentazione e le due cloche.

Proprio nell’idroscalo di Siracusa era stanziata, dal marzo 1941 al maggio 1943, la squadriglia di soccorso 6° Seenotstaffeln, formata da idrovolanti tedeschi Dornier Do24 e Heinkel 59, e questo fa supporre che il relitto appartenga a uno dei velivoli decollati da quella base.
Salvo l’esito di successive indagini storiche, sono soltanto due gli idrovolanti Dornier-Do24 che risultano essersi perduti nell’area di Siracusa a distanza di quasi due settimane l’uno dall’altro: uno nella notte tra il 16 e 17 dicembre 1942 per l’impatto con l’albero di una nave al decollo e l’altro, il n°63 VH+SC appartenente al 7° Seenotstaffel, il 29 dicembre 1942, durante un ammaraggio notturno, forse per un’esplosione (una fonte indica “causa sconosciuta”, un’altra “impatto con mina”).

Analizzando le condizioni del relitto, è probabile che lo stesso sia pertinente a quest’ultimo incidente, nel corso del quale perirono cinque aviatori, mentre uno rimase gravemente ferito. Le vittime di entrambi gli sfortunati eventi sono sepolte presso il cimitero di guerra tedesco di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania.

(Immagini inviate dall’ufficio stampa dell’assessorato regionale ai beni culturali)

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