venerdì, 19 Aprile 2024
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Riforma costituzionale: le ragioni del Sì e del No

Sì o No? Per il Referendum costituzionale sul disegno di legge Renzi-Boschi si voterà il 4 dicembre, già sono partite le campagne per fare sentire le proprie ragioni. Una risposta da dare, positiva o negativa, alla domanda: «Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?».

Il referendum è di tipo confermativo: in pratica chi barra “sì”, conferma di essere a favore della riforma, mentre chi vota “no” esprime il proprio dissenso. Niente quorum: vince esclusivamente la maggioranza.

Riflettori sulla riforma costituzionale

Questioni di velocità, di numeri e di costi: il Sì

Semplificazione è confusione, scempio della costituzione: il No

Votando sì, viene approvata una riforma, che prevede il superamento del bicameralismo perfetto, con la conseguente riduzione delle funzioni del Senato. I senatori, da 315 passano a 100: settantaquattro consiglieri regionali, ventuno sindaci e cinque per nomina del Presidente della Repubblica.  Viene, inoltre, eliminata, la figura del senatore a vita. La Camera voterà le leggi, mentre il Senato non potrà presentare emendamenti alle leggi, eccetto quelli di sua specifica competenza. Il percorso di approvazione o bocciatura di una legge si prospetta, dunque, più veloce.  A chi non piace l’aria di cambiamento? La parola d’ordine è semplificazione.

Oltre alla riduzione del numero di senatori e la fine del bicameralismo perfetto, si aggiungono altre modifiche: l’eliminazione delle province, che verranno sostituite dalle città metropolitane e l’abolizione del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro). Previste anche nuove regole per l’elezione del capo dello Stato e per il referendum di tipo abrogativo.

Votando no, non viene attuata la riforma: il volto costituzionale della nostra Repubblica si mantiene così come noi lo conosciamo. A favore del no è il “Comitato per il NO «la cancellazione della elezione diretta dei senatori, la drastica riduzione dei componenti, lasciando immutato il numero del deputati, la composizione fondata su persone selezionate per la titolarità di un diverso mandato, – sostiene il comitato del No – colpiscono irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale».

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