lunedì, 2 Dicembre 2024
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Ricordato Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia 39 anni fa

Una cerimonia a Palermo, un’altra a Castellammare del Golfo (Trapani). Così è stato ricordato oggi Piersanti Mattarella, fratello del capo dello Stato, ucciso il 6 gennaio 1980. La matrice dell’agguato conduce, secondo gli ultimi spunti investigativi, a un asse tra mafia e terrorismo neofascista. Le indagini cercano da oltre un anno d’individuare tracce di un coinvolgimento dei Nar, Nuclei armati rivoluzionari, attraverso una comparazione balistica con i proiettili usati per una trentina di omicidi tra il ’77 e l’81.

Mattarella, ex presidente della Regione, fratello del Capo dello Stato, venne ucciso per fermare la sua la sua politica riformatrice,  mentre, insieme alla moglie, stava andando a Messa. A questa linea si ispira un progetto del comune di Castellammare del Golfo, dove l’ex presidente della Regione siciliana era nato, per portare nelle scuole le idee e il percorso di riscatto contro la mafia. A Castellammare, per iniziativa del sindaco Nicola Rizzo, c’è stato un raccoglimento davanti alla tomba di Mattarella dopo la commemorazione di Palermo che si è tenuta alle 9.30 in via Libertà, nel luogo dell’agguato di 39 anni fa, dove sono state poste corone di fiori.

A Palermo erano presenti, oltre ai familiari di Mattarella, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro, l’assessore regionale Gaetano Armao e i vertici delle forze dell’ordine.

Per il delitto è stata condannata la Cupola di cosa nostra, mentre ancora ignoti sono gli esecutori materiali su cui sono tuttora in corso indagini.

Per la presidente del Senato, Elisabetta Casellati: Matterella resta un esempio illuminante – “Trentanove anni fa, la mano assassina di Cosa Nostra colpiva a morte Piersanti Mattarella. Un uomo con la schiena dritta, che ha pagato con la vita il coraggio di sfidare la mafia semplicemente per seguire la propria coscienza di persona onesta. Nella politica, nelle istituzioni, come nella società civile, il nostro Paese ha più che mai bisogno di persone perbene che lottino per una società più giusta, più sicura, più libera, senza nascondersi e rifuggendo dall’indifferenza e dall’egoismo. Anche a distanza di decenni, Piersanti Mattarella, in questo senso, resta un esempio tragicamente illuminante”.

Il Presidente della Camera Roberto Fico, ha affermato: “Ricordiamo oggi il suo sacrificio, il suo intenso impegno politico e istituzionale, e soprattutto il senso profondo della testimonianza morale che ci ha lasciato. Penso al suo interpretare, a costo della vita, una politica non piegata alle logiche dell’intimidazione e della corruzione, capace di far leva sulle opportunità di riscatto della sua terra e di rispondere alle aspettative di reale cambiamento dei cittadini. Il suo operato è stato ispirato a un rigoroso principio di trasparenza nella spesa pubblica, alla responsabilità nell’azione amministrativa, all’affermazione della legalità nel contrasto del fenomeno mafioso: una politica con le carte in regola che ha fatto di Piersanti Mattarella un esempio importante per la sua amata Sicilia e per tutto il Paese”.

Per i presidenti Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle: su Piersanti Mattarella serve memoria ma anche verità– “L’omicidio mafioso di Piersanti Mattarella è una ferita nella storia della Repubblica Italiana. Dopo 39 anni non c’è ancora la verità sui chi siano stati i mandanti. Così come per Falcone e Borsellino, uccisi da mano mafiosa su mandato anche di uomini vicini se non all’interno delle Istituzioni. Sentenze nero su bianco lo hanno chiaramente affermato. Nel giorno tragico della morte di Piersanti era presente il fratello Sergio, oggi Presidente della nostra Repubblica. Questo deve essere un impulso perché è tempo di fare luce su capitoli così oscuri della nostra storia, ribadendo pieno appoggio all’operato di quei magistrati che non si arrendono allo scorrere del tempo e impediscono che la verità venga seppellita. Solo cosi potremo guardare con serenità e fiducia al futuro del nostro Paese”.

Così Pietro Grasso, senatore di Liberi e Uguali, in un post su Facebook: esempio di onestà, oggi ci serve – “Piersanti Mattarella, il Presidente della Regione Sicilia, venne ucciso brutalmente davanti ai suoi familiari il 6 gennaio 1980. Voleva la nostra terra ‘con le carte in regola’ e lavorò per rompere le collusioni tra politica e mafia, ma quell’omicidio fu chiaramente un modo per impedire questo rinnovamento politico e culturale. L’antimafia di Piersanti Mattarella era nei fatti: nel lavoro onesto, negli appalti trasparenti, nell’esclusione delle clientele. Un esempio per tutti noi ancora oggi. Per questo, a distanza di 39 anni da quel giorno, siamo chiamati a far conoscere a tutti la sua storia, soprattutto ai più giovani. Il suo esempio di onestà non deve essere perduto. Ne abbiamo tanto bisogno”.

fonte Ansa

 

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