venerdì, 29 Marzo 2024
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“Peregrinus dalla Valle dei Templi a Caltabellotta”

Si è svolta lo scorso Venerdì 27 febbraio, a Casa Sanfilippo, nell’incantevole e suggestiva sede dell’Ente Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento, la presentazione del documentario dal titolo: “Peregrinus dalla Valle dei Templi a Caltabellotta”.
Il mediometraggio è stato ideato e diretto dal documentarista G. Danilo Di Gesù, il lavoro di ricerca sul campo è stato curato e realizzato da Di Gesù e dal demoetnoantropologo Antonino Frenda mentre Maria Serena Rizzo e Giuseppina Schirò, archeologhe, si sono occupate di consulenza storica-archeologica. È seguito poi un approfondimento con Don Enzo Lombino, prefetto dello Studio Teologico San Gregorio Agrigentino, che si è occupato del lato religioso. Alla presentazione sono intervenuti anche il direttore del Parco Archeologico Giuseppe Parello e il Sindaco di Caltabellotta, Paolo Segreto. SAM_2105
“Peregrinus”, fa parte dell’Archivio Multimediale dell’Ente stesso, è un’indagine demo-antropologica sul culto di San Pellegrino e sull’analisi di alcuni aspetti strutturali arcaici, in particolar modo la “dragomachia”. Esso è la seconda parte di un progetto già iniziato con il reportage di antropologia visuale sul “Diavulazzu di Cataviddotta”.
Gli argomenti trattati nel documentario sono stati: il mito di “Peregrinus” e il pellegrinaggio ad esso dedicato, oltre alla sua sepoltura presso la Valle dei Templi e il gemellaggio fra “Pellegrino” e “Libertino”, Vescovo dell’antica Agrigento.
Il Dott. Frenda afferma: “La memoria e la storia di San Pellegrino nel territorio di Agrigento, dunque, sembrano avere una precisa connotazione: da un lato legata proprio ai festeggiamenti e all’aspetto simbolico-cerimoniale della festa a Caltabellotta; dall’altro, aspetto molto più ipotetico, l’attribuzione della basilica extraurbana, ubicata presso San Biagio, quale luogo di sepoltura dei martiri Pellegrino e Libertino”.
Un convegno, davvero interessante per gli amanti della cultura e della tradizione religiosa, che ha visto una platea partecipe ed incuriosita sia per le immagini suggestive del documentario, sia per i temi esposti. Gli studiosi si sono soffermati maggiormente sul carattere etnoantropologico e rituale del Santo Patrono di Caltabellotta.SAM_2097
“La figura di San Pellegrino – continua ancora Frenda- emerge come figura significativa e allo stesso tempo complessa della storia della santità siciliana e in senso più generale della tradizione dell’Europa cristiana antica e medievale, al quale dobbiamo notoriamente l’elaborazione di questa peculiare forma del Sacro che è propria nel pellegrinaggio e nella figura dei Santi pellegrini trova chiaramente il suo aspetto più significativo. È noto infatti come il termine Peregrinus racchiuda tutta una serie di stratificazioni e di significati storico-religiosi, agiografici e culturali che noi ritroviamo in Sicilia e in particolare nel territorio di Agrigento e come festa patronale il 18 agosto nel comune di Caltabellotta”.
Il risultato: un incontro, dunque, tra sapienza tradizionale e sapere storico-archeologico, tra mito e archeologia, su una figura di Santità controversa e affascinante e che ha come teatro privilegiato il territorio e il paesaggio agrigentino.

Ma chi fu Pellegrino?

Pellegrino, un uomo tra leggenda e storia. Si narra che l’apostolo Pietro dopo avere ordinato vescovo Pellegrino, originario di Lucca di Grecia, da Roma lo manda in Sicilia insieme ad alcuni compagni allo scopo di convertire i pagani dell’isola alla fede cristiana. Pellegrino, venendo a conoscenza che a Caltabellotta, un tempo chiamata Triocala, in una caverna del monte dimorava un feroce dragone a cui gli abitanti del luogo offrivano in pasto, per quietarne la fame, teneri fanciulli estratti a sorte tra la popolazione.
Un giorno la milizia si reca a prelevare il bimbo estratto a sorte per il pasto del drago, mosso così a pietà, il Sant’uomo, dopo avere rassicurato l’infelice donna, le promette in nome di Dio onnipotente la salvezza del figlio e la sconfitta del Maligno. Tolto quindi di mano il fanciullo ai soldati è egli stesso che si avvia verso il covo del terribile drago, seguito a distanza dalla madre della vittima e da una moltitudine di gente incuriosita ed affascinata, ma non appena il drago, che discendeva baldanzoso dalle balze del monte, giunge al cospetto di Pellegrino, eccolo arrestarsi pieno di terrore e, con grande meraviglia di coloro che seguivano a distanza, emettendo terribili strepiti, retrocedere fino alla sua IMGP1539caverna, allora lo insegue e raggiunto gli conficca nelle fauci spalancate il suo miracoloso bastone e così il terribile dragone sprofonda per sempre nell’abisso di una spelonca, e il fanciullo salvato viene battezzato col nome di Liberato.
Una tradizione lo vuole martire durante la persecuzione di Nerone, un altro racconto vuole che egli sia rimasto illeso alle torture dei carnefici e sia tornato a vivere in una grotta, dove ora sorge una chiesa a lui dedicata, fino al giorno in cui spirerà pacificamente attorniato dal conforto del suo popolo.
Gli abitanti onorano la memoria del Patrono il 30 gennaio, ma viene festeggiato anche il 18 agosto con fervore e fede.

A breve “Peregrinus” sarà proiettato anche a Caltabellotta.

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