venerdì, 29 Marzo 2024
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Consegnato al Comune di Palermo il progetto dell’asilo nido ”I piccoli di 3P”

L'incontro oggi, 8 marzo, tra il Centro di Accoglienza Padre Nostro e l'Amministrazione comunale palermitana

Il Centro di Accoglienza Padre Nostro, oggi, venerdì 8 marzo, ha consegnato al Comune di Palermo il progetto definitivo dell’asilo nido intitolato “I Piccoli di 3P” presso il terreno in cui sorgerà la struttura, all’altezza del civico 35 di via Gangitano, di fronte al 343/B di via Brancaccio.

All’iniziativa sono stati presenti: il Prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, l’assessore alla Cittadinanza Sociale, Giuseppe Mattina, l’assessore alla Scuola, Giovanna Marano, il comandante dei Vigili Urbani, Gabriele Marchese, il presidente della II Circoscrizione del Comune di Palermo, Mario Greco, il dirigente scolastico Palma Sicuro e gli alunni della D. D. F.sco Orestano, il dirigente scolastico ICS Padre Pino Puglisi, Andrea Tommaselli, il dirigente scolastico Di Vita Angelo e gli studenti del Liceo scientifico E. Basile, le autorità civili e militari.

Sono stati, inoltre, invitati i nuovi assessori Maria Prestigiacomo, assessore alla Pianificazione urbana e territoriale e Giusto Catania, assessore all’Ambiente.

Alla cerimonia ha preso parte l’arcivescovo Don Corrado Lorefice ed erano presenti anche i parlamentari nazionali Steni Di Piazza e Roberta Alaimo. Per il Sindaco: «Un altro passo importante è stato fatto nella giusta direzione, perché questo progetto trovi presto compimento. E’ un impegno per Brancaccio e per i suoi bambini, nella memoria di Padre Puglisi».

Il presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro, Maurizio Artale, durante la cerimonia di consegna del progetto definitivo al Comune di Palermo per la realizzazione dell’asilo nido a Brancaccio, ha letto pubblicamente il suo discorso in merito all’importante iniziativa:

«Buon giorno a tutti voi qui presenti per questo momento importante per la Comunità di Brancaccio e per la città di Palermo. Permettetemi di rivolgere un caloroso saluto alle Istituzioni e alle persone che per impegni inderogabili e improcrastinabili non sono qui con noi. Per noi del Centro di Accoglienza Padre Nostro questo asilo, più di ogni altra cosa, deve incarnare sul territorio la presenza dello Stato e di tutte le istituzioni che lo compongono. I pellegrini che vengono a visitare i luoghi del Beato Giuseppe Puglisi, dovranno vedere che Brancaccio vuole fortemente diventare un quartiere modello di innovazione formale di sostenibilità ambientale, con particolare attenzione al suo futuro e cioè ai bambini. Quei bambini che fin dal suo insediamento nella Comunità di Brancaccio, il Beato Giuseppe Puglisi volle tutelare e preservare dalle grinfie della mafia. Il Centro da Lui fondato con tante difficoltà, ma anche con l’aiuto del Comune di Palermo, ha cercato di sopperire, offrendo negli anni dei servizi per l’infanzia, uno spazio gioco che ha visto coinvolti gruppi di 25 bambini dai 18 ai 36 mesi e le loro famiglie. Per tenere aperto questo servizio sono stati vicini al Centro con il loro contributo le Fondazioni Mission Bambini, Giovanni Paolo II, NoWomanNoLife, Comune di Palermo. Tutto ciò non sarebbe stato possibile se il Beato Giuseppe Puglisi non avesse avuto, 26 anni fa, questa visione per la sua comunità e per il suo quartiere.

«Ci auguriamo – ha proseguito – di non dover attendere troppo tempo per vedere realizzata quest’opera, che ci farà dire ancora una volta che don Pino non è morto invano. Questo augurio oggi sembra confermato da quanto già svolto:

  • dal Comune di Palermo che ha messo a disposizione il terreno nel quale sorgerà l’Asilo, proprio qui dove siamo radunati.
  • dal Centro di Accoglienza Padre Nostro e dalla Fondazione Giovanni Paolo II che hanno realizzato il progetto definitivo, già depositato per le varie autorizzazioni presso il Polo Tecnico del Comune di Palermo, guidato dall’Assessore Emilio Arcuri, e che oggi simbolicamente doniamo al Sindaco di Palermo il Prof. Leoluca Orlando.
  • dalla raccolta fondi attivata dal Centro, dalla Fondazione Giovanni Paolo II con il grande contributo del quotidiano AVVENIRE».

«Dinanzi a questo impegno concreto e corale non manca l’impegno del Governo attuale: lo conferma il lavoro svolto sin qui dal Ministro per il Sud, Barbara Lezzi su sollecitazione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vito Claudio Crimi. E dal vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio. La visita del Papa a Brancaccio, continua ad essere per tutti noi, non soltanto un bel ricordo, ma una conferma che ciò che tutti noi abbiamo fatto è stato utile per mantenere viva la memoria del Beato Giuseppe Puglisi. “Quelli che riflettono troppo prima di fare un passo, trascorreranno tutta la vita su di un piede solo”, così parla 3P ai ragazzi del Campo Scuola. Il Centro in questi 26 anni non ha temuto di andare avanti e fare un passo dopo l’altro a volte correndo il rischio di mettere il piede in una pozzanghera, nel fango in un burrone. Ci abbiamo messo la faccia, non abbiamo temuto di fare una brutta figura, questo ce lo ha ricordato il Papa durante l’incontro con i giovani avvenuto a Piazza Politeama il 15/09/2018 per il 25° anniversario del martirio del Beato Giuseppe Puglisi

Così ha detto:

Gesù sempre ci chiama a prendere il largo: non accontentarti di guardare l’orizzonte dalla spiaggia, no, vai avanti. Gesù non vuole che rimani in panchina, ti invita a scendere in campo. Non ti vuole dietro le quinte a spiare gli altri o in tribuna a commentare, ma ti vuole in scena. Mettiti in gioco! Hai paura di fare qualche figuraccia? Falla, pazienza. Tutti ne abbiamo fatte tante, tante. Perdere la faccia non è il dramma della vita. Il dramma della vita invece è non metterci la faccia: quello è il dramma! È non donare la vita! Meglio cavalcare i sogni belli con qualche figuraccia che diventare pensionati del quieto vivere – pancioni, lì, comodi -. Meglio buoni idealisti che pigri realisti: meglio essere Don Chisciotte che Sancho Panza!…”

Ma la saggezza popolare siciliana lo ha scolpito nel tempo in un proverbio: Megghiu arrussicari na vota c’aggiarniari pi tutta a vita meglio diventare rossi per la vergogna una volta che essere bianchi in viso (come cadaveri) per tutta la vita.La presenza di Mons. Corrado Lorefice e di Mons. Luciano Giovannetti, oltre che rappresentare rispettivamente la Diocesi di Palermo e la Fondazione Giovanni Paolo II, vuole testimoniare l’universalità dell’azione della Chiesa. Monsignor Giovannetti è stato pastore della Chiesa particolare di Fiesole ma questo non gli ha impedito di spendersi e di stare vicino a chi soffre a Brancaccio e nella Diocesi di Palermo. Se anche la politica attuata dai partiti, dai movimenti, si ispirasse a questo modello “sussidiario”, le cose andrebbero molto meglio dovunque. Non c’è la Chiesa di Giovannetti o la Chiesa di Lorefice ma c’è l’unica Chiesa di Cristo morto e risorto a cui il Beato Giuseppe Puglisi si è voluto conformare sino al martirio».

Ai concludere l’intervento, una frase di 3P: «Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno. Non è qualcosa che può trasformare il quartiere. Questa è una illusione che non possiamo permetterci. È soltanto un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai bambini, e cercare di smuovere le acque. In questa prospettiva ha senso anche premere sulle autorità amministrative perché facciano il loro dovere, tentare di coinvolgere il maggior numero di persone in una protesta per i diritti civili. Ma non dobbiamo illuderci: da soli non saremo noi a trasformare Brancaccio. Lo facciamo soltanto per poter dire: dato che non c’è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa. E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto».

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