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Monreale: un fantasma tra i rifiuti!

Monreale 31.10.2021 – “Non credevo ai miei occhi, pensavo di stare ancora dormendo e di vivere un incubo”, così comincia il surreale racconto del paranormale del nostro collaboratore Rosario Lo Cicero Madè, palermitano di nascita ma da 15 anni residente a Monreale, il quale ci narra: “erano le prime luci dell’alba, credo non ancora le quattro del mattino, e sono stato svegliato da un profumo intenso che proveniva da Chiasso Beato Pino Puglisi, il cortiletto del centro storico dove ha sede la mia abitazione che, come tutti sanno, ha fatto recuperare tra minacce, offese e lettere anonime denunciate, alle quali si è sommato di recente anche un bossolo intercettato dalle Poste Italiane e consegnato alla Polizia di Stato”.

Mi sono svegliato – prosegue Rosario – e ho visto fuori dalla mia finestra, proprio all’interno del citato cortiletto, la sagoma di una donna, forse bionda, esile, avvolta in una strana fuliggine, l’odore era intenso, dolciastro, un misto di gelsomino e plumeria, i tipici odori dei fiori che un tempo aleggiavano nella nostra Isola, per le vie delle nostre città oggi invase dal fetore della monnezza”.

Che strano il sogno di Rosario, “mica vorrà prenderci in giro?” Questo abbiamo pensato noi della Redazione, quando ha voluto raccontarci la sua esperienza paranormale “no, credetemi, è tutto vero, non stavo sognando”, ci tiene a precisare il nostro Collaboratore che prosegue nel racconto: “ho raccolto il mio coraggio, come cantava negli anni ’60 il bravo Salvatore Adamo, ho aperto la mia porta di casa e le ho chiesto chi mai fosse. La donna, dal viso indefinito ma dai lineamenti aggraziati ha risposto, mi chiamo Girolama e non so da quando e come sono morta, non so come e perché son finita qui a Monreale, ma so di certo che la morte e con lei la mia fine terrena, l’ho rivissuta più volte”. Un racconto veramente strano, quasi incredibile, se non fosse che a enunciarlo fosse Rosario Lo Cicero Madè che di frottole non ne ha mai raccontate, così dice lui sorridendo sornione. 

Ma ora viene il, si fa per dire, bello ed è sempre Rosario a raccontarci del breve ma intenso colloquio avuto con lo spirito di Girolama che gli dice “sì tante volte, qui a Monreale, ho rivissuto la mia fine, la prima che io ricordi, il 12 aprile 1920, quando sotto ai colpi di mano ignota, cadde Mons. Gaetano Millunzi, parroco della Cattedrale, forse ucciso dalla mafia che non gradiva la sua intromissione nella gestione, già allora scellerata, dell’acqua e dei pozzi”.

Rosario ci dice ancora: “mi venne quindi spontaneo chiedere allo spirito della fanciulla, se avesse visto i volti degli assassini” ma lei replicò “no, non faccio la sbirra, come spesso hanno detto anche a te, un sugnu sbirra, voglio vagare tranquilla per Monreale, non voglio correre il rischio d’essere insultata, mi fazzu i fatti mia”.

Ma non basta, sempre l’impaurito e frastornato Rosario, il quale, per la paura che lo ha pervaso, non intende uscire da casa per tutto il periodo dedicato alla tradizionale festa dei Defunti, racconta ancora cosa gli ha raccontato lo spettro della giovane donna: “la seconda volta sono morta il 4 maggio del 1980, ero, anche se tu allora non mi vedesti, all’inaugurazione della mostra di tuo padre, che si tenne allora nell’Aula Consiliare. Ricordo il Capitano Emanuele Basile, con la figlioletta in braccio, accompagnato dalla moglie e dal Sindaco Pino Giacopelli, intrattenersi con il Maestro Madè e con te, per poi allontanarsi verso la sua morte che avvenne a pochi metri e poche ore più tardi, in Via Novelli”.

Anche in questa occasione, benché Rosario, come ci racconta, glielo avesse chiesto, lo spirito non sembra aver visto nulla riguardo le fasi dell’omicidio e la risposta è sempre la stessa “e chi sugnu sbirra iu? Voglio stare bella tranquilla, non lo ero da viva e lo voglio essere da morta!”. Girolama, questo spiritello di giovane fanciulla, sembra essersi ben assuefatta alle abitudini locali ed essersi pienamente calata nella diffusa mentalità del “niente sacciu e niente haiu visto e si chiddu c’haiu ditto costituisci delitto … comu si nun l’avissi dittu”.

Il colloquio tra Rosario Lo Cicero Madè e lo spiritello, come il nostro collaboratore ci racconta, s’interruppe bruscamente quando Girolama gli chiese “ma in questo Chiasso che hai fatto recuperare e intestare al Beato Pino Puglisi, perché c’è questa puzza di merda?” e Rosario così rispose “sai, è una situazione che va avanti da mesi. Un tizio ha deviato lo scarico fognario di un intero palazzo e l’ha indebitamente introdotto, con l’aiuto di alcuni compiacenti manovali, all’interno di un tubo delle acque piovane, quindi il tubo è esposto e dallo scorso febbraio, benché l’intervento non autorizzato allo scolo della fogna comunale sia stato perpetrato a novembre 2020, nessuno, tranne i Carabinieri, ha risposto alle mie pec e alle mie richieste d’intervento. È una storia che somiglia tanto a quella dei rifiuti abbandonati – prosegue Rosario nel suo racconto paranormale -, denuncio, dico di conoscere i colpevoli, eppure non accade nulla”.

A questo punto, l’ancora tremante il nostro Collaboratore ci dice con un filo di voce “ho visto finalmente bene il volto dello spettro e non era certo quello che immaginavo, non era per nulla bello, infatti somigliava vagamente al volto di almeno quattro amministratori locali che ho avuto la sventura d’incrociare nel corso del mio cammino monrealese: il naso era di uno, gli occhi di un altro, la bocca e le orecchie di un altro ancora e la voce, la voce, mamma mia, di uno che ho veramente detestato, una voce che si faceva alta, baritonale, minacciosa, quella di uno che vuol sembrare autorevole, mentre era solo un misero autoritario da quattro soldi, uno di quelli che mi faceva ridere al solo guardarlo”.

Girolama – conclude Rosario – mi ha urlato: nomi unni voghiu sapiri, vogghiu stari bella cueta, un sogno sbirra comu a tia, fa finta ca unnamu visto mai” e poi, ci dice Rosario che ha fatto appena in tempo a fotografarla di spalle, “è fuggita su per la scalinata di Via Antonio Veneziano, urlando a squarciagola, “chistu foddi è, foddi è, si voli mettiti contro i fratelli ri Murriali, ma a mia chi m’interessa? N’ta sta strada un ci vengo cchiù, minnivaju a natra banna, unna si fanno i fatti sua i cristiani”.

Si conclude così, ci crediate o meno, questo incontro con il paranormale, avvenuto nel pieno centro storico della Città un tempo normanna, dove si vocifera comunque, con grande speranza di quelli che sperano che nulla cambi, in modo da continuare a curare i propri interessi e nell’incertezza di molti, che le cose presto, appunto, cambieranno, grazie alle imminenti telecamere che verranno piazzate, cambieranno in tema di sicurezza, cambieranno per quel che riguarda la viabilità, cambieranno per l’annoso problema legato ai parcheggi selvaggi, cambieranno per le gare notturne di moto e scooter ed anche per quel che riguarda l’abbandono dei rifiuti. Cambierà Monreale, si, vedrai, vedrai che cambierà….

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