lunedì, 2 Dicembre 2024
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Maltempo: frane e cedimenti a Caltabellotta

Gravi danni a Caltabellotta, piccolo paesino dell’agrigentino. Il maltempo abbattutosi negli ultimi due giorni sulla cittadina montana ha creato tanta tensione e parecchi disagi: si sono verificate frane e smottamenti.
Da stamani, a Caltabellotta, si iniziano a contare i danni: è crollato parte del muro di sostegno di viale Savoia, conosciuto con il nome di “La Petra”, luogo di ritrovo dei giovani caltabellottesi, inoltre uno smottamento del terreno ha dato vita ad un fiume di fango e detriti che ha ricoperto parte di via della Regione, tratto di strada transitato da numerose auto e che porta al centro storico.Viale Marconi- Sant'Agostino
Dalla montagna sono scesi massi e detriti. Un altro muro, infine, quello del tratto di strada che porta alla chiesa di Sant’Agostino, presenta un avvallamento preoccupante. Danneggiate anche le culture: agrumeti e oliveti in tutto il territorio caltabellottese.
La pioggia battente ha causato, ieri, anche il cedimento di un ponte lungo la strada che collega Caltabellotta al piccolo comune di San Carlo, frazione di Chiusa Sclafani in provincia di Palermo.
L’arteria non è fortunatamente molto frequentata dalle auto in viaggio, ma solo dagli agricoltori per raggiungere i posti di lavoro sia nelle campagne che nei casolari. Sono moltissime le persone impegnate in questo settore che adesso dovranno cercare una strada alternativa. Per fortuna, al momento del cedimento, nessuno transitava sulla struttura.smottamenti 2
Problemi anche lungo il fiume Sosio – Verdura che attraversa Burgio, Caltabellotta e Villafranca Sicula, la forte pioggia ha fatto straripare il fiume il quale ha portato detriti ed altro, distruggendo le strutture dei vigneti e agrumeti mentre i seminativi e le ortive sono tutte sommerse dall’acqua. Si tratta di milioni di euro di danni alle attività agricole.
La situazione rimane alla massima “attenzione” da parte di tutti: cittadini, protezione civile, vigili del fuoco, e resta la speranza in un miglioramento delle condizioni atmosferiche, ciò però non deve allontanare chi di dovere ad attuare al più presto un tempestivo progetto di recupero, d’intervento e di controllo sia per le aree distrutte sia per quelle ancora integre.

Si ringrazia Massimo Ribecca per le foto.

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