giovedì, 25 Aprile 2024
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Lampedusa, recuperata la campana di bordo del postale ”Egadi” bombardato nel ’41

E POI, IN SICILIA: CONSEGNATA AD ACIREALE LA CANDELORA DEI CALZOLAI; A MARSALA VIALE PIAVE TORNA PEDONALE; Marzamemi Project alla ricerca dei sistemi di pesca nella Sicilia antica; FESTIVAL DELL'IDENTITA' MUSICALE SICILIANA DAL 2 AGOSTO ALLA VALLE DEI TEMPLI; A Naxos e Isola Bella in mostra 30 sculture di Umberto Mastroianni; Università tedesche indagano lo Stagnone di Marsala; TORNA "I CANTIERI DELL'IDENTITÀ"

Recuperate al largo dell’Isola di Lampedusa, in acque nazionali a 76 metri di profondità, la campana di bordo e la chiesuola della bussola del piroscafo postale “Egadi”, affondato nel 1941 a seguito di un bombardamento aereo degli inglesi.

Il recupero è stato effettuato dagli altofondalisti impegnati nella 14a campagna di indagini nell’ambito del progetto di documentazione dei relitti navali della “Battaglia dei Convogli del Mediterraneo della Seconda Guerra Mondiale”, condotto dalla Società per la Documentazione dei Siti Sommersi e dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.

La campana, finemente lavorata in bronzo, ha un diametro di 30 cm, un peso di circa 25 kg e riporta a sbalzo il nome della nave, un fascio littorio e altre decorazioni. Al momento del recupero si presentava caduta dal suo supporto e poggiata sull’argano di prua, mentre la chiesuola della bussola, abbattuta sul fondo, era ricoperta da una rete da pesca a strascico del peso di alcuni quintali che i sub hanno rimosso. Entrambi gli oggetti erano stati individuati già nel 2020 durante le operazioni di ispezione e documentazione del relitto, svolte dai volontari della SDSS che ne hanno documentato anche lo stato.

Il piroscafo postale “Egadi”, varato nel 1929, apparteneva alla Società Anonima di Navigazione “La Meridionale” di Palermo ed era adibito al servizio posta e passeggeri tra Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, le isole Egadi, Pantelleria, Linosa e Lampedusa, sevizio che continuò a svolgere anche durante la guerra, fino al momento del suo affondamento.

La cronaca ci racconta che il piroscafo, salpato da Lampedusa la notte del 31 agosto 1941 con direzione Pantelleria, venne attaccato da cinque aerosiluranti britannici decollati da Malta che la colpirono determinandone l’affondamento. A bordo vi erano 109 persone tra equipaggio e passeggeri e nell’esplosione vi furono 44 vittime tra cui il comandante. Il direttore di macchina si rifiutò di abbandonare la nave per tentare il salvataggio. 65 superstiti riuscirono a salvarsi su scialuppe, di questi 45 riuscirono a raggiungere Pantelleria e 20 venivano salvati dalla nave ospedale Virgilio.

In occasione del recupero è stata effettuata la fotogrammetria dell’intera nave attraverso una sequenza di 5.800 fotografie ad alta definizione che, elaborate da un software, hanno restituito il modello tridimensionale del relitto consentendo agli studiosi la possibilità di monitorare con precisione il decadimento delle strutture avvenuto nel corso degli anni.

Gli oggetti recuperati saranno ora sottoposti a stabilizzazione e restauro per essere successivamente esposti. Il relitto dell’Egadi, invece, resterà sul fondo marino che diventa sito di importanza storica posto sotto protezione; la visita sarà riservata ai tecnici, accompagnati da subacquei dei centri di immersione autorizzati.

La squadra della SDSS, capitanata da Mario Arena, è costituita dai subacquei tecnici Federico De Gado, Alberto Ferrandi, Matteo Giaretta, Carlo Guidetti, Piero Labò, Roberto Picciol, Andrea Scaccianoce e Ivan Wagner.

Le operazioni, con il coordinamento tecnico-scientifico della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, si sono svolte con l’appoggio dell’imbarcazione Gioel, dei comandanti Mario e Antonio Brischetto, con il supporto logistico del centro immersioni Pelagos, di Lampedusa, e la collaborazione delle organizzazioni internazionali Heathy Seas e Ghost Diving.

CONSEGNATA AD ACIREALE LA CANDELORA DEI CALZOLAI

La candelora dei Calzolai, custodita dalla Deputazione della Reale Cappella di Santa Venera ad Acireale e portata in processione durante i festeggiamenti della Patrona, è stata restaurata e restituita al culto lo scorso 23 luglio nella Basilica Cattedrale nel corso di una cerimonia ufficiale, alla quale sono intervenuti: il sindaco di Acireale, Stefano Alì, il vescovo di Acireale Mons. Antonino Raspanti e il Parroco della Basilica Cattedrale, Can. Mario Fresta, la presidente della Deputazione della Reale Cappella di Santa Venera, Simona Postiglione, il consigliere del Comune di Acireale, Alessandro Coco, i restauratori Carmelo e Giuseppe Calvagna, la direttrice dei lavori di restauro Anna Maria Di Blasi.

I lavori di restauro conservativo erano stati finanziati nello scorso mese di ottobre dall’assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, dopo l’intervento dell’assessore Samonà che aveva interessato la Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania, guidata da Donatella Aprile, che aveva valutato la necessità di restaurare il bene, curandone il progetto di recupero. I lavori, realizzati dalla ditta Calvagno, sono stati diretti da Maria Teresa di Blasi della Soprintendenza di Catania, in coordinamento con il dirigente del Servizio, Franco La Fico Guzzo.

Realizzata tra la fine dell’800 e gli inizi del secolo scorso, la Candelora è stata in parte ricavata da elementi che costituivano un’opera precedente ormai andata completamente perduta. Degli elementi originali sono rimaste le quattro figure alate presenti agli angoli del basamento e i quattro angeli posti negli spazi del secondo ordine. A seguito dei saggi di pulitura si è constatato che è stato riutilizzato anche qualche altro elemento ligneo che presenta altre finiture. Le superfici, che erano ormai ricoperte da spessi strati di vernici ossidate, grazie al restauro sono state rifinite con pitture e dorature in argento meccato.

Il restauro della Candelora si è reso necessario anche a causa dell’azione distruttrice di agenti patogeni quali i tarli che, nel tempo, hanno scavato canali interni, che hanno indebolito le caratteristiche fisiche del legno. Il restauro ha sanato anche una una serie di lesioni provocate dalle vibrazioni e dai micro urti legati alla natura processionale del fercolo che, nel tempo, hanno indebolito gli incastri e le chiodature della struttura. In alcune zone del basamento l’attacco del tarlo ha indebolito il legno al punto che si è dovuto ricorrere a un consolidamento con resina del tipo Paraloid B72 al fine di ripristinare la solidità corretta all’area adesso indebolita. A livello superficiale gravavano abrasioni da sfregamento e sparse cadute di colore e, quindi, sono stati realizzati interventi di pulitura diffusa.

I Cerei o candelore, particolarmente diffusi nella provincia di Catania, sono opere d’arte in legno di varie dimensioni ed altezze che vengono donate della cittadinanza in segno di devozione e portate a spalla durante la festività del santo patrono. All’origine si trattava di grossi ceri che, con il passare del tempo, sono stati sempre più decorati ed arricchiti fino a far scomparire la cera stessa per sostituirla con una struttura in legno dorata, in stile barocco o rococò, riccamente decorata e ornata da angeli, statue e fiori.
Ogni candelora appartiene solitamente ad una categoria di lavoratori (mestieri o artigiani), a un quartiere o ad associazioni che, durante l’anno, ne curano la manutenzione, l’adornamento e la sfilata.

MARSALA: VIALE PIAVE RITORNA PEDONALE

“Oggi è un giorno storico per Marsala, perché possiamo dire che il Parco archeologico Lilibeo diventa finalmente il parco urbano della città. La riapertura del Viale Piave, dopo quasi vent’anni è, infatti, un traguardo a lungo atteso che consentirà a tutti di poter attraversare e vivere il parco archeologico e il contesto naturalistico presente al suo interno. La convenzione siglata tra la direttrice del parco archeologico e il sindaco di Marsala ci permette anche di continuare a tenere aperta la “Plateia Aelia”, un altro luogo di grande importanza. Quello odierno è un punto di partenza, che permette di potenziare l’offerta culturale complessiva della città, nella considerazione che la cultura deve essere il motore di un grande processo di sviluppo che parte dalle peculiarità dei singoli territori. È questa la giusta direzione”.

Lo ha detto nei giorni scorsi l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà presenziando, all’ingresso del viale Piave, alla firma della convenzione tra il direttore del parco archeologico Lilibeo Marsala, Annamaria Parrinello, e il sindaco di Marsala, Massimo Grillo.

Marzamemi Project alla ricerca dei sistemi di pesca nella Sicilia antica

Si è da poco conclusa la stagione 2021 del Marzamemi II Project, progetto di studio e ricerca dei beni culturali marini nell’area sud-orientale della Sicilia che si è svolta nei mesi di giugno e luglio ed ha visto la Soprintendenza del Mare della Regione siciliana impegnata in attività di survey preliminari nell’area marina di Punta delle Formiche, nei pressi di Capo Passero.

L’iniziativa si è svolta nell’ambito della collaborazione scientifica, già consolidata, con l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e, da quest’anno, anche l’Università Federico II per la quale sono in corso di formalizzazione le procedure per l’inserimento nella nuova partnership, operativa a partire dal prossimo anno.

Assente la Stanford University della California che non ha potuto partecipare alla campagna di ricerca per le restrizioni imposte dagli Stati Uniti in relazione al perdurare della pandemia.

Nel corso delle attività di ricerca un importante contributo tecnico-logistico è stato fornito dal Reparto Operativo Aereo Navale della Guardia di Finanza, che ha dispiegato uomini e mezzi mettendo in campo una motovedetta con l’intero equipaggio ed i sommozzatori del nucleo subacqueo di Messina. Importante attività è stata svolta anche dalla Capitaneria di Porto di Siracusa, dai Comandi della Marina Militare italiana Marisicilia, Maristat e Maridrografico per le autorizzazioni alle attività a mare e dal El Cachalote Diving Center di Marzamemi, partner tecnico del progetto.

FESTIVAL DELL’IDENTITA’ MUSICALE SICILIANA DAL 2 AGOSTO ALLA VALLE DEI TEMPLI

Prende il via lunedì 2 agosto, con un concerto nella Valle dei Templi di Agrigento, la prima edizione del Festival Musicale sull’Identità Siciliana, progetto ideato dal maestro Sancataldese Raimondo Capizzi, presidente e fondatore della Giovane Orchestra Sicula – Sinfonica del Centro Sicilia, e sostenuto dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.

Il Festival Musicale Siciliano si articola in quattro appuntamenti che toccano importanti luoghi della nostra cultura. La prima tappa è in programma lunedì 2 agosto nella Valle dei Templi di Agrigento dove si esibiranno i 3 tenori Alberto Profeta, Salvatore Bonaffini e Antonio Alecci con l’orchestra diretta dal maestro Raimondo Capizzi.

Secondo appuntamento domenica 22 agosto al Museo Riso di Palermo dove è previsto lo spettacolo del cantautore Siciliano Mario Incudine e del violinista Massimo Barrale, sempre accompagnati dalla Giovane Orchestra Sicula.

Mercoledì 25 agosto il Teatro Antico di Tindari sarà palcoscenico per Giovanni Caccamo (vincitore delle nuove proposte del 65esimo Festival di Sanremo), il cantautore Siciliano Alessio Bondì, autore del suo ultimo album Maharìa, i tre tenori Siciliani Alberto Profeta, Salvatore Bonaffini e Antonio Alecci, il cantastorie Orazio Fusto, il cantautore Carlo Muratori e l’Orchestra Sinfonica del Centro Sicilia.

Ultimo appuntamento domenica 5 settembre a San Cataldo (CL) dove si esibiranno Corrado Sillitti, Elisa Scalzo, Cristina Gangi, Salvatore Bonaffini e la Giovane Orchestra Sicula.

Nel corso del Festival Musicale dell’Identità Siciliana verrà consegnato il riconoscimento “Identità Siciliana di alto valore artistico” ad alcuni degli ospiti presenti.

Il biglietto d’ingresso ai primi tre eventi ha il costo di € 7,00 ed è acquistabile in prevendita nei seguenti siti online: Coopculture.it per le date di Agrigento e Palermo, Eventbrite.it per l’evento di Tindari. Sarà possibile, comunque, acquistare i biglietti direttamente al botteghino di ogni località fino ad esaurimento dei posti. L’ultimo concerto sarà, invece, con ingresso gratuito.

A Naxos e Isola Bella in mostra 30 sculture di Umberto Mastroianni

Sembreranno arrivare dal futuro quelle undici grandi sculture di Umberto Mastroianni che, dal 25 luglio e fino al 5 novembre 2021, sotto i raggi inclementi del sole siciliano o di notte, alla morbida luce della luna, presidieranno come un piccolo luminoso esercito in bronzo le mura ciclopiche di Naxos, la prima colonia dei greci in Sicilia: una lunga teoria di guerrieri dalle forme astratte e futuriste che introdurrà i visitatori verso l’antica polis, solo in parte svelata dagli scavi.

L’occasione è quella di “Umberto Mastroianni. Dalla figurazione all’astrattismo. 1939-1996”, mostra articolata fra Naxos e Isola Bella “che – spiega la direttrice del Parco Archeologico Naxos Taormina, l’archeologa Gabriella Tigano – completa l’offerta culturale dedicata all’arte contemporanea per questa estate 2021. Un progetto di ampio respiro avviato nel mese di maggio con le sculture di Pietro Consagra al Teatro Antico di Taormina (fino al 30 ottobre), proseguito con “Le Cento Sicilie. Il più ibrido dei continenti”, collettiva di pittura con dodici artisti siciliani contemporanei (Taormina, Palazzo Ciampoli fino al 14 novembre) e che adesso vede il contributo di Mastroianni a integrare l’esperienza di conoscenza dei visitatori attratti dall’offerta di beni archeologici del Parco”. 

In mostra nei due siti di Naxos e Isola Bella saranno trenta sculture dell’artista frusinate, zio del popolare attore Marcello: i volti e le maschere in bronzo degli anni Trenta, quando un Umberto Mastroianni ancora ventenne guardava al modello classico come canone guida; le opere della maturità, dinamiche e imponenti, dove – sulle tracce di Boccioni – è evidente la lezione del futurismo e dell’astrattismo; fino alle ultime creazioni degli anni Novanta quando, a siglare l’ultima stagione di ricerca, Mastroianni abbandona il peso, la durezza e l’opaca matericità del bronzo preferendogli la leggerezza, la trasparenza e la colorata liquidità del vetro. Opere, queste ultime, che saranno allestite all’interno della storica Villa Bosurgi a Isola Bella, da poco restituita alla fruizione del pubblico dopo i lavori di manutenzione straordinaria finanziati dal Parco Naxos Taormina, gestore del sito e del monumento architettonico, primo esempio di bioarchitettura del secolo scorso.

La mostra di Mastroianni (Fontana Liri, FR 1910 – Marino, RM 1998), da un’idea di Gigliola Magistrelli e di Lorenzo Zichichi, ha la curatela di Giordano Bruno Guerri, Paola Molinengo Costa (Centro Studi Umberto Mastroianni) e Victoria Noel Johnson e arriva a Naxos e Isola Bella dopo due tappe – con un numero ridotto di opere – a Erice e Lipari. Per questa esposizione che conclude la mostra itinerante in Sicilia, le trenta sculture documentano la produzione del maestro in un arco temporale di oltre cinquant’anni.

Visite a Naxos e Isola Bella fino al 5 novembre tutti i giorni, dalle 9 alle 19. Il biglietto integrato – sito e mostra – costa 5 euro (confermate le riduzioni da regolamento).

Info: 0942 51.001 – 0942 628.738

Università tedesche indagano lo Stagnone di Marsala

E’ in pieno svolgimento la campagna di ricerca archeologica nella Laguna dello Stagnone antistante Mozia dove i componenti diretti dalla Soprintendenza del Mare, con la collaborazione dei membri della BGFU Baverysch Gesellschaft fur Unterwasserarchaologie di Monaco di Baviera che vede la presenza di laureati e ricercatori dell’Università di Marburg e Ludwig Maximillian di Monaco, stanno effettuando un mese di ricerca attraverso due gruppi di studio.

Il primo gruppo, che ha completato la propria attività il 15 luglio è stato guidato da Detlef Peukart, mentre il secondo che ha avviato le indagini a partire dal 17 luglio è diretto da Franziska Domen.

La ricerca è finalizzata ad indagare la presenza di strutture circolari nelle acque antistanti Porta Sud e Porta Ovest attraverso un programma di ricerca che ne prevede il rilievo e le indagini di approfondimento.

Il saggio stratigrafico è stato praticato nella parte adiacente la struttura di Porta Sud, mediante un taglio attraverso la vegetazione marina fino a raggiungere uno strato sigillato. In quest’area, alla profondità di mt 1,30 è stata rinvenuta una macina in pietra insieme a diversi frammenti di ceramica tra cui, riconoscibile, l’orlo di un’anfora punica di produzione soluntina databile al IV secolo a.C. e sei frammenti lignei di circa 20 cm di lunghezza ciascuno. L’indagine sulla struttura di Porta Ovest ha condotto alla scoperta delle fondamenta di una piccola struttura muraria, da confrontare con analoghe presenze sulla banchina adiacente la strada sommersa che si diparte da Porta Nord.

TORNA “I CANTIERI DELL’IDENTITÀ”

Dopo la pausa dovuta all’emergenza pandemica, torna “I cantieri dell’identità. Paesi, borghi e piccole patrie di Sicilia”, il progetto dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana che ha lo scopo di monitorare e mettere in rete, in un circuito virtuoso, le identità locali siciliane, con particolare riferimento ai paesi e ai borghi dell’Isola con popolazione inferiore ai diecimila abitanti.

Dopo il primo appuntamento che si è tenuto nei mesi scorsi a Montalbano Elicona, in cui si sono riuniti i sindaci e gli assessori dei piccoli comuni della provincia di Messina, adesso è la volta delle “piccole patrie” della provincia di Palermo che, lunedì 26 luglio, dalle ore 18, saranno ospiti del borgo madonita di Geraci Siculo, reduce dalla importante competizione del “Borgo dei borghi”, in cui ha conseguito il secondo posto.

L’incontro, coordinato dalla professoressa Fulvia Toscano, si terrà al Convento degli Agostiniani, alla presenza dell’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, del sindaco di Geraci Siculo, Luigi Iuppa, insieme a Pippo Simone, vice presidente nazionale de “I borghi più belli d’Italia” e Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale de “I borghi più belli d’Italia” in Sicilia.

I protagonisti saranno i sindaci, gli assessori, le associazioni, gli operatori culturali, le pro-loco e gli enti territoriali che parteciperanno all’incontro, portatori delle loro esperienze, interlocutori privilegiati, cui è affidato il compito di evidenziare la forza della specificità del loro territorio e la potenzialità dello stesso, in una narrazione che vuole, da un lato, fare il punto sul già esistente, dall’altro promuovere nuove visioni e strategie per il futuro, in una ritrovata sinergia con l’assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.

La tutela e, al contempo, la promozione della Identità dei paesi siciliani, le nostre “piccole patrie”, è uno degli obiettivi primari dell’Assessorato, una sfida che mira a coniugare difesa, non nostalgica, delle tradizioni, e proiezione sostenibile del futuro, nel rispetto della Identità plurale della Sicilia, di cui proprio paesi  e borghi costituiscono la vera, reale e non decantata, anima. All’incontro del 26 faranno seguito altre iniziative per ognuna delle province siciliane, per dar voce e per porgere ascolto ai veri protagonisti dei diversi territori, allo scopo di creare una capillare mappatura di risorse, progetti, come anche criticità da affrontare, avvicinando concretamente gli amministratori locali all’assessorato. Un’occasione importante, foriera di azioni efficaci e lungimiranti, all’insegna del dialogo tra pubblico e privato e della necessità della tanto agognata ripartenza.

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