Quante volte abbiamo sentito, letto o addirittura detto “La colpa non è mia ma è di …”.
Quindi, di chi è la colpa? Di tizio, di caio, di terze, di quarte, di quinte persone etc. ?
La colpa è sempre degli altri e inventiamo le motivazioni più disparate per convincere gli altri che la colpa non è nostra.
Il dizionario Treccani definisce il termine colpa così:
In genere, ogni azione o omissione che contravviene a una disposizione della legge o a un precetto della morale, o che per qualsiasi motivo è riprovevole o dannosa; anche, la responsabilità che ne deriva a chi la commette: c. grave, leggera; c. imperdonabile, scusabile …
Nel mondo politico la dicitura “la colpa non è mia” è abusata e strausata. E’ sempre del politico che ha occupato la poltrona anteriormente… è colpa del governo precedente… è colpa di altri paesi o di altre nazioni.
Mai qualcuno che si alzi è dica “si, lo ammetto, la colpa è mia”. Mai!
Esempi in giro c’è ne sono a bizzeffe, anche in famiglia. Quante volte per futili motivi, tra marito e moglie, si insinua il tarlo della non ammissione, anche se le parti ribadiscono le proprie ragioni e/o giustificazioni. Difficilmente, uno dei due, ammetterà di avere torto. Chi lo fa, cioè chi lo ammette, può essere considerato l’anello debole della coppia? Io direi di no, anche se tutto fa ritenere che lo sia. Personalmente penso che chi lo fa è un grande uomo o una grande donna.
Tornando al mondo politico, ci vorrebbero pagine e pagine di trattazione. La tematica, è così vasta, che un libro non basterebbe a descriverla.
Ma perché i politici amano questa “disciplina sportiva estrema” del dare la colpa agli altri?
Possibilmente, come dicono a Trento, “per cadere sempre in piedi”. È facile dare la colpa agli altri, ammettere il proprio senso di colpa, sarebbe una sconfitta, prima politica e poi personale. Ma è davvero così? Personalmente apprezzerei tantissimo quel personaggio pubblico che ammettesse le proprie colpe, i propri errori. Ciò significa: preliminarmente dire la verità (la verità per molti fa troppo male, meglio una bugia), secondo, comportarsi onestamente (dote molto rara nel mondo di oggi).
A tutto c’è rimedio, meno che alla morte. Quindi se uno ha sbagliato, è sempre in tempo a correggere i propri errori e quindi a rimediare.
Per non dilungarmi e tediare il lettore passo alle conclusioni.
Ma ci sono conclusioni? Penso proprio di no. Questa volta concludo negativamente il mio breve scritto, perché non vedo spiragli, non vedo una qualche cosa che mi permetta di pensarla positivamente. Chi comincia a mentire, non la smetterà mai di farlo. Talvolta è così convinto che, considera, quello che dice o sostiene, la pura e semplice verità e come dice il cantautore Edoardo Bennato, in una sua nota canzone, “È stata tua la colpa e adesso che vuoi”.
A questo punto mi sovviene una locuzione latina che riassume quanto scritto sopra: “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”.