sabato, 20 Aprile 2024
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Il pasticcio amministrativo e giuridico della caccia in Sicilia

La stagione venatoria, per intenderci la caccia,  in Sicilia ha avuto e sta avendo uno svolgimento a dir poco burrascoso. Ma andiamo per ordine.  A seguito della riunione del Comitato Regionale Faunistico Venatorio, Comitato in cui sono presenti le associazioni venatorie, ambientaliste, degli agricoltori, tecnici dell’amministrazione regionale e tante altre realtà che sono comunque interessate alla tutela del patrimonio faunistico siciliano è stato emanato con Decreto Assessoriale il Calendario Venatorio 2018/2019. Il Calendario prescrive modalità, tempi e specie che si possono prelevare (cacciare).

Ora è di rito che puntualmente le associazioni ambientaliste impugnino innanzi al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) il calendario venatorio nel tentativo di bloccare la caccia. Il ricorso è stato dapprima respinto e la stagione ha avuto normale svolgimento a partire dal 2 settembre. Ma il T.A.R. ha clamorosamente fatto marcia indietro e, lasciando tutti increduli, ha bloccato l’attività venatoria per tutto il mese di settembre. Il TAR ha, con decisione assolutamente immotivata e andando oltre a quanto suggerito dall’ISPRA, anche decretato la chiusura definitiva della caccia al coniglio.

Immediato è stato il ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativo per la Regione Siciliana (C.G.A.R.S.) – che in Sicilia ha le stesse funzioni del Consiglio di Stato –  che ha confermato – ritenendo valide le argomentazioni del TAR – l’ordinanza di sospensione della caccia e rinviando la discussione al 18 ottobre. Tutti si aspettavano che all’udienza si addivenisse ad una sentenza che – in un senso o nell’altro – mettesse fine alla contrapposizione caccia si, caccia no. E invece che fa il  C.G.A.R.S? Decide di….non decidere e affida ad una consulenza di un professore dell’Università della Calabria di verificare la bontà delle tesi della Regione e – in pieno stile del “prendi tempo e camperai” – rinvia la discussione al 18 dicembre!.

Ora, a prescindere  della ragioni delle parti in causa ma come si fa  ad effetti oramai conclusi (la caccia al coniglio seguendo il calendario venatorio il 18 dicembre sarebbe comunque chiusa!) rinviare la discussione?

Un provvedimento amministrativo che inizia e si conclude in soli 5 mesi (settembre-gennaio) avrebbe meritato risposte veloci e immediate per dare giustizia ai cittadini. Dare giustizia significa dare risposte certe ai cittadini che la chiedono in tempi rapidi. Ha senso il 18 dicembre dire che “si la Regione ha ben fatto il Calendario Venatorio ma gli effetti sono già cessati?”

E questo quando i cittadini (cacciatori) che in base ad una norma (Calendario Venatorio) hanno pagato tasse alla Regione senza potere esercitare legalmente una attività prevista da norme e regolamenti.

Viva l’Italia…e la Sicilia!

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