Nel 1943, quando gli Alleati sbarcarono in una Palermo martoriata e ridotta a macerie, requisirono il Palazzo delle Poste per impiantarvi il centro di coordinamento della corrispondenza militare della città. Risalgono a questi anni le 660 cassette postali che compongono il cosiddetto Casellario americano che successivamente, per oltre mezzo secolo, ha custodito (quando l’Italia e la Sicilia si rimisero faticosamente in piedi) anche lettere e pacchi di chi non voleva, o poteva, ricevere posta a casa. Lettere d’amore, missive riservate, segreti aziendali, queste cassette hanno conservato di tutto, sono dei veri depositi di memoria.
Accanto alla sala, se ne apre un’altra decorata con marmi policromi e destinata a chi invece, le lettere voleva scriverle, spesso con l’aiuto di un impiegato postale che lavorava come correttore. Un tempo aperta 24 ore su 24, anche questo ambiente ha chiuso i battenti circa trent’anni fa.
Si visiterà il Casellario, nell’ambito della manifestazione Le vie dei tesori, per due weekend, sabato 8 e domenica 9 novembre e sabato 15 e domenica 16 novembre, dalle 9 alle 18.30.
“È un grande orgoglio per noi riaprire il Palazzo delle Poste alla città per Le Vie dei Tesori e condividere un patrimonio storico ed architettonico, parte integrante dello sviluppo urbanistico della città, e che ha ancora grandi tesori da svelare – dice Roberta Chiesurin, direttrice della Filiale Palermo 1 di Poste Italiane – Con l’inedita visita alla sala del Casellario americano, i cittadini e i turisti avranno l’onore di riscoprire un luogo suggestivo che ha avuto più anime. E che oggi riapriamo in via eccezionale per una altrettanto eccezionale esperienza”.
“Un sogno che si realizza, quello di riaprire alle visite questo tesoro straordinario – interviene Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – per il quale siamo sinceramente grati a Poste Italiane. La scoperta del Casellario, poi, è stata una vera emozione, un luogo di deposito della memoria collettiva della città che i nostri visitatori saranno invitati a continuare a costruire guidati da bambini-messaggeri, con un’esperienza poetica che sarà una sorpresa per tutti”.
“La capacità di proiettarsi in una dimensione fantastica dei bambini – dice Stefano Savona – aiuterà i visitatori a vivere questo spazio come un luogo magico, un laboratorio nel quale immaginare corrispondenze intime. Con la complicità di piccoli sciamani, i visitatori potranno servirsi delle vecchie caselle postali per indirizzare messaggi impossibili a destinatari lontani, a chi magari non c’è più, o non c’è ancora. Come quando, tanti anni fa in queste stanze, gli incaricati delle poste aiutavano chi non sapeva leggere e scrivere a spedire notizie a parenti lontani”.
Per un solo weekend, venerdì 7 e sabato 8 novembre dalle 9 alle 18.30, si potrà invece entrare nelle sale colme di capolavori del Futurismo del Palazzo delle Poste, sempre con Le vie dei tesori. Rigido, algido e imponente all’esterno, mausoleo fascista del Ventennio, disegnato da Angiolo Mazzoni, il Palazzo nasconde infatti un vero tesoro di opere d’arte e arredi che lo rende un piccolo, preziosissimo museo futurista.
La visita si apre proprio dalla famosa scalinata su via Roma: si sale la scala elicoidale, esempio di quella stagione culturale e artistica protesa verso la tecnologia, la sperimentazione e il futuro. Eccoci agli uffici e alla sala del Consiglio: ed è una vera ubriacatura, a partire dalle cinque tele-capolavoro di Benedetta Cappa Marinetti, ispirate ai moderni (per i tempi) mezzi di comunicazione, esposte pochi anni fa anche al Guggenheim Museum di New York; poi le due opere di Tato, aeropittore futurista, un quadro di Piero Bevilacqua sull’ “avveniristica” televisione, una scultura classica di Corrado Vigni. Futuristi anche gli arredi originali, i tendaggi, i pannelli, molti reperti d’epoca, i mobili che arrivano dalle fabbriche Ducrot.
Opere e arredi incastonati in un edificio nato su parte dei giardini dei Padri Filippini e che, dal giorno della sua inaugurazione – il 28 ottobre del 1934 alla presenza dell’allora ministro delle Comunicazioni Umberto Puppini – sorprende per le soluzioni trovate negli interni, dove è tutto un rincorrersi di libeccio di Trapani, giallo di Mori, nero del Belgio, rosso fiorito e rosa di Portasanta, solo per ricordare i marmi utilizzati.
Info e prenotazioni su www.leviedeitesori.it.


