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Il dramma di Cristo nelle forme di Botero. Una grande folla all’inaugurazione della mostra Via Crucis

Nel lontano marzo del 1988, presso l’Albergo delle Povere, Palermo ospitò la mostra “La Corrida” di Fernando Botero. L’evento ottenne tantissimo apprezzamento e non mancarono le riflessioni e le analisi di illustri personaggi come Leonardo Sciascia, la giornalista Miriam Mafai e lo storico dell’arte Giovanni Testori.foto 2. la folla all'inaugurazione della mostra

Oggi, Marzo 2015, con ben ventisette anni di distanza, altre opere dell’artista colombiano vengono nuovamente accolte nel capoluogo siciliano, nella sua unica tappa italiana dopo New York, Medellin, Lisbona e Panama. La mostra, dal titolo “VIA CRUCIS la pasión de Cristo”, ospitata nelle Sale Duca di Montalto del Palazzo Reale, promossa dall’Assemblea regionale siciliana, dalla Fondazione Federico II e dal Museo di Antioquia col patrocinio dell’Ambasciata Colombiana in Italia, comprende 27 dipinti e 17 disegni e propone al pubblico il “dramma” di Cristo che si incammina verso la Crocifissione sul Golgota. La tematica, a meno di un mese dall’inizio della Settimana Santa, è quella classica cristiana, ma presentata in una nuova ed originale veste, contraddistinta dai tratti e dal linguaggio peculiari dell’autore contemporaneo.

La lunga fila dei visitatori
La lunga fila dei visitatori

Come già ha detto l’artista “Sono quadri dipinti nel mio stile ma realizzati senza satira, con totale rispetto verso il tema sacro. Un soggetto drammatico che ho trattato con grande riguardo. Ho letto tutto sull’argomento. – racconta Ferdinando Botero – Ritengo che sia un peccato che la Via Crucis, tema preferito e quasi unico nell’arte fino al sedicesimo secolo, sia scomparso nei secoli successivi. Questo mi ha fatto pensare quanto fosse importante dare una nuova versione di questo tema con una sensibilità di un artista del ventesimo secolo. Non sono religioso, ma questo tema ha una bellissima tradizione artistica”.foto 5

Ieri l’inaugurazione, presieduta dal Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II Giovanni Ardizzone, dall’Ambasciatore colombiano Juan Sebastián Betancur, dalla Direttrice del Museo di Antioquia Ana Piedad Jaramillo Restrepo e dal Direttore generale della Fondazione Federico II Francesco Forgione. Presenti anche diverse autorità culturali e una folla numerosissima.foto 4l'intervento dell'ambasciatore colombiano

 

“La mostra Via Crucis, donata dal Maestro Botero al Museo di Antioquia, fa parte di una collezione molto più grande che consta di 188 opere” – spiega al pubblico la Direttrice Ana Piedad Jaramillo Restrepo, illustrando brevemente gli elementi che caratterizzano lo stile dell’artista.  Significativi gli interventi dell’Ambasciatore Juan Sebastián Betancur e di Francesco Forgione, che hanno anche ricordato la recente strage di Tunisi per la quale è stato osservato un momento di silenzio. Ritornando alla mostra “Si tratta di una nuova tappa nel percorso di sviluppo e crescita della promozione artistica e culturale da offrire alla Sicilia” –  ha sottolineato Forgione,.

“Questa città, questa Sicilia, questa terra ha bisogno di cultura – ha concluso il Presidente Giovanni Ardizzone, mettendo in luce anche quanto sia fondamentale l’arte per combattere eventi tristi e tragici come questo e comunicando la scelta condivisa da tutti di tenere aperta la mostra nei weekend e la Domenica di Pasqua.foto 6

Ci sembra doveroso per i nostri lettori riportare le frasi dell’artista che risultano nelle varie presentazioni: “Come molti artisti, nelle mie opere cerco di mescolare la verità storica con alcune libertà, come ad esempio l’uso di personaggi contemporanei collegati all’immagine del Cristo. Spero che la gente riesca a capire che un artista deve prendersi certe libertà”.

 

Noi di Giornale cittadino press abbiamo preso parte alla “Via Crucis artistica” di Botero siamo stati piacevolmente colpiti, come tutti i presenti del resto, dall’uso dei colori intensi e vivaci che è una delle caratteristiche che risaltano all’occhio e accompagnano costantemente il percorso doloroso di Cristo. Le rosse gocce di sangue, nelle ferite del Cristo, lungo il percorso, si alternano alle lacrime delle Madre addolorata, spesso con le mani giunte, nell’atto di preghiera. Si tratta della materializzazione di un dramma, “il dramma di Cristo come se fosse vissuto da essere umano.

E che dire della forma dei personaggi di Botero? Quei soggetti che Sciascia definì “obesi”, più che “grassi”, anche qui dominano la scena e comunicano qualcosa di insolito e surreale, difficile da trascrivere a parole, ma percepibile visivamente. Il mantenimento della tipica “forma rotonda”, che deriva dalla scelta da parte dell’autore di farsi portavoce di un arte volumetrica ed esagerata, non sembra limitare la volontà di comunicare, in maniera originale e personale, i dolori del Cristo fatto uomo.Bacio di Giuda

Forme che ad alcuni possono sembrare anche sgradevoli, ma che bisogna certamente vedere e conoscere di persona.

 

“La mostra è visitabile dal 21 Marzo al 21 Giugno 2015, presso le Sale Duca di Montalto, Palazzo Reale di Palermo. Tutte le informazioni su orari e biglietti sono nel sito www.boteroapalermo.it

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