Tanta gioia ed emozione, ma in rete scoppiano le prime critiche sul presunto riscatto
Sono state liberate e finalmente sono tornate a casa le due ragazze italiane, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite il 31 luglio del 2014 nel nord della Siria, tra Aleppo ed Idlib. Le due ragazze erano partite dall’Italia per una missione di volontariato, organizzata nell’ambito del progetto Horryaty, al quale avevano aderito anche diverse associazioni. In questi ultimi mesi è stato ampiamente visto e diffuso il video in cui le due giovani, indossando uno chador nero, chiedevano aiuto al governo italiano ed affermavano di rischiare la vita. Greta e Vanessa, dopo un volo di tre ore dalla Turchia su un Falcon dell’Aeronautica militare, sono atterrate a Roma, nell’aeroporto di Ciampino, alle ore 4.00 circa, e sono state accolte dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
“Voglio ringraziare i servizi di intelligence, l’unità di crisi della Farnesina – ha dichiarato Gentiloni – e tutte le autorità che con un gioco di squadra hanno portato ad un risultato importantissimo”. La notizia è stata accolta positivamente e con enorme favore negli uffici di Piazzale Clodio e dal Premier Matteo Renzi. Tantissima la felicità e l’emozioni dei genitori, dei parenti, dei tanti amici e italiani che non hanno mai smesso di sperare nel loro rientro.
Tuttavia scoppiano pungenti critiche ed avverse considerazioni su un presunto riscatto, negato fortemente dal governo italiano. “Sono solo illazioni”, ha precisato Gentiloni, mentre Matteo Salvini, leader della Lega Nord, allude ad un versamento di 12 milioni di dollari.
È ufficiale: Greta e Vanessa libere.
