venerdì, 29 Marzo 2024
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Che mondo sarebbe senza i politici?

La notte scorsa, come capita spesso, non riuscivo a dormire per problemi o legati all’età o ai mille pensieri che mi attanagliano. Per passare oltre l’insonnia, ho fatto questa riflessione: “che mondo sarebbe senza i politici?”.

Secondo il mio modesto parere, il mondo potrebbe essere migliore senza un numero elevato di politici. Sempre a mio avviso, sono troppi, tanti direi. È possibile che li ritroviamo pure nei quartieri? Quanti soldi costano alla comunità? Tanti, tantissimi. Basterebbe diminuirne il numero? Una considerevole riduzione numerica sarebbe auspicabile. Un segnale positivo. Ritengo che molti di loro manco sanno dove sta di casa la politica vera. Sono dilettanti allo sbaraglio, pronti solo a fare danni. Molti di loro, non agiscono per il bene comune e puntualmente risentono delle influenze (non di quelle stagionali) dei poteri forti, delle lobby, etc. e del comune cittadino se ne “impippano”.

Qualcuno dirà, Peppino ma sei impazzito? Non ti riconosco più. Sei diventato estremista, tu che sei stato sempre moderato? No, risponderei sicuro, con l’età si acquista saggezza e equilibrio. Si riflette e si valuta in base all’esperienza acquisita nel tempo.

Certo è difficile pensare che scompaiano del tutto, ma limitarne il numero si può.

Se scomparissero chi governerebbe?

E già, chi governerebbe? Nessuno? Sarebbe la soluzione migliore? Un mondo anarchico ci renderebbe migliori? Non saprei, ma probabilmente talune storture non si verificherebbero. Di contro il caos mondiale non è auspicabile. E allora?

Non è facile trovare una soluzione. Le regole sono necessarie. Purtroppo l’uomo è l’animale del creato più imprevedibile. Vi immaginate i potenti della terra cedere il loro predominio, impossibile!

L’unica cosa che mi auguro e che si diminuisca drasticamente il numero dei politici, c’è ne sono troppi. Troppi sigle, troppi partiti, troppi interessi girano nelle alte e nelle basse sfere. Purtroppo, noi del popolo, non sempre sappiamo fare scelte oculate sui nostri rappresentanti. Spesso andiamo a votare con la pancia e non con il cervello. Che dire dei bombardamenti che subiamo dai media, dai social e da tutte queste diavolerie moderne che ogni giorno ci raggiungono fino nell’intimo?

Non siamo neanche padroni a casa nostra, veniamo spiati continuamente. Il grande fratello è sempre in ascolto, e non mi riferisco a quel format televisivo che ritengo altamente diseducativo e che, però, riscuote successo. The big brother sa tutto di noi, i nostri conti, i nostri gusti, i nostri movimenti etc.

Ritornando ai politici, com’è notorio, dove mettono mano loro, si complica tutto, come ad esempio le innumerevoli pastoie burocratiche. Poi che dire della loro litigiosità anche all’interno dello stesso partito? Il bene comune viene messo in secondo, terzo, quarto piano, ci vuole un grattacielo.

Il principio generale da osservare e mai dimenticare è, e deve essere certamente, il bene comune. Tutti i cittadini devono essere trattati alla stessa maniera, ma come sappiamo non è mai cosi, ci sono cittadini di serie A, cittadini di serie B, serie C etc. “Porcaccia la “miseriaccia boia” mi chiedo e vi chiedo, mica siamo in un campionato di calcio, si tratta di esseri umani, del loro modo di vivere. Tutti i cittadini hanno il diritto di essere serviti al meglio e di essere considerati uguali. “E che cacchio”!

Dal mio sfogo è chiara la rabbia di dover registrare le storture che caratterizzano la nostra attualità. Basta!

Alleggeriamo i palazzi, buttiamo a mollo molti politici, ne bastano pochi per gestire la cosa pubblica e soprattutto scegliamoli bene e preparati, non ci facciamo abbindolare dalle cosiddette false promesse, tanto non le manterranno.

Meno c’è ne sono, meglio è per tutti. Confermo, meno mettono le mani nella cosa pubblica meglio è per tutti.

Altra cosa importante, dopo due mandati a casa, spazio ad altri. Basta con certi volti per tutte le stagioni e soprattutto mandiamoli a lavorare, molti di loro manco sanno cosa vuol dire lavorare, faticare o arrivare a fine mese. Fare il politico non è un mestiere a vita, deve essere una missione a tempo.

Sarà mai così? Me lo auguro, anche se in fondo, molto in fondo, non ci credo neanch’io. Comunque la speranza è l’ultima a morire. Voglio credere che, prima o poi, succederà.

Se ciò dovesse succedere, sarà una società “più migliore assai”, come diceva un mio vecchio amico.

Mah, quasi quasi sarei tentato di formare un movimento anch’io, tanto uno in più uno in meno che differenza farebbe, ahahah.

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