212 tornado, 1.023 nubifragi e 664 grandinate. Questi sono i numeri sconvolgenti dei 1899 eventi climatici estremi, non isolati, che hanno colpito l’Italia da gennaio a settembre di quest’anno e che si inseriscono in un contesto globale che ha visto un’escalation di fenomeni climatici devastanti.
Tralasciamo i terremoti, ad esempio il disastro naturale che ha colpito il Giappone il giorno di Capodanno, di cui le forti nevicate e le intense piogge potrebbero essere la causa dei cambiamenti nel sottosuolo e, a loro volta, potrebbero innescare i movimenti sismici.
L’Emilia Romagna è la regione italiana che nell’ultimo anno, ha subito alluvioni disastrose, portando a danni materiali e perdite umane.
Anche la Sicilia, nei giorni scorsi, è stata ancora una volta colpita da violenti nubifragi che hanno innescato altre alluvioni. Tra le aree più colpite quelle tra Catanese e Messinese dove le piogge torrenziali hanno trasformato le strade in fiumi in piena.
Questi eventi estremi non sono isolati ma si inseriscono in un contesto globale che ha visto un’escalation di fenomeni climatici devastanti.
Secondo il rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) l’Europa sta diventando sempre più vulnerabile a questi cambiamenti e l’aumento della frequenza e dell’intensità di eventi estremi come nubifragi, siccità, cicloni tropicali e incendi è già una realtà, ed è attribuibile all’influenza umana.
L’IPCC, inoltre avverte che con l’aumento delle temperature globali, gli eventi estremi, che in passato erano rari, diventeranno sempre più frequenti e si verificheranno fenomeni senza precedenti storici. Questo significa che il mondo potrebbe trovarsi di fronte a situazioni ancora più gravi e imprevedibili.
Ieri, un altro evento climatico estremo ha colpito Valencia, il comune spagnolo capoluogo dell’omonima provincia e della Comunità Valenciana.
Una giornata da incubo è quella vissuta dai valenziani: forti piogge hanno causato inondazioni devastanti, paralizzando la città e creando scene di caos e disperazione. L’acqua ha invaso le case, le strade e le piazze, causando prima la scomparsa di alcune persone e poi, appena calmata la tempesta, i fiumi hanno restituito i corpi dei dispersi.
Come in Emilia Romagna la scorsa settimana, anche a Valencia intere zone sono state completamente sommerse dall’acqua, così come tantissime auto, insegne, cartelli pubblicitari e alberi travolti dal forte vento nonché, ancora più grave, vite perdute.
La tropicalizzazione sta modificando i modelli meteorologici in modo permanente, portando con sé non solo eventi estremi, ma anche impatti devastanti sulla biodiversità e sulla sicurezza alimentare.
Secondo alcuni scienziati il cambiamento climatico non si può invertire. Per riuscirci si dovrebbe diminuire drasticamente la quantità di C02 e di altri gas serra nell’atmosfera.
In sostanza ci dicono che se non adottiamo queste misure e non ci prepariamo ad adattarci a questi cambiamenti, rischiamo di non avere un futuro.
Ma davvero abbiamo oltrepassato il punto di non ritorno?
Prima i governi e poi noi, realmente non possiamo far nulla per cambiare il futuro e per evitare una lunga e inesorabile deriva climatica?