giovedì, 25 Aprile 2024
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ASD Palermo Calcio Femminile, arriva l’attaccante Noemi Viscuso

La Presidente dell’ASD Palermo Calcio Femminile, Cinzia Valenti, apre inoltre alla possibilità di accogliere una calciatrice afghana

Con l’arrivo dell’ex attaccante del Monreale, Noemi Viscuso, il Palermo si assicura tutte e tre le sorelle “talentuose” di casa Viscuso.

Noemi, classe ’94, originaria di Torretta, ha militato nelle formazioni di calcio a 5 Isolotto Firenze, Sporting Locri, Castellamare Calcio – ottenendo la promozione in A2 – prima di approdare, nella stagione 2020/2021, al Monreale Femminile dove è stata artefice, con le sue prestazioni, di una sofferta ma meritata salvezza.

Noemi ha raggiunto già in ritiro le sorelle più piccole Sofia ed Ilenia completando un “tris” che – altra curiosità – riuscirà a coprire tutti i ruoli in campo, dalla difesa all’attacco, passando dal centrocampo.

Sofia, classe 2004, è centrale di difesa, spesso impiegata dalla coach Antonella Licciardi nel ruolo di terzino; Ilenia, classe 2002 è una centrocampista “tuttofare” sempre nel vivo del gioco e con il vizio del gol.

Noemi ha deciso il 30 come numero di maglia perché è quello scelto da Lionel Messi, anche se il suo punto di riferimento rimane la forte attaccante svizzera Ramona Bachmann in forza anche lei al Paris Saint Germain.

“Questo per noi è un grande acquisto. L’anno scorso, nelle partite giocate contro di noi, Noemi Viscuso si è distinta per grinta e capacità tecniche che sicuramente torneranno utili in questa stagione in cadetteria”, afferma la dirigenza della società rosanero che, dopo l’annuncio dell’ex nazionale Rosalia Pipitone, sta svelando le “new entry” di una rosa altamente competitiva.

La Presidente dell’ASD Palermo Calcio Femminile, Cinzia Valenti apre alla possibilità di accogliere una calciatrice afghana in fuga da Kabul. 
Da Palermo arriva un gesto di solidarietà e di amicizia, verso quelle atlete che vivono una condizione di privazione di ogni libertà e di paura. Basti pensare che in Afghanistan le donne sono costrette ad indossare completi integrali per il campo, durante gli allenamenti all’alba e le partite senza la presenza del pubblico. La squadra dell’Herat, ad esempio, ha sempre avuto una vita difficile e il calcio per le donne è sempre stato considerato una forma di emancipazione e di resistenza. Adesso la maggior parte delle calciatrici sono fuggite in Iran e le ultime sei sono ancora dentro l’incubo del regime. Un motivo in più per attivare una mobilitazione internazionale per le giovani atlete afghane.

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