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Appuntamenti culturali in Sicilia: dal 19 agosto la Tyndaris Augustea al parco archeologico di Tindari

Dal 19 agosto al 4 settembre alla Villa Romana del Casale di Piazza Armerina in scena “Palermo Classica”; dal 18 agosto VISIONE MEDITERRANEA, 5 spettacoli nei siti del parco di Himera Solunto e Monte Iato. Cambio denominazione per il Parco di Leontinoi, si chiamerà di Leontinoi e Megara

Prende il via venerdì 19 agosto, ore 19, la V edizione della “Tyndaris Augustea” su idea e progetto di Anna Ricciardi. L’evento, voluto dall’Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana e dalla Pro loco in collaborazione con il comune di Patti e il patrocinio di RAI Sicilia. Rientra nel calendario delle manifestazioni di grande richiamo della Sicilia. L’iniziativa realizzata in forma itinerante, propone attraverso tre spettacoli in Sicilia ed uno in Calabria, la diffusione e valorizzazione della storia, dei miti, dell’archeologia e del patrimonio etno-antropologico legato all’antico abitato di Tindari. Gli spettacoli sono caratterizzati da una doppia matrice: narrazione storica e performance artistica affidata ad attori noti come Roberto Burgio, Edoardo Siravo, Elio Crifò, Carmela Buffa Calleo, Gabriella Casali, regia Cinzia Maccagnano. Con questa V edizione la Tyndaris Augustea esce dall’area del Parco di Tindari creando  una connessione con gli altri due parchi archeologici della provincia di Messina: Naxos e Lipari in maniera da offrire una visione unitaria del territorio. L’evento, strutturato in tre performance, offre una rilettura dei testi della letteratura antica, attraverso una rielaborazione drammaturgica di fatti storici tratti da fonti letterarie antiche e dalle tradizioni popolari. Questo grazie al continuo confronto con gli accademici e gli studiosi che continuano ad approfondire le indagini sull’antica città di Tindari. Tema di questa edizione è la forza del multiforme ingegno, con un evidente e particolare richiamo ad Ulisse, il personaggio mitico che solcò il mar Tirreno per giungere dal re Eolo, nell’isola di Lipari, dopo aver superato ostacoli e insidie grazie alla sua arguzia. Quest’anno l’iniziativa si arricchisce della collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, grazie alla quale sarà possibile, in un percorso mai sperimentato prima in Sicilia, assistere allo spettacolo grazie a strumenti audio descrittivi. Ad accompagnare la narrazione le musiche del noto compositore Vangelis, il primo a sperimentare la contaminazione tra musica greca tradizionale e quella contemporanea eseguite dall’ensemble di Ottoni del conservatorio Corelli di Messina. Tra una performance e l’altra sono previsti momenti di approfondimento scientifico curati dal dipartimento di Civiltà classiche dell’Università degli studi di Messina e coordinati dall’archeologa Katia Ingoglia. La V edizione della Tyndaris Augustea vede la collaborazione con numerose e associazioni culturali dei territori coinvolti, insieme alla storica partership con l’Ecampus di Palermo.

“Palermo Classica”: dal 19 agosto al 4 settembre alla Villa Romana del Casale di Piazza Armerina

La musica ritorna nel sito UNESCO della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina attraverso una rassegna curata dalla produzione di Palermo Classica con cinque concerti di musica classica. L’idea alla base di questa rassegna, promossa dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, é quella di valorizzare i luoghi della Sicilia archeologica. I concerti di Palermo Classica sono un modo per contribuire a far conoscere la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina – sito riconosciuto dall’Unesco – e i tesori del Parco Archeologico per contribuire ad accrescerne l’attrattività con una programmazione di alto livello artistico e culturale. Il programma si articola in cinque appuntamenti, dal 17 agosto al 4 settembre. Il calendario contempla la presenza di formazioni cameristiche dal Duo al Trio, al Quartetto, fino ad arrivare al Quintetto d’archi. “I Concerti di Villa Romana del Casale”, con inizio alle ore 19.00 nell’area esterna alla Villa Romana del Casale, vedranno la partecipazione di numerosi interpreti scelti su scala internazionale. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. L’orario in cui si svolgono i concerti offre la possibilità agli spettatori di visitare la Villa romana by night grazie all’apertura fino alle ore 23:00, (ultimo ingresso ore 22:00) con pagamento del biglietto d’ingresso. Nel sito di Palermo Classica (www.palermoclassica.it) e del Parco Archeologico tutte le info e il programma completo. IL PROGRAMMA:

17 Agosto Duo Recital Pianoforte e Violino Musiche di F. Chopin

21 Agosto Piano Recital Musiche di W.A. Mozart

25 Agosto Tetra Kordes Quartet  Musiche di G. Verdi – A. Piazzolla – L. Bacavo

31 Agosto Piano Concerto (chamber version) Musiche di G. Gershwin

4 Settembre Sylvia Thereza, Piano

Dal 18 agosto VISIONE MEDITERRANEA cinque spettacoli nei siti del parco di Himera Solunto e Monte Iato

Parte venerdì 18 agosto alle ore 21 dall’area archeologica di Monte Iato (Pa) un ciclo di spettacoli dedicati all’uomo mediterraneo per scoprire, attraverso diverse espressioni artistiche, i luoghi del Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato. Si tratta di “Visione Meridiana”, progetto nato da un’idea di Aurelio Gatti e Vito Meccio che ne cura la direzione artistica, che accompagnerà alla scoperta del Parco archeologico, in particolare di quei siti meno conosciuti che più di altri sono riusciti a custodire l’anima della nostra Isola. L’iniziativa, promossa dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana attraverso il Parco di Himera, Solunto e Monte Iato, diretto dall’arch. Domenico Targia, è realizzata dalla Cooperativa Agricantus di Palermo e da Estreusa di Caltanissetta con il sostegno della rete nazionale dei Teatri di Pietra; tutte realtà che vantano una pluriennale esperienza nella produzione di spettacoli in ambito culturale e nella valorizzazione del patrimonio artistico attraverso rappresentazioni dal vivo. Il primo appuntamento è fissato per giovedì 18 agosto nell’Area archeologica di Monte Jato, presso l’Antiquarium Case D’Alia di San Cipirello, nella terra di Sicani ed Elimi, dove sarà messo in scena “Novecento” di Alessandro Baricco, con Sergio Vespertino e il musicista Pierpaolo Petta. Secondo appuntamento martedì 23 agosto con il Giuseppe Milici Quartet e la voce narrante di Sergio Vespertino in “Plays Ennio Morricone” nella cornice dell’Area archeologica della greca Himera, a Termini Imerese. Il programma prosegue mercoledì 24 agosto al Giardino del Castello Beccadelli di Marineo, con la messa in scena de “Il Viaggio del Meschino”, tratto da Gesualdo Bufalino, con Miriam Palma e Nino Giannotta. Venerdì 26 agosto l’Area archeologica di Solunto a Santa Flavia ospiterà lo spettacolo di danza “La Lupa” tratta da Giovanni Verga (di cui quest’anno si celebra il centenario) con le coreografie di Carlotta Bruni eseguite da Lucia Cinquegrana, Polina Lukanska e Matteo Gentiluomo. Il ciclo si conclude domenica 28 agosto ai Bagni di Cefalà Diana, complesso termale di tipo islamico dichiarato Patrimonio Unesco, con “PerSéFone” da Ghianni Ritsos,con Elisa Di Dio diretta da Filippa Ilardo. Questa prima edizione di “Visione Meridiana” è dedicata all’uomo mediterraneo intendendo con questo termine non l’uomo espressione della civiltà latino-romana ma quello più intimamente legato al territorio, autoctono, greco, arabo e, talora, orientale: quell’uomo che esprime civiltà e culture che si sono radicate nel tempo manifestandosi ancora oggi nelle pieghe di usi, tradizioni, modi di pensare e di dire, giunti sino a noi. L’arte, quindi, come strumento per orientare l’attenzione sui luoghi meno noti del Parco archeologico ma che sono ricchi di tesori e bellezze di cui spesso poco sappiamo. Gli spettacoli in calendario, spaziando dalla danza alla musica e al teatro, vogliono essere una specie di traccia luminosa che conduce alla scoperta di luoghi incredibilmente unici della provincia di Palermo, per dar loro visibilità. L’ingresso agli spettacoli è libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti. Le prenotazioni possono essere effettuate attraverso whatsapp al 351.9072781. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21. I siti archeologici sono visitabili tutti i giorni ore 9-18.30; domenica ore 9-13:

Area archeologica Monte Jato, Antiquarium Case d’Alia – San Cipirello -Contrada Perciata, San Giuseppe Jato, San Cipirello (Pa)

Area archeologica e Antiquarium di Himera -Termini Imerese – Strada Statale 113, Buonfornello (Pa)

Giardino Castello Beccadelli Bologna – Marineo – Piazza Castello, 15 – Marineo (Pa)

Area archeologica e Antiquarium di Solunto – Santa Flavia – Via Collegio Romano – Solunto – Santa Flavia (Pa)

Bagno Arabo – Cefalà Diana – Strada Provinciale 77, 15, Cefalà Diana (Pa).

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Cambio denominazione per il Parco di Leontinoi. Si chiamerà di Leontinoi e Megara

Il Parco archeologico regionale di Leontìnoi cambia denominazione. Con decreto dell’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, infatti, è stata modificata la denominazione, che da oggi sarà “Parco archeologico di Leontìnoi e Mègara”. La valenza storica dell’antica Megara Hyblaea che era stata omessa nell’originaria denominazione del Parco di Leontinoi, rischiava di essere sottovalutata. Un’assenza che non è sfuggita all’Assessore Samonà che, con la modifica integrativa della denominazione del Parco archeologico, ha voluto ristabilire una verità storica restituendo all’antica colonia greca la giusta evidenza. “La nuova denominazione riconosce la doppia anima del parco – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – e ne identifica in modo completo il suo patrimonio che include sia Leontinoi che la colonia greca di Megara Hyblaea, fondata un anno dopo. La nuova denominazione del Parco, inclusiva delle due città è un modo per restituire dignità ai luoghi e alla storia”.

Le due città antiche, già accomunate nella loro storia, costituiscono – evidenzia il direttore del Parco, Lorenzo Guzzardi – uno dei più ricchi patrimoni culturali e ambientali dell’Isola in cui gli scavi archeologici, a partire dagli anni Cinquanta dello scorso secolo, continuano a riservare sorprese e importanti scoperte, grazie alla collaborazione di varie università italiane e straniere. Megara in particolare avrà presto nella zona del Faro Cantera il suo museo grazie ai lavori appena consegnati che interesseranno tutto il Parco e la cui conclusione è prevista per la fine del prossimo anno”.

Cenni storici su Megara Hyblaea 

La colonia greca di Megara Hyblaea, fondata da megaresi nel 728 a.C. venne rasa al suolo due volte, nel 483 a.C. da Gelone, tiranno di Gela, e nel 213 a.C. dai Romani. La necropoli si trova fuori dalle mura, addossata alla cinta più antica (prima di passare il ponte della ferrovia, in prossimità della curva, imboccare la stradina sterrata che diparte sulla destra). Una delle caratteristiche del sito è che si possono ancora leggere le varie fasi di vita della città, a partire dai resti arcaici cui si sono sovrapposti gli edifici del periodo ellenistico. Sulla piazza si distingue sulla sinistra un santuario identificabile dal semicerchio che lo chiude a nord. Imboccando la strada D 1, alla sua sinistra, si costeggia una grande casa ellenistica del IV-II sec. a.C. (ingresso segnato da una scaletta di ferro) composta da circa 20 vani disposti intorno a due cortili, uno di forma rettangolare con al centro un pozzo, l’altro di forma trapezoidale. Alcune delle stanze presentano ancora resti della pavimentazione in opus signinum (amalgama di frammenti fittili ed altre macerie minute, impastati con calce). Molto ben visibili sono le soglie dei vari ambienti che presentano ancora i segni dei cardini delle porte. Ritornando sull’agorà si costeggiano, sulla sinistra, i bagni ellenistici. Si riconoscono un forno (sotto la passerella metallica) ed una sala rotonda per le abluzioni che ospitava vasche disposte sulla circonferenza. Lungo la strada C 1 (sulla destra dei bagni) si trova un Pritaneo (sala per le riunioni dei magistrati) di epoca arcaica (VI sec. a.C.) caratterizzato da blocchi squadrati e regolari, il proseguimento del decumano oltre la piazza termina con la Porta Ovest e le fortificazioni di epoca ellenistica, a conci regolari e rafforzate da torri difensive.

Cenni storici su Leontinoi

Fu un’influente polis della Sicilia Greca. Di origine sicula, venne fondata nel 729 a.C. da calcidesi provenienti dalla colonia euboica di Naxos, posta poco più a nord, che cacciarono gli indigeni Siculi e ne grecizzarono il nome. Elemento emblematico della città fu il leone, simbolo del dio Apollo, che viene rappresentato anche nelle monete coniate nella città. Il periodo antecedente la colonizzazione greca di Leontinoi è oscuro. Delle civiltà preelleniche rimangono i ritrovamenti nelle zone archeologiche, in particolare grotte murate e capanne del tipo italico. Popolazioni di varia origine avevano occupato le colline: tra queste i Siculi che, giunti sull’isola, cacciarono i Sicani verso occidente. I Siculi si stanziarono sul colle di Metapiccola, dando origine ad un insediamento che gli studiosi hanno identificato con la mitica Xouthia. La loro economia si basava sull’agricoltura, ma anche sulla pesca e sul commercio, esercitato attraverso lo scalo di Castelluccio. Contemporaneamente, sui colli circostanti continuavano a vivere popoli indigeni, che sembrano aver mantenuto con i Siculi rapporti amichevoli e che continuarono ad occupare la stessa zona anche quando dei Siculi si persero le tracce. Sono queste le genti che i Calcidesi trovano sul colle di San Mauro nel 729 a.C. o, come è più probabile, nel 751-750 a.C.

Il sito di Leontinoi si sviluppa tra Lentini e Carlentini. L’area dell’agorà si trova in una vallata circondata a sud est dal colle della Metapiccola e a sud ovest dal colle San Mauro. Mentre a nord vi è l’area del Castellaccio. Il parco archeologico copre l’intera estensione dell’antica città ed è accessibile da sud, con ingresso dalla porta siracusana, una porta a tenaglia di cui sono ben visibili i tratti murari. Sull’ingresso sono rintracciabili anche dei monumenti funerari e delle vicine necropoli del IV e III sec a.C. Le prime tombe di questa zona risalgono al VI sec a.C. L’agorà si trova al centro della vallata. Sul colle della Metapiccola è presente un villaggio preistorico identificato con l’antica Xouthia. Gli scavi hanno evidenziato la presenza di capanne rettangolari col basamento infossato. Le capanne erano di legno, difatti sono visibili anche i segni dei pali sul terreno. La cinta muraria ha un andamento complesso e mostra quattro interventi costruttivi. La più antica risale al VII secolo a.C. e circondava solo l’acropoli; di essa sono emersi alcuni tratti sul lato est del colle S. Mauro con incisioni che distinguono la cava di estrazione. La seconda cinta è degli inizi del VI secolo a.C. e dal fondovalle risaliva sino al colle della Metapiccola. La fortificazione, ben visibile a piccoli blocchi, presenta una torre circolare. Un restauro delle mura avvenne nel III secolo a.C. durante la guerra tra Roma e Siracusa.

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