venerdì, 19 Aprile 2024
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Anniversario strage Nassiriya, a Palermo uno spazio urbano sarà intitolato alle vittime

Uno spazio urbano intitolato alle vittime di Nassiriya. Lo ha annunciato oggi il sindaco Leoluca Orlando in occasione del diciassettesimo anniversario della strage dove persero la vita 28
persone, italiane e irachene, fra cui 19 cittadini italiani carabinieri, militari e civili.

“E’ un atto dovuto da parte nostra e dell’intera città di Palermo – ha detto Orlando  – in ricordo di quella terribile strage in cui persero la vita diciannove carabinieri, molti siciliani. Abbiamo deliberato l’atto e adesso individueremo questo spazio che dovrà essere il più degno e il più adeguato possibile per ricordare per sempre con ammirazione questi nostri militari che hanno sacrificato la vita per la pace e per il nostro Paese”.

Fu lo stesso sindaco di Palermo nel 2017 a scoprire nell’atrio di Palazzo delle Aquile una lapide in memoria delle vittime civili e militari della strage di Nassiriya e ad intitolare nel 2016 uno spazio
pubblico al Vice Brigadiere Domenico Intravaia, unico palermitano fra le vittime.

Proprio prima di questo annuncio, era intervenuto stamani il capogruppo della Lega a Palazzo delle Aquile, Igor Gelarda insieme al consigliere Alessandro Anello. “Proprio oggi che ricorre il XVII anniversario della strage di Nassiriya, dove persero la vita 19 italiani, sei dei quali siciliani,
ci sembra opportuno riproporre al sindaco Orlando ed al consiglio comunale di intitolare una strada ai “caduti di Nassiriya” per ricordarli tutti, lo abbiamo già fatto alcuni mesi fa lo rifacciamo
adesso. Strada o spazio pubblico che a Palermo incredibilmente non esiste. Non crediamo che manchino strade da potere intitolare a chi si è sacrificato per la Patria, ma se per caso mancassero potremmo suggerire al sindaco di intitolare ai nostri caduti, carabinieri, uomini dell’esercito e civili, quel tratto di lungomare intitolato, per noi assurdamente, a Yesser Arafat. Così oltre ad onorare la
memoria dei nostri uomini eviteremmo di dover sopportare di dover chiamare un pezzettino di Palermo con il nome di un uomo che fu a capo di una organizzazione terroristica”.

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