Nel cuore di Palermo, dentro le mura di Palazzo Jung, apre le porte il Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un luogo della memoria che nasce esattamente 33 anni dopo la strage di Capaci, con l’obiettivo di far parlare il passato al presente.
Il museo, curato dal direttore Alessandro De Lisi, ospita oggetti che raccontano la vita quotidiana e il lavoro dei due magistrati uccisi dalla mafia. Tra questi, la bicicletta di Paolo Borsellino, la poltrona su cui si sedeva Giovanni Falcone, la sua penna preferita e le agende con annotazioni personali ancora visibili. In mostra anche un oggetto rarissimo: la fotocopiatrice usata durante il Maxiprocesso.
Accanto alle agende c’è la sveglia che Antonio Montinaro, capo scorta di Falcone, portava sempre in tasca. E su uno scaffale spunta qualcosa di inaspettato: alcune delle papere collezionate da Falcone.
“Le collezionava da quando, per un errore in un procedimento, un collega gli regalò la prima – racconta Vincenzo Di Fresco, presidente del museo –. Da quel momento ogni papera era un promemoria: sbagliare è umano, ma bisogna imparare. A volte Borsellino gliene faceva sparire una e lasciava un biglietto: ‘se la vuoi indietro, devi pagare cinquemila lire’”.
Il museo ospita anche un’installazione chiamata La linea del tempo e una fotografia dal forte impatto visivo. Nella foto ci sono i grandi nomi dell’antimafia in piedi, e sotto di loro, piccoli e viola, i mafiosi.
“La chiamiamo la foto impossibile – spiega ancora Di Fresco –. Il viola è il colore del lutto e della penitenza. Chi entra qui, dovrebbe uscire con un’idea chiara: ognuno può fare la sua parte. Come diceva Falcone”.
Una sezione del museo mescola le foto di famiglia a installazioni digitali, con suoni di elicotteri e voci di protesta, per far vivere ai visitatori la tensione e il coraggio di quegli anni.
Per Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente della Fondazione che porta il suo nome, questo museo ha anche un valore personale.
“A pochi passi da qui c’era la palestra dove Giovanni si allenava, la chiesa dove giocava a ping pong con ragazzi che poi hanno preso strade sbagliate – racconta –. Questo posto dimostra che se ci si impegna, se si studia, chiunque può farcela. Anche in quartieri difficili. Anche a Palermo”.
«Mettendo a disposizione gli spazi di Palazzo “Jung”, la Città Metropolitana di Palermo ha sposato il progetto della “Fondazione Falcone” e ha voluto lanciare un messaggio alla città e alla sua comunità – ha dichiarato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla in occasione della presentazione ai giornalisti -. Il “Museo del Presente”, che nasce vicino alle radici del giudice Giovanni Falcone e della sua famiglia, guarda ai giovani e punta a ad attualizzare la storia. Con l’apertura al pubblico del museo abbiamo la possibilità di far immergere i visitatori, e in particolare i ragazzi, in un ambiente in cui la memoria diventi monito per il presente e per il futuro. Un futuro che passa anche dalla rigenerazione degli spazi e dei quartieri, come stiamo facendo, ad esempio, con il lavoro portato avanti con la riqualificazione socio-urbanistica di Borgo Nuovo. Non è un caso che, dal momento in cui la presenza delle istituzioni è più viva, si sono moltiplicati gli atti di violenza che hanno preso di mira scuola, chiesa e palestra. È un messaggio tremendo contro le istituzioni da parte di chi è contrario al cambiamento, ma lo Stato deve proseguire nell’affermare con forza questa presenza».