venerdì, 29 Marzo 2024
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Sicilië – Pittura Fiamminga: il GCPress incontra i Gran Maestri dell’arte belga e olandese

La mostra intitolata “Sicilië – Pittura Fiamminga“, organizzata dalla Fondazione Federico II e dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali con l’Alto Patrocinio dell’Ambasciata Belga in Italia, sarà visitabile presso il Palazzo Reale, a Palermo, nelle rinnovate Sale Duca di Montalto, fino al  28 maggio. Il GCpress, ieri 1° Maggio, l’ha visitata per voi e ve la racconta.

Da Van Dyck a Gossaert, da De Coter a Stomer, da Proovost a Houbracken: una collezione delle collezioni, con il meglio dei dipinti fiamminghi presenti in Sicilia, di provenienza sia pubblica che privata, impreziosita dal ritratto di Santa Caterina d’Alessandria, il capolavoro svelato nei mesi scorsi nell’omonimo Monastero dopo 32 anni di oblio.

Ingresso alla Sala Duca di Montalto
Ingresso alla Sala Duca di Montalto

Basta accedere alla Sala Duca di Montalto, luogo adibito all’esposizione, per comprendere quanto vi è custodito al suo interno: una lieve illuminazione accompagna il percorso espositivo che, proprio per non distogliere l’attenzione dalle opere, conduce verso ogni singolo quadro e induce a contemplarlo senza distrazioni.

"La Crocifissione" di Anton van Dyck
“La Crocifissione” di Anton van Dyck

I dettagli, i colori, le cornici, la sacralità dei temi rappresentati, l’alternarsi di opere di grandi dimensioni a quelle più piccole, il logorio del tempo sulle tele che traccia dei solchi sulle vernici, e poi, quell’immagine, che pare illuminata di luce propria, astro che induce alla silenziosa contemplazione: “La Crocifissione” di Anton van Dyck. Impossibile distogliere lo sguardo dalla bellezza fragile e disarmante, oscura e divina al tempo stesso, che fa riflettere e meditare. Uno dei più fedeli estimatori di Tiziano, fu allievo di Rubens che, in lui, vide il suo “erede naturale”.

Libro decorato e dipinto (foto di Cristina Patti)
Libro decorato e dipinto (foto di Cristina Patti)

Proseguendo nel percorso espositivo, ci si rende conto dell’accuratezza tipicamente naturalistica di ogni opera che si esprime nella minuziosa cura dei dettagli delle miniature, ma anche nelle opere di grandi dimensione. È importante ricordare, infatti, che proprio ai fiamminghi si deve l’invenzione della tecnica dell’olio su tela: tecnica che ha permesso di aprire nuovi orizzonti pittorici attraverso la versatilità e il rendimento del colore rispetto alle tecniche precedenti.

 

Dipinto presente all'esposizione
Dipinto presente all’esposizione

Ricerca, dunque, di minuziosa e accurata realtà che si può osservare, in particolare, nelle miniature, nei trittici e nei testi finemente dipinti e decorati, ma anche nel grande e solitario arazzo che domina con la sua maestosa mole di straordinaria bellezza. Altra caratteristica molto importante della pittura fiamminga è certamente l’illusione ottica che gli artisti volevano creare attraverso la minuziosità estrema dei dettagli, l’uso dell’azzurro soffusa per rendere una particolare atmosfera e l’uso di colori ad olio per creare effetti di luce e metallici che solo tale tecnica rendeva possibili.

A chiudere il percorso, le parole di Lodovico Guicciardini: “L’opere de quali pittori sono sparse non solamente per tutti questi Paesi, ma sparsi ancora per la maggior parte del mondo, perché se ne fa mercantia di non picciola importanza“.

 

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