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Renzi a Palermo per l’inaugurazione del nuovo accademico: una cultura che protegga dalle sofferenze

Renzi a Palermo - ph Lucio GanciPalermo, 22.10.2016 – Il premier Matteo Renzi ha dato il via questa mattina al nuovo anno accademico 2016/2017 dal teatro Massimo di Palermo alla presenza del corteo accademico, presieduto dal Magnifico Rettore Fabrizio Micari, seguito dalle rappresentanze dell’Università di Palermo e di altre università italiane tra le quali l’Università Federico II di Napoli, La Sapienza di Roma, l’Università di Catania e Messina. Presenti inoltre il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il governatore della regione Sicilia Rosario Crocetta.

Primo a prendere la parola il Rettore Fabrizio Micari che ha esordito parlando dell’incremento di iscrizioni registrato quest’anno, passate da poco più di 7600 nel 2015 a 9000 oggi, un positivo +15%. Trend positivi anche sul fronte della nuova proposta formativa e sul lavoro di orientamento rivolto agli studenti delle scuole superiori. A seguire il direttore generale Antonio Romeo, Francesco Fantaci rappresentante del personale tecnico amministrativo, Stefano Gangi rappresentante degli studenti in Senato Accademico e Gaetano Miccicchè presidente di Banca IMI.

Un cerimonia all’insegna del «politically correct» dunque anche per il premier che ha rassicurato il pubblico dichiarando di non voler fare né promesse né elenco dei risultati, ma neanche di Renzi a Palermo - ph Lucio Ganciciò che non funziona. “Cambiamento”, “no alla rassegnazione” passepartout del discorso di Renzi sui cui l’ombra del referendum è presente e in agguato, anche se mai menzionato. Pochi i momenti di slancio e passione ad eccezione di due occasioni in cui il pubblico ha rotto il silenzio con un applauso spontaneo, in entrambi i casi alla pronuncia della parola “responsabilità”. La prima durante il discorso del presidente di banca IMI Gaetano Miccicchè che ha esortato i giovani a diventare responsabili del proprio destino, a non pensare che le cose accadano per ragioni che sfuggono al nostro controllo. La seconda volta pronunciata dal premier e riferita alla classe dirigente del paese. Poche infrastrutture, pochi i finanziamenti ma anche carenza di autostima, questi i punti toccati dal Presidente del Consiglio, che starebbero alla base di una condizione di arretratezza e del mancato exploit che ci si aspetterebbe da una terra piena di risorse, che lui stesso ha scelto come sede del prossimo G7.

La visita del premier si è dunque conclusa in un clima di pacifica accoglienza, ad eccezione fatta per pochi contestatori in piazza Verdi. Malumori e malcontenti hanno lasciato il posto a toni pacati e distesi, complici il contesto e il luogo.

 

Si ringrazia il fotografo Lucio Ganci per le immagini concesse

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