venerdì, 29 Marzo 2024
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HomesocialeProtesta detenuti al Malaspina. Urso: "nuovi modelli di organizzazione detentiva"

Protesta detenuti al Malaspina. Urso: “nuovi modelli di organizzazione detentiva”

“Le recenti proteste verificatesi presso il carcere minorile Malaspina di Palermo ripropongono con forza la necessità di dare vita a nuovi modelli di organizzazione detentiva, che tengano conto del reinserimento sociale dei reclusi, ma anche e soprattutto del rispetto delle regole di civile convivenza”: ad affermarlo è il segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria Angelo Urso, a seguito dell’episodio che ha visto protagonisti alcuni minori ospitati dall’Istituto che, barricati all’interno di un locale, hanno chiesto permessi premio e migliori condizioni di detenzione.

Un fatto che segue un episodio simile, verificatosi nel mese di settembre dello scorso anno ad Airola , in provincia di Benevento: anche in quell’occasione la UILPA Polizia Penitenziaria aveva lanciato un grido d’allarme, sottolineando l’escalation dei reati in carcere e delle aggressioni, risolte grazie ai tempestivi interventi della polizia penitenziaria.

“Anche l’episodio avvenuto presso il Malaspina – sottolinea Armando Algozzino, segretario nazionale UILPA Polizia Penitenziaria – ha avuto un esito favorevole grazie all’opera di mediazione compiuta dal personale, che ha indotto i manifestanti ad alzare bandiera bianca e a fare ritorno presso le celle”.

Secondo le ricostruzioni fornite dagli uomini della polizia penitenziaria, i detenuti coinvolti nella protesta sarebbero in tutto undici: due minori e nove d’età compresa tra i 18 e i 25 anni.

“L’amministrazione – si legge in una nota di Urso, che chiede un incontro urgente con i vertici della giustizia minorile  – deve ora fare chiarezza non solo sul singolo episodio, ma anche in merito ai programmi di formazione del personale che chiediamo da anni: l’assenza di corsi operativi relativi alle procedure da adottare in situazioni critiche è estremamente grave, perché la drammaticità di certe situazioni non consente il lusso di intervenire seguendo l’improvvisazione, con tutti i rischi che ciò comporta”.

Secondo il sindacato, invece, occorrerebbe attribuire competenze specifiche alla polizia penitenziaria, istituendo anche un nucleo di pronto intervento ad hoc.

“L’organizzazione delle carceri minorili – precisa Urso – non differisce in modo sostanziale rispetto a quella degli istituti per detenuti adulti, pertanto occorre operare in maniera adeguata, all’insegna di un nuovo quadro normativo e di regole comportamentali precise”.

Non mancano, infine, le critiche di Urso alla legge Madia, che prevede l’applicazione della razionalizzazione del personale: per la polizia penitenziaria, ciò si tradurrà nel taglio di 5 mila unità negli organici.

“Lecito chiedersi – conclude l’esponente della Uil – come sia possibile ridurre il personale del 10%  ed incrementare al tempo stesso posti letto detentivi, mentre si assiste alla nascita di nuovi padiglioni e carceri: non è questa la strada giusta per eliminare eventuali sprechi e semplificare l’attività della polizia penitenziaria”.

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