venerdì, 19 Aprile 2024
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Panorama d’Italia a Palermo: eccellenze ittiche e valori umani al centro del dibattito ‘Sicilia SeaFood’

Salvaguardare le tradizioni attraverso le emozioni e la qualità“, questo l’emblema dell’incontro intitolato ‘Sicilia Seafood‘ che si è svolto questa mattina a Palazzo Mazzarino, sede dell’Università Telematica ‘Pegaso’ ed inserito nel programma dell’iniziativa ‘Panorama d’Italia‘.

Presenti, oltre agli imprentori del settore, l’Assessore della Regione Siciliana all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, Edy BandieraConcetta Bruno, responsabile dell’Associazione “Come una marea” promotore delle sane abitudini di vita e Nino Carlino, presidente del Distretto della Pesca. A moderare il dibattito, il giornalista Antonio Rossitto.

«Quello della pesca –  ha sottolineato l’Assessore Edy Bandiera – è un settore che non chiede privilegi, ma i cui lavoratori chiedono solo di pescare e ci impegneremo affinché il disegno di legge sulla pesca che abbiamo presentato, tuteli il loro lavoro».

A raccontare storie imprenditoriali, scelte produttive ed esperienze di vita Nicola Giacalone, che ha fatto del prodotto ittico gambero rosso la propria forza imprenditoriale, Nino Castigione, presidente dell’Associazione no-profit “Salviamo le tonnare” e proprietario dell’omonima azienda di lavorazione del tonno, Tony Lucido, allevatore ittico e promotore della pesca artigianale, Agostino Contorno, responsabile dell’omonima azienda di conservazione di prodotti tipici della cucina siciliana in scatola  e Michelangelo Balistreri, titolare del “Museo dell’acciuga” di Aspra.

Il gambero rosso del Mediterraneo, il tonno, l’acciuga, le lambuche e i caponi, eccellenze territoriali siciliane apprezzate in tutto il mondo, ma anche murene, branzini e “mangiaracina” (nome siciliano per indicare la salpa), fulcro dell’indotto produttivo territoriale dell’Isola, rappresentano non solo un’importante fonte di sostentamento per la Regione, ma anche un valore aggiunto per tutti gli operatori del settore.

E proprio su questi valori si focalizzano gli operatori del comparto ittico siciliano, che non guardano più alla sola scelta del prodotto più innovativo e ricercato, ma pongono l’accento sulla qualità del prodotto e sulle suggestioni sensoriali (storytelling) che quel prodotto può raccontare e suscitare nel consumatore.

Realtà locali, che con scelte etiche e sostenibili, mirano all’eliminazione degli antiossidanti, come il bisolfito, per la conservazione del pesce, al potenziamento della rete commerciale attraverso esportazioni sempre più capillari, all’accrescimento della gamma di prodotti offerti con l’introduzione di nuove specialità con un’attenzione particolare rivolta al baby-food, ma anche alla salvaguardia della salute e dell’identità locale che questi prodotti rappresentano.

Emozioni, qualità, ma anche un importante focus è stato rivolto alle buone pratiche di rispetto e salvaguardia del territorio e ai principi di tutela della salute nell’intervento della dottoressa Concetta Bruno, che ha sottolineato l’importanza della diffusione e della sensibilizzazione di valori quali la cultura del riutilizzo, dell’educazione al contrasto delle plastiche (principale causa di inquinamento marino), della lotta allo spreco e la nascita di nuove idee imprenditoriali volte alla trasformazione e rigenerazione della plastica.

Abbiamo chiesto a Michelangelo Balistreri, imprenditore coraggioso che ha detto no al racket del pizzo, quale fosse la sua visione dell’imprenditoria del comparto ittico e quali sono i valori più importanti di un’azienda di successo: «L’imprenditoria del mare deve puntare sulla qualità dei prodotti ed entusiasmare il consumatore. Alla base di un’idea commerciale – ha proseguito l’imprenditore – deve esserci una storia da raccontare, una tradizione di duro lavoro da portare avanti e il rispetto sia del mare che del consumatore».

«Non è l’unione che fa la forza, ma è la qualità di questa unione a fare la forza – ha concluso Balistreri – e tutti noi imprenditori, dovremmo abituarci a pensare al nostro lavoro non come qualcosa che abbiamo, ma come qualcosa che siamo perché solo cosi potremo trasmettere i nostri valori e il nostro amore per la Sicilia a chi acquista i nostri prodotti».

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