venerdì, 19 Aprile 2024
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Mattarella, Pm fondamentali contro mafia

Il metodo di lavoro di Giovanni Falcone era “dinamico con la convinzione – condivisa con altri colleghi, tra cui Paolo Borsellino, di quanto fosse importante il lavoro in pool, e la scelta del maxiprocesso per condurre in giudizio, condannare e sanzionare globalmente il mondo della mafia, muoveva da questo proposito”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella aprendo il Plenum straordinario del Csm. “Inizialmente non compresi da qualcuno, i suoi criteri rispondevano pienamente al carattere della funzione del magistrato. Aveva ben presente il valore dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura. Anche per questo era attentissimo, per la credibilità dello Stato e della Magistratura, alla consistenza degli elementi di prova raccolti. Non a caso, diceva che occorre distinguere un’ipotesi di lavoro da elementi che sorreggano l’esercizio dell’azione penale. Questo scrupolo – ha concluso Mattarella – conferiva alle sue inchieste grande solidità nella verifica dibattimentale”.

Falcone conosceva “l’importanza del lavoro in pool che ha condiviso con Paolo Borsellino” e soprattutto “aveva ben presente il valore dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo oggi a Roma il Plenum straordinario del Consiglio superiore della magistratura. “Giovanni Falcone – ha aggiunto il capo dello Stato – era inoltre attentissimo alla consistenza del materiale di prova” e “questo scrupolo conferiva grande solidità alle sue inchieste”.

Ricordare nell’Aula del Consiglio superiore della magistratura la strage di Capaci, con l’assassinio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, “assume il significato di ribadire l’importanza fondamentale dell’azione di contrasto delle forze giudiziarie e delle forze dell’ordine” alla mafia. Lo ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella aprendo il Plenum straordinario del Csm a Roma. Il ricordo di Giovanni Falcone, i cui 25 anni dalla strage cadono domani, “non deve trasferirsi in una celebrazione rituale” perché, ha aggiunto il presidente, “lo spirito e i criteri del suo impegno” rimangono validi. Falcone diceva, e questo è valido ancora oggi che “la mafia non è invincibile ma è un fenomeno terribilmente serio”.

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